Per Aurora vol.4

PER AURORA VOLUME QUARTO – IL FURTO DELLA FOTO

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Lo scempio ambientale è stato feroce, catastrofico.
Trenta anni di un abusivismo edilizio da record mondiale, il primo posto nella hit parade cosmica delle costruzioni abusive, l’illegalità diffusa su ognuna delle particelle catastali relative a tutti i comuni dell’isola, le scarpate rese carrabili (!) dai Tizio per accessi a manufatti privi di qualsivoglia autorizzazione, i sottoboschi di felci e mirtilli promossi (!) dai Caio in prati verdi rasati e piscine artificiali (richiamo ipocrita alle bellezze della natura) per contorno e complemento di aberranti edificazioni prive di qualsiasi licenza, gli androni cinti da pietre scalpellate e picchettate a mano ristrutturati (!) dai Sempronio in mini appartamenti con aria condizionata, l’albergo costruito sul Canneto del Lido, l’altro albergo nella Pineta dell’Arso, l’altro albergo sugli Scogli di Punta Molino, l’altro albergo sulla Vecchia Bocca del Porto, l’altro albergo sugli indifesi cespugli di ginestre (ginestra, fiore amato dalla mia donna),
l’altro alberg…
l’altra strada…
l’altro campo di calcio…
l’altra villa (!) villetta (!), palazzo (!) palazzina (!), appartamento (!) quartino (!), ammezzato (!), terrazzino (!), tettoia (!) tettoietta (!), supermercato (!) negozietto(!), garage (!) parcheggino (!), capannone (!) capannuccia (!)…
l’altro album fotografico di un territorio devastato da trenta anni di sequestri sigilli sentenze assoluzioni condoni connivenze…
tutto ciò ed altro ancora, è stato niente a confronto della…

lulu
Titolo: Per Aurora volume quarto Codice 012.

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 Dettagli del prodotto:

Stampato:

124 pagine,

6″ x 9″,

rilegatura termica rilegatura,

60# crema carta per l’interno,

B/N inchiostro per l’interno ,

100# bianco carta per l’esterno,

in quadricromia inchiostro per l’esterno

Editore: bruno mancini

Copyright:

© 2006 Standard Copyright License

Lingua: Italian
Paese: Italy
Versione: 2
Accessi: 264
Euro 13.00

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Per Aurora volume quarto

Il Furto della foto

PARTE PRIMA

Bruno: -«Mia cara Aurora, Petrus, amici, oggi tenterò, una volta ancora, di convincervi che alcune situazioni apparentemente “normali” covano invece, prorompenti,“Le belle storieIn questo luogo, ove nessuna falsità ottiene ascolto, in questo vostro regno di giustizia ed uguaglianza, alla presenza della mia amica “Signora” Aurora, Donna Guascona eterna dispensatrice di imparziali decisioni, qui, come in alcun altro lembo dell’esistente, si dissolve la miopia dei semplici per quanto essa attenda ad annettere in ciascun catalogo compartimentale solo elementi rispondenti a criteri di scelta elencati nei relativi rigidi formulari.Con ciò mi riferisco, tra l’altro, alla moltitudine di qualificazioni riconducibili, sia nell’ambito della moralità sociale, e sia alla sfera dei sentimenti universali.Sei onesto se:
1) non rubi le caramelle ai bambini
2) non rubi le caramelle
3) non rubi.

Sei avaro se:
1) non butti i soldi dalla finestra
2) non butti i soldi
3) non butti.
Io credo che non tutti coloro che non rubano le caramelle ai bambini siano onesti, né, tanto meno, sia piacevole essere giudicati avari per il solo fatto di non buttare i soldi dalla finestra.
Ci vorranno ancora millenni per capire se Adamo abbia amato Eva, e viceversa.
“Le belle storie d’amore”.

Come i temporali estivi……

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PARTE SECONDA

Il diario di Bruno

Primo giorno

… 10 Maggio 1987, chi c’era non potrà dimenticare.Io c’ero.

Messe in disparte, accantonate, dimenticate tutte le vergogne della nostra atavica inciviltà, ogni mortificazione della nostra servile accondiscendenza, gli slanci eroici dei nostri falliti assalti ai criminali soprusi, il vilipendio continuo delle nostre tradizioni, il nostro essere un popolo cittadino con tutti capi e nessun padrone -tutti compari e nessun amico-, la miseria del nostro dolore incompreso, la mortificazione
permanente della gente senza diritti e senza rispetto per le leggi, gool, Diego è grande, noi siamo campioni, il Pibe è il meglio, noi usciamo tutti dai ghetti dai vasci dai fossi. Il 10 Maggio 1987, all’invasione pacifica, alla festa della festa, c’eravamo tutti da tutti i vicoli e da ogni quartiere.

Sfilarono i contrabbandieri di Santa Lucia, i femminielli dei Gradoni di Chiaia, i mariuoli dei Cagnazi, gli avvocati dei Quattro Palazzi, i politici di Piazza Municipio, i cozzicari di Mergellina, i pescivendoli, i medici, gli ambulanti, bambini e mamme ciascuno per proprio conto. Mancavano soltanto le Frecce Tricolori, il Presidente della Repubblica, il Papa e Bin Laden, ognuno per un valido motivo.

10 Maggio 1987.

La foto di Diego mentre calcia una punizione dal limite dell’area di rigore, con la maglia azzurra che non si fregia ancora dello scudetto sul petto.

La sfera, accarezzata dal superbo piede di un mito, si alza da terra insieme ad un unico filo d’erba, si dirige verso gli avversari che, saltando, tentano di intercettarla, li sfiora superandoli, si allontana dalla nutrita barriera posta a protezione dell’angolo indifeso della rete. Il portiere rimane immobile, esterrefatto, intanto che la palla senza fretta, rotolando dolcemente su se stessa come una perchia tra le alghe smosse dall’onda di marea, telecomandata, s’insacca baciando beffarda l’incrocio dei pali.

Goool.Goool…

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PARTE TERZA

I SOGNI
Capitolo quarto
… se un uomo sconosciuto continuasse a suonare in un angolo appartato, con il trombone di Vic Dickenson il brano Cryn’ out my heart for you (di Hopkins) tu credi che qualcuno vorrebbe sapere chi sia o chi non sia il solitario sconosciuto e tenterebbe di abbracciarlo?
E’ più comune -consueto- attendere il miracolo, che non riconoscerlo nell’istante di un suo avvento non programmato.
L’amore del popolo napoletano verso Diego Armando Maradona è stato lo sguardo al cielo stellato, ed allo stesso tempo, il personale esclusivo abbraccio al solitario sconosciuto suonatore di tromba.
Diego Armando Maradona, in piena autonomia, aveva eletto il Suo Popolo Napoletano alla dimensione di un Mito.
Il Suo Mito.
Un mito d’amore.
Nella storia dei grandi avvenimenti pubblici e sociali, quasi mai ci si è trovati di fronte ad un reciproco amore tra l’autorevole emblema e la spontanea sudditanza.
O l’una o l’altra.
E’ anche vero che la mia promessa di indulgenza attiene ai protagonisti di “Le belle storie d’amore” ma questa volta mi hai sorpresa ed imbarazzata.
Non posso negare di…
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Per Aurora volume quarto

PARTE TERZA

I sogni
Capitolo quarto

… Solo quando avrò smesso di accettare la tua categorica supremazia dell’amore, saprò infine decidere se voler essere
completamente umana.
Il Popolo ha vinto.
Il Popolo è.
Il Popolo Napoletano è nominato
“POPOLO D’AMORE”.

Diego Armando Maradona ha vinto.
Diego Armando Maradona è.
Diego Armando Maradona è nominato

“PIBE D’AMORE”.

E tu, Petrus, fai brillare il cielo con i fuochi pirotecnici dell’antica Piedigrotta, riempi le strade e le piazze di pazzarielli, scugnizzi, carnacottari e tutti i genuini figli della tradizione popolare partenopea.
Voglio sentire fremere le passioni, accecate dai raggi del sole napoletano, salmastre come il mare a Posillipo, profumate come le ginestre dei Camaldoli (ginestra fiore amato dalla sua donna), dolci come l’uva del Vesuvio e vellutate come le ali dei gabbiani in volo radente sugli scogli di Mergellina. Poi chiedi che l’uomo dal fiore all’occhiello suoni la nostra musica napoletana, ‘O sole mio, Maria Marì, Indifferentemente, per…
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Non rubate la mia vita

Un sorriso di mare smeraldo

un profumo di ortensia maculata

lo scampanare di turisti pascolanti

lo sciacquio di graniti biancastri,

TEMPO

la sposa non mi chiede altro

i miei ingorghi pazienteranno ancora

tra un’onda senza fine al tramonto

nel poggio di agrumi e di ninfee.

Non rubate la mia vita,

prendete i sogni.

PerAuroravol4DiCapriunpo
Di Capri  un po’

 

Enorme scoglio brullo,

come le scorze ruvide

di angurie tropicali

a chiazze agrumate

sbuffate

in macchie di ghepardi:

di Capri un po’.

Zaino seta fardello,

dagli aculei stemmi americani

tesi tra bordi sfilacciati

fruscianti

un’unghia sotto le nuche rasate:

di Capri un po’.


Telo d’intrecci esotici,

per gli occhi degli sciami giapponesi

ombreggiati dal sol levante

filato

sulle falde dei berretti:

di Capri un po’.


Progenie umana dell’isola di tutti,

contemplo

insieme alla sposa di sempre

il dolce silenzio dei nostri sogni.


PerAuroravol4Quipo

Quipo


Un quipo peruviano

intrecciato

– sfilacci di ginestre

precolombiane lane

papiri, betulle e cordicelle marinaresche -,

dai nodi scuriti,

adagiato

sul banco di cristallo.

Due pietre turchine come il mare di Capri

due passi prima della Certosa

due passi dopo il lusso della nostra fuga.

Il sorriso dell’uomo padrone

esalta

l’anello che oggi ci sposa,

ancora.

Guardiamo affascinati

mimi imbiancati immobili all’angolo del bar,

udiamo incantati

dal loro talamo di legni attintati

sgorgare il suono girovago di un violino tzigano.

Voliamo

da soli voliamo

come il vento tenero dei passeri

la mano nella mano

voliamo

insieme voliamo

fin giù nei giorni conosciuti

negli anni innamorati

voliamo

coribanti voliamo

fin su nel tempo che ci appartiene

in assolato controluce

voliamo

mentre

l’ovulo di antiche zolle

pigia profondo nel mio petto,

alla radice,

e soffia sui semi sommersi

dei tuoi intimoriti ritorni,

profondo.


Voglia,

sotto un manto di stelle di Tragara

con il dolce tepore di una tarda primavera

nel profumo lontano della magnolia in fiore

tra il silenzio delle lucertole striscianti sui sassi,

voglia

il prossimo sonno

renderci liberi dai sogni!

M.G. s.a.s. Via Gemito 27

80077 Ischia Porto (Na) Italia

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