Il Golfo 10 Novembre 2011

comeicinesi


Racconto
del 10/11/2011   118 visite   1 voti

I RITRATTI

Vito Iacono, dalla poesia uno

sguardo disincantato sulla realtà

Vito Iacono,

l’autore sul quale ci sembra interessante oggi attirare la vostra attenzione, è ischitano, scrittore da sempre, grande viaggiatore e quindi conoscitore del mondo e dei suoi abitanti, spesso anche importanti, ma ha trovato nel web il luogo principe dove esprimere la propria arte con la libertà desiderata.

Chi ritiene, sottraendole buona parte delle sue incredibile prerogative, che la poesia sia un perdersi in idilliache ed eteriche descrizioni di nature incantate e di struggenti smarrimenti d’amore, non legga le sue poesie: ne rimarrebbe fortemente deluso.

 Vito Iacono ha infatti la capacità di scomporre sensazioni ed emozioni a trecentosessanta gradi e di presentarle al lettore, ricostruite mediante parole, immagini e versi tali da metterlo a stretto contatto con l’interezza della sua sensibilità di poeta. Un poeta che vive nella realtà del suo tempo e tale realtà ci fa conoscere attraverso occhi disincantati, profondi e sempre chiaramente intenti a sondare le pieghe della verità che la costituiscono.

Ecco quindi i temi della poesia del nostro autore, spaziare dal privato di situazioni interiori personali di uomo del terzo millennio, agli accadimenti di un mondo in cui idillio e bucolico hanno il più delle volte ben poco spazio.

FATEMI URLARE

il culo del mondo ahimé è pieno di stravaganze, io con le unghie mi aggrappo alla pace alla mia idea, ma rimangono solo graffi alle pareti del sistema. Io dico amore, umiltà. Ognuno si nasconde dietro sipari li vedo, li vedo, sono belli eleganti. Penso!qui non devo stare tra il foglio e la penna. Fatemi urlare,  che gli echi danno fuoco al male, folgorando ogni attimo pensato male. Fatemi urlare al vino, che da gloria al sangue, fatemi urlare! Sento! In questo modo posso purificarmi e bere Gocce di rosa.

Non mancano in ogni caso neppure a Iacono versi di accorato trasporto emotivo e non solo che, anche alla luce della sua produzione poetica complessiva, appaiono gradevolmente veri e sentiti, e mai artificiali o leziosi.

La sua scrittura è infatti sempre semplice e diretta ma non priva di spunti interessanti tali di spingere il lettore alla riflessione sui temi proposti e alla loro rielaborazione.

Recentemente Vito Iacono ha deciso di aderire ai progetti del gruppo

LENOIS

il quale accoglie con piacere questa nuova voce all’interno dell’ampia schiera di anime artistiche che già lo popolano. Chi lo desidera potrà leggere altri suoi versi nella quinta antologia di prossima pubblicazione nell’ambito del succitato progetto.

Roberta Panizza



Bruno Mancini

Così fu

 PARTE 1

Capitolo 2

 

Ieri.

Soltanto ieri è stato il mio presente.

«Va bene, ci sarò».

Così risposi all’invito del Notaio Tramontore che si era premurato di notiziarmi del giorno e dell’ora in cui avrebbe dato lettura di un lascito in cui, a suo dire, io ero annoverato tra i beneficiari.

Ricordo bene, fu lo scorso venerdì pomeriggio alle undici di mattina e per la ressa delle incombenze del fine settimana non tentai neppure di proseguire il colloquio chiedendogli da parte di chi provenisse il bene o informandomi di quale natura fosse il dono.

«Va bene, ci sarò.»

Appuntamento per il mercoledì successivo – ieri -, alle 18,30 in via Nuova Cartaromana ad Ischia.

Lasciai l’appunto a Geltrude, smisi di pensarci e ripresi a sublimarmi ai confini dei sermoni laici, e ad impegnarmi per rendere ragionevoli  gli eccessi comportamentali di frotte di miei assistiti, in parte piagnucolanti, urlanti, irritati per non gradire improvvise o temute  truffe economiche provenienti da loro clienti – fornitori – enti – amici e personaggi comunque orbitanti intorno agli affari di cui si occupavano, ed in parte, questa ultima di gran lunga, maggioritaria, composta da storici frequentatori sollazzanti in ragione dei buoni esiti previsti per le rivendicazioni che avevano affidato alla professionalità del mio studio legale.

Certo idealizzavo, ma senza smettere, con intensità e concretezze molteplici e dissomiglianti, in momenti differenti dei giorni che seguirono, di volere il mio tempo e di dubitare.

“E se non fosse questo?” mi chiedevo dapprima, e poi proseguivo traendone valutazioni simili a:

“Dovrei scorrere le clessidre ateniesi romane egiziane cretesi micenee etrusche cinesi spartane.

Babilonesi.

L’america dei guappi dal pugno di ferro.

L’Europa dei sudditi del pozzo pieno.

Le folle africane prive dei nostri rimedi, ma vittime delle nostre opulenze.
Arabi affaticati dal rispetto per gli insegnamenti scritti nei versetti dei loro libri sacri e dalla concomitante caccia agli infedeli.”

Oppure continuando amareggiato:

“Non è questo il mio mondo.

Questo è solo un mondo di pazzi che impone, sottomette ed infine costringe falde enormi dell’umanità a scannarsi – dovrebbe essere incredibile – non solo per la necessaria sopravvivenza proveniente da un tozzo di pane, non solo per il superfluo benessere ottenibile da un litro di petrolio, ma finanche, anzi con maggiore cruenza, nella guerra senza regole battagliata per accumulare patrimoni che nessuno riuscirebbe mai a godere neppure in infinitesima parte (tante ville, tanti soldi, tanto tutto)  da vivo o da morto su questa terra.

Se non fossimo folli, useremmo i poteri per altri obiettivi.

I neri valgono come i bianchi ed i bianchi valgono come i neri è un’affermazione quasi accettata, anche a prezzo di dolorosi storici sacrifici ed amare sconfitte, da tutti i neri e da tutti i bianchi, ma non si ottiene lo stesso consenso se si afferma che i ricchi e i figli dei ricchi hanno gli stessi diritti dei poveri e dei figli dei poveri.”

E quasi sempre concludendo con certezze e domande di arrendevole impotenza:
”Occorreranno nuovi secoli e nuove religioni e nuovi eroi.

Se neppure in chimerica lontananza si avvista il freno capace di modificare le penose situazioni di disuguaglianze sociali, economiche e culturali che ci pervadono impregnando di egoismi i nostri atti, e se non è stata ancora assolutamente scalfita da moltitudini ribelli neanche l’apparentemente non eludibile «globalizzazione» – malvagia nelle intenzioni e perversa nei risultati -, fino a quando i Caino continueranno ad uccidere gli Abele?”

… segue. Titolo:Per Aurora volume quinto www.lulu.com

ID: 6595064

ISBN: 978-1-4092-8184-9

Prezzo:  €11.04

… Puntata 1

Puntata 3…


Note dell’autore

 

  

I commenti

Commento 20525

Roberta il 11 nov 11 7:58 ha commentato:

Sempre da leggere con molta attenzione i tuoi scritti… Però viene voglia di leggere la terza puntata.

Per quanto riguarda Vito, una piacevole sorpresa la sua poesia.

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