Alberto Liguoro presenta Roberto Ormanni “Di che parliamo ragazzi? DI TEATRO!”

comeicinesi


Cultura letteraria
del 28/07/2011   151 visite   1 voti

“Di che parliamo ragazzi? DI TEATRO!”

–         Che ne pensi Robe’?

–         Eh… che t’aggia dicere…pe’ piace’ mi piace. ‘U difficile è la messa in opera.
Era una di quelle giornate nero fumo dell’inverno milanese e, di tanto in tanto, rassicuranti tuoni, nel senso che rassicuravano che presto uno scroscio d’acqua avrebbe liquefatto la piazza, interrompevano i nostri discorsi e i nostri pensieri.
“Robe’” è Roberto Ormanni, questa è una di quelle volte che mi era venuto a trovare allo studio, allora in piazza San Babila; le 5 di sera, e pareva notte, pure la luce artificiale sembrava volersi adeguare, aveva il treno per Roma alle 19, due chiacchiere si potevano ancora fare. Guardavamo, da un grande finestrone, la piccola chiesa in pietra rossa del IV sec., una bomboniera in mezzo alle tonnellate di marmo che, nel tempo, hanno trasformato il panorama in un’enorme sala mortuaria, la gente che trafficava da un portico ad un altro o si dovrebbe dire… da un loculo ad un altro?

Roberto Ormanni… lasciamo perdere da quanto tempo ci conosciamo, lasciamo perdere quante battaglie di civiltà giuridica, di civiltà sociale e politica, di civiltà insomma (non saremo portatori, come è comune a tutti, della verità assoluta, ma in buona fede sì), abbiamo fatto insieme… per me è il GIORNALISTA per antonomasia.
Se uno, quando ero ragazzo, mi avesse chiesto, ma secondo te il giornalista che fa?

Io avrei risposto: cerca le notizie, poi le approfondisce, poi informa gli altri nel modo più chiaro e completo possibile.

Non so se l’avrei saputo, poi, mettere in pratica, non ci ho neanche provato, troppe incrostazioni piccolo-borghesi e conformiste sul mio groppone (vengo da una generazione prima); ecco… Roberto, invece ci ha provato e ci è riuscito benissimo.

Tutto il resto consegue, e poi è una questione di carattere. Lui ha mille interessi, come me, forse è per questo che ci siamo “presi” e attualmente io collaboro, con alta frequenza, diciamo, al settimanale telematico GOLEM di cui lui è Direttore (www.goleminformazione.it/ dalla comunicazione all’informazione, tutti i venerdì).
E proprio in questo contesto si inseriscono le nostre parole e i nostri silenzi di quell’uggioso pomeriggio milanese.

Allora si parlava di TEATRO. Io gli avevo mostrato un copione, una commedia, da me scritta, dal titolo un po’ strano (qui non conta. In seguito, su suo suggerimento, registrai anche il testo alla SIAE); lui mi aveva parlato di un suo lavoro teatrale che stava cercando di far passare dal tavolino al palcoscenico. Questo è il gran salto. Ci lasciammo immaginando di poter proporre a qualcuno, i nostri lavori insieme: “un giornalista e un avvocato, volti nuovi, idee fresche, per qualcosa di teatrale che non sia il comodo rifugio (il loculo anche qui?) dei soliti classici” (una volta ho ipotizzato come avrei “stravolto” la scarpettiana “Tre cazune fortunate”, ce ne è ancora traccia sul mio vecchio blog ALGOR’Swww.literary-algor.blogspot.com/ post omonimo del 5.1.2009; ma probabilmente Tato Russo mi avrebbe ucciso). Poi… la vita scorre senza briglie.
Ed ecco Bruno Mancini, i suoi progetti ischitani, tra cui, manco a dirlo… IL TEATRO.

Roberto apprezza e dà spazio sulla stampa alle poesie, al progetto LA NOSTRA ISOLA (ora LENOIS “Le nostre isole”), io… beh faccio parte dei pionieri, dico solo questo.

Ed ora? Siamo tre amici al bar (meno male non quattro che porta male) e chi sa… ma il “teatro”, il teatro-teatro, lasciamo stare il “Grande teatro” che ci fa impressione, ad Ischia non può mancare.

Ognuno fà na parte, na mac­chietta;
se sce­glie ‘o tipo, ‘e panne, ‘a truc­ca­tura,
n’intercalare, na cam­me­na­tura
pè fà suc­cesso e pè se fà guardà.

Ecco il teatro che diceva Eduardo, dove c’è almeno UN attore e il pubblico composto almeno da DUE persone, tutto qui, ad Ischia non può mancare. Non ci credo che possa mancare.

Ci sarà e ci saremo anche noi: Roberto, Bruno e il sottoscritto che, mentre scende il sipario, salutano con un inchino questo rispettabile pubblico.
Alberto Liguoro



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Note dell’autore

 

  

I commenti

Commento 19998

Virginia Murru il 2 ago 11 11:39 ha commentato:

Un bellissimo articolo, una scrittura agile, fresca e “scattante”, tra questi tre amici al bar, ce ne sono tanti altri ad applaudire! Io mi auguro che leggano in tanti l’articolo, merita davvero attenzione.

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