Dedicate e preferite

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Dedicate e preferite

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Dedicate e preferite

Codice 006
Dedicate e preferite

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Dettagli del prodotto: Dedicate e preferite

Stampato:
101 pagine,
6″ x 9″,
rilegatura termica rilegatura,
60# crema carta per l’interno,
B/N inchiostro per l’interno,
100# bianco carta per l’esterno,
in quadricromia inchiostro per l’esterno

Editore: bruno mancini

Copyright Dedicate e preferite:
© 2006 M.G.s.a.s. Standard Copyright License

Lingua: Italian

Paese: Italy

Edizione: prima

Versione: 2

Classifica delle vendite di Lulu: 62,414

Accessi: 248

Dedicate e preferite

Dedicate e preferite
Ed io ti parlerò
di cani e di animali
delle mie pallide albe di sconfitte
di ore mai vissute
di stelle.


Oggi.

Oggi dai trespoli selvagge cocorite

oggi da Chio sovrana tralci di vitigni

oggi etiopi zefiri ambrati

giallo deserto

di sabbie egiziache

oggi sui prati delle tue lusinghe

affascinanti.


Così o come

nel fertile appanno

la goccia sul vetro.


—°°°—°°°—


Domani.

Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia

domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto

domani che dipana i nostri intrighi

le foto con sorrisi

le lettere d’amore

domani incise negli angoli dei mondi

dal picco della mia follia.


Discesa o risalita

con docile affanno

la mano alla roccia.


—°°°—°°°—


Oggi o domani.

Oggi o domani forse ingorde speranze

sonnamboliche ipnosi

nella veglia incredula

della nostra vita.


Atlante affaticato

io

resto piolo.

Calliope appartata

tu

sembri una sposa

Il volo verticale di un elicottero

distinguo

il fumo di un battello

si spande innocuo.

Profeta eccomi.

Vicino ai miei bagliori.

Brucio superfici senza suoni

piuttosto che patire suoni di seghe.

Mi ricordo il crepitio di una mitraglia

sotto gli archi scuri di un portone

addosso ai cani uomini

il piombo dei proiettili.

E le piante pesanti di corpi

ed i fiori sparsi per terra:

quel grido di pianto di bimba.

Mentre c’erano scarpe chiodate.

Mi ricordo la cella bassa

e il sapore di aria viziata

– alle volte

sporche

ignobili croci

affannano –

il brusio.

Mentre c’erano scarpe chiodate.

Sua madre sporca di sangue

accoccolata

tra luci ed ombre di ferro.

E lì pensammo di bene e di male,

di male di male e di bene.

E poi capimmo

pietà

che, sola, eri triste


Copia di 070 La mia isola Poesie vol1 Dedicate pag77 Un ponte

 Non so se

quando avrai smesso il flamenco

sul capitello in fumi d’antico,

alzando gli occhi – olé

al simbolo

vorrò sapere se.

E il nome ti assalirà

compresso

tra un tacco e il mito.

Il nome ti forzerà

bagnato

tra cosce in ritmo.

Il nome il nome,

il nome mio

al simbolo!

 

Lenta sui fianchi la gonna a ruota,

pavoneggiando altera

rossa e nera

-il sangue e la sfida-

prima in corrida,

lenta sui fianchi,

-la fiamma e la fine-

s’attarda.

Il nome mio al simbolo.

Non voglio sapere se.

Se l’attimo dopo a braccia alzate

-olé-

se a terra inginocchiata a capo

chino

 

 

Copia di 066 La mia isola Poesie vol1 Dedicate pag40 Un volto compressa

Un taglio alla fune del timone

sobbalza come la trottola sulle molliche di pane.

Sfugge corda indefinita.

Movenza soffice d’ora di sole.

E’ vortice di fantasia di specchi.

Se invece sei colpevole

e mentisti

se sei colpevole

e fuggi

e verso luci te ne fuggi

ossessive,

se sei colpevole

e premi

respiri e sangue

t’annulli avvilendoti

tu mi rincontrerai

acerbi altari a lustrare

indifferenti vuoti a credere

parole a piangere

sfide a creare

curvi colori oscuri e matti a muovere

in malinconie

tossiche

più di un fumo giallo e denso.

 

Ed io ti parlerò

di cani e di animali

delle mie pallide albe di sconfitte

di ore mai vissute

di stelle.

Ed io ti creerò bellezze

e ti richiamerò ricordi

e la mia mente

lenti accordi espia.

 

 

“Un taglio alla fune del timone”

 

Traduzione di Pamela Allegretto Franz

A SPLIT

 

 

A split at the helm’s rope

pops like the crust on bread.

The boat escapes the eternal cord

and is set gently adrift
on a sunlit day

into a fantasy whirl of
prismatic mirrors.

If instead you’re guilty

and lied

if you’re guilty

and flee

and toward the light you escape

obsessed,

if you’re
guilty

and squash

breath and blood

cease humiliating yourself,

you’ll see me again,

undeveloped altars to glaze

frivolous indifferences to create

words to cry

challenges to
conceive

warped colors
dark and wild to move

downhearted

toxic

more so than a yellow and dense fog.

And I’ll speak to
you

of dogs and animals

of my pale defeated dawns

of hours never lived

of stars.

And I’ll create splendors for you

and I’ll evoke memories

as my compassion

repents slowness

to concede harmony.

 

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