Casting – cercano ragazzi di origine russa

Casting – cercano ragazzi di origine russa

Associazione Culturale Maksim Gor’kij tramite gmail.mcsv.net

Casting per il film “Vis repetita”, le cui riprese si svolgeranno a Napoli da gennaio a febbraio.

CERCANO: ragazzi tra i 18 ed i 20 anni di origine russa.

Per candidarsi scrivere alla mail:

[email protected]

con oggetto: “Film internazionale”.

Casting – cercano ragazzi di origine russa

Per ulteriori informazioni: [email protected]

Il regista Nando Morra presenta il cortometraggio “Il seme della speranza” presso l’Associazione Il Valore del Femminile.

Il regista Nando Morra è intervistato da Virginia Vandini Presidente dell’Associazione di cui è fondatrice, e ideatrice e fondatrice di Henosis Counseling e Formazione. L’incontro si svolge giovedì 10 novembre 2022 presso la sede dell’Associazione in Roma alle ore 21.00

La realtà visibile, ma soprattutto quella legata ai lati più nascosti, emozionali, nel cinema diventa un’occasione di riscoperta di attimi, situazioni possibili e non, vissute e sognate, grazie al potere che questa arte ha di risvegliare la capacità di immaginare e andare oltre l’apparenza. La forza evocativa con cui il cinema restituisce storie, vissuti dove entrano in gioco tematiche che spaziano da contesti storico culturali a quelli sociali e politici , compresi aspetti inerenti l’ambiente, ha alla base un lavoro di squadra in cui ogni singolo membro dallo sceneggiatore al fotografo, dal montatore al costumista, da fonico, all’attore, per arrivare al regista, svolge un ruolo fondamentale per la riuscita di un buon film. Sullo schermo scorrono le immagini di ciò che è stato l’uomo e di ciò che potrebbe diventare, di ciò che è e di ciò che non dovrebbe o non potrebbe essere e da cui affiorano luci e ombre, verità e misteri della storia che cambia, ma nel tempo si ripete seppur in modalità diverse.

Tra i registi cinematografici che in modo autentico e diretto, poetico e incisivo raccontano, anche aspetti  complessi e attuali legati all’esistenza quali l’eutanasia, la xenofobia, è Nando Morra, che ha dato spazio sullo schermo a emozioni forti e dolorose per far emergere le fragilità umane e il bisogno dell’uomo di essere amato e riconosciuto. Il motivo dell’eutanasia e di quanto la libertà di scelta a volte comporti un grande sforzo, lo ha trattato nel suo corto d’esordio  “Una vita da sogno” da lui prodotto, scritto, interpretato e diretto.

Smarrimento, paura, umiliazione, e di contro l’importanza nel riconoscere e rispettare l’altro con cui creare ascolto e dialogo, incontro e confronto, sono ben espressi con grande efficacia nella storia affrontata nel corto” Il seme della speranza” da lui diretto, che viene presentato giovedì 10 novembre 2022 alle ore 21 in occasione degli incontri di cultura evolutiva che si tengono ogni giovedì presso la sede dell’Associazione Il Valore del Femminile di cui è Presidente Virginia Vandini Sociologa, Supervisor trainer Counselor professionista, Costellatrice evolutiva e spirituale con i Nat, Custode del Mantra Madre.

Durante l’incontro oltre alla visione del cortometraggio il pubblico presente ha l’occasione di assistere all’intervista al regista condotta da Virginia Vandini ideatrice e fondatrice di Henosis Counseling e Formazione.

Prodotto da RampaFilm di cui lo steso regista è presidente, il cortometraggioIl seme della speranza trattando un tema delicato quale quello del razzismo e del bullismo, mette in campo come la diversità crei distanza e tendenza al giudicare e svalutare, a partire da convinzioni e ideali che limitano spesso il pensiero personale e anche collettivo.  In questa storia dove protagonista è il piccolo bambino siriano Nasser giunto in Italia con la famiglia per sfuggire alla guerra, la diversità è rappresentata dalla nazionalità dal colore della sua pelle che sono aspetti discriminanti.

Vittima di bullismo e pregiudizi Nasser deve confrontarsi con una realtà dove non viene accettato e riconosciuto, e dove vince il pregiudizio e certi condizionamenti che diventano nel tempo limitanti. Premiato in diversi festival nazionali ed internazionali tra cui citiamo il premio “Best italian short” al Celebrity film awards, e con un cast di professionisti quali Francesco Sgro, Francesco Spagnolo, Erica Bianco, Grazia Leone e Nicola Quaranta, il cortometraggio per la sua valenza sociale e anche didattica si presta a diventare un punto di riferimento per gli adolescenti di età compresa tra 10 e15 anni.

Accanto agli attori professionisti si sono distinti nel cast giovanissimi talenti emergenti quali Nicola Galloro e Rosario Galati. A fare da sfondo a questa storia è il borgo di San Nicola da Crissa in provincia di Vibo Valentia con i suoi splendidi paesaggi.  Nando Morra ha inoltre vinto due festival in Spagna e ha recitato in film e fiction come ad esempio: “La nuova squadra” su Rai3 e “Gomorra La serie” su Sky. Per informazioni scrivere a[email protected]

 Silvana Lazzarino

Il Valore del femminile

Presenta per i giovedì di cultura evolutiva

L’intervista di Virginia Vandini al regista Nando Morra

e proiezione del cortometraggioIl seme della speranza” da lui diretto

presso la sede dell’Associazione Il Valore del Femminile

Piazzale delle Provincie, 8-  Roma

Giovedì 10 novembre 2022 ore 21,00

Per info: i[email protected]

 

Alcuni articoli di silvana Lazzarino usciti su Emmegiischia e Il Dispari

Emmegiischia: Silvana Lazzarino partecipa al convegno “Le donne raccontano”

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Emmegiischia: Gli scatti di Llisetta Carmi documentano il senso della vita

 

Il grande regista di “Lo chiamavano Trinità” E. B. Clucher viene ricordato a Venezia con un importante evento

A Venezia presso lo storico e prestigioso Ca’ Sagredo Hotel *****L  il 13 luglio 2022 l’evento “Il Centenario di E. B. Clucher – Da ‘Miracolo a Milano’ a ‘Lo chiamavano Trinità’ e oltre: lo straordinario percorso di un uomo di cinema” celebra il grande regista in occasione del centenario dalla nascita

Recentemente restaurato “Lo chiamavano Trinità” oltre a segnare l’esordio del celebre duo Bud Spencer/Terence Hill, ha contraddistinto una delle pagine più importanti della storia del grande Cinema legato ai successi internazionali.   E. B. Clucher, al secolo Enzo Barboni, regista di quest’opera capolavoro, viene ricordato a Venezia con un evento in occasione dei 100 anni dalla nascita che si svolge il 13 luglio 2022 alle ore 18.00 presso lo storico e prestigioso Ca’ Sagredo Hotel *****L per volontà del suo Direttore Generale Lorenza Lain.

Organizzato dell’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS, con il patrocinio del Grupo Consular de América Latina, in collaborazione con l’Associazione Veneziana Albergatori; l’evento “Il Centenario di E. B. Clucher – Da ‘Miracolo a Milano’ a ‘Lo chiamavanoTrinità’ e oltre: lo straordinario percorso di un uomo di cinema” è coordinato dalla giornalista della Stampa Estera Lisa Bernardini, nonché  Presidente dell’ Occhio dell’ArteA.P.S.

L’incontro che si svolge nella dorata Sala della Musica dal cui soffitto scendono splendidi lampadari in preziosa foglia d’oro (mentre sul pavimento campeggia grandioso lo stemma araldico della casata dei Sagredo) permetterà al figlio di E. B. Clucher, lo sceneggiatore, regista e scrittore Marco Tullio Barboni di mettere in luce alcuni aspetti della vicenda di Famiglia per essere stato a lungo collaboratore, sia come aiuto regista sia come sceneggiatore, e per aver portato con sé ricordi preziosi di vita, insegnamenti e aneddoti  dai set, senza dimenticare  la presentazione del teaser del docu-film “Ogn igiorno trovato. Mio nonno in arte E. B. Clucher” di Ginevra Barboni (figlia di Marco Tullio e nipote di Enzo),

Marco Tullio Barboni svelerà nell’occasione aneddoti nascosti legati ai set del padre e vissuti in prima persona fin da bambino. Oltre a descrivere dettagli, particolari, episodi di film famosi che sono sconosciuti al grande pubblico poiché relativi al back stage,  riporterà l’importanza magica di alcuni incroci del caso che hanno portato alla creazione di amatissimi capolavori di Cinema. Non solo Trinità.

Al grande successo internazionale con la regia di “Lo chiamavano Trinità” che ha sancito la svolta nella sua carriera coronata da altri riconoscimenti importanti, Enzo Barboni è giunto dopo essere stato operatore di cinegiornali, assistente operatore, operatore alla macchina e direttore della fotografia.  Di lui verranno ricordati   tutti i meriti artistici, che lo hanno portato a lavorare con firme importanti (come Fred Zinneman, Nicholas Ray, Stanley Kubrick, Robert Wise, Richard Fleischer, William Wyler, Sergio Corbucci, Al Kantor Steno, Michele Lupo…) e ad entrare in contatto con attori come Charlton Heston, Clark Gable, Kirk Douglas, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica, Toto’, Tomas Milian, Franco Nero, Jean Sorel, Joseph Cotten. Saranno evidenziate anche le oggettive qualità umane. Enzo Barboni ha infatti creato opportunità di lavoro per generazioni di “artigiani del cinema”, come lui stesso amava definirsi, ed emergerà chiaramente dai racconti una straordinaria gavetta del mestiere, che gli ha poi consentito di esprimere rapporti lavorativi di simpatia ed empatia con chiunque abbia avuto a che fare con lui.

Ad accogliere gli ospiti nella Sala della Musica fra gli innumerevoli affreschi attribuiti a Gaspare Diziani presenti sulle pareti, sarà Claudio Scarpa, Console dell’Uruguay a Venezia e Delegato per il Veneto del Grupo Consular de America Latina. Le pareti sono rivestite da affreschi tra finte nicchie con dentro le figure monocrome di Minerva, Nettuno, Cibele, Marte, Venere, Mercurio, Giunone e Giove, mentre dal soffitto entro una finta balaustra appare Apollo sul carro del sole circondato dagli altri dei dell’Olimpo proteso a far precipitare i vizi capitali.

L’Annuario del Cinema ha contribuito con il suo prezioso supporto morale, tecnico e mediatico alla realizzazione di questo prestigioso appuntamento. Precedentemente anche la città di Roma  ha celebrato l’indimenticabile regista E. B. Clucher attraverso un Premio capitolino alla Memoria e l’annuncio dell’iter già avviato per l’intitolazione di una Via nell’Urbe.

Silvana Lazzarino

“Il Centenario di E. B. Clucher

– Da ‘Miracolo a Milano’ a ‘Lo chiamavano Trinità’ e oltre:

lo straordinario percorso di un uomo di cinema”

CA’ SAGREDO HOTEL *****L

Campo Santa Sofia 4198/99 – Ca’ D’Oro

Ingresso libero  con reservation preferenziale

evento in linea con le disposizioni anti-covid

MODALITA’ DI PRENOTAZIONE: scrivere a  [email protected]

(oppure telefonare a      +39 041 2413111 – Fax: +39 041 2413521

Associazione culturale Occhio dell’Arte A.P.S.

www.occhiodellarte.org

 

Premio letterario Internazionale Montefiore 10a edizione

 Premio letterario Internazionale Montefiore patrocinato dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Montefiore Conca. Il premio è alla sua 10a edizione.

Organizzato dall’Associazione Culturale Pegasus di Cattolica, è uno dei maggiori premi popolari italiani. La Kermesse si occupa di rilanciare la cultura letteraria stimolando la creatività dei giovani e dei meno giovani, nonchè di scoprire nuovi talenti, occupandosi al contempo di celebrare coloro che negli anni si sono particolarmente distinti in campo culturale.  La cerimonia di premiazione si terrà Domenica 26 settembre alle ore 15.00 presso il Teatro Malatesta di Montefiore Conca. Oltre a giovani autori e a case editrici emergenti, partecipano alla competizione grandi marchi editoriali.

Premio letterario internazionale Montefiore, Michele Cucuzza

Il premio è stato più volte menzionato su giornali a tiratura nazionale e su giornali esteri, tra i quali il celebre “Voice of America” a cura di Lino Manocchia, rinomato giornalista americano di origine italiana.

La cerimonia, alla quale parteciperanno autori provenienti da vari paesi del mondo, vedrà la presenza di autorità e sarà ricca di ospiti.

Special guest di questa edizione il giornalista e conduttore tv  Michele Cucuzza, che nell’occasione ritirerà materialmente il prezioso riconoscimento assegnatogli in occasione della 12^ edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, ancora non ritirato per motivi legati al lockdown che ha bloccato per mesi gli eventi pubblici : ricordiamo che tra i premi speciali fuori concorso, a  Michele Cucuzza è andato nell’occasione quello di The Book of the year  con “Fuori dalle Bolle” (Armando Curcio editore).

Vincitrice della kermesse Premio Montefiore ed. 2020 è Claudia Provenzano con l’opera Figli mancati (Armando Curcio editore), mentre il Premio della critica va al regista e scrittore Filippo De Masi con l’opera Che fantastica storia è la vita, ai fratelli Damiano e Margherita Tercon rispettivamente cantante lirico e autrice televisiva (Italia’s Got Talent) con l’opera Mia sorella mi rompe le balle (Mondadori). E allo scrittore spagnolo Manuel Gonzalo Sanchez Gomez con l’opera in lingua Operacìon Hispanic, edito da Europa ediciones.

Tra i premiati della giuria l’eurodeputato Marta Vincenzi con il saggio La promessa della sicurezza, mentre nei premi speciali spicca quello per meriti letterari al Prof. Lodovico Balducci (tra i padri della Geriatria oncologica negli Usa, residente a Tampa in Florida). Questo e molto altro, per una manifestazione letteraria tra le più apprezzate in Italia, che vuole inaugurare con questo happening pubblico una ripartenza post covid attenendosi a tutte le condizioni di sicurezza previste dalla legge.

Info a www.premiomontefiore.it

  Ufficio Stampa

Associazione Pegasus

Marco Tullio Barboni ospite ai 50 anni de “Lo chiamavano Trinità” a Lugo

Maro Tullio Barboni ospite alla serata Amarcord a Lugo per festeggiare con successo la celebre pellicola diretta dal padre Enzo Barboni in arte E. B. Clucher, al chiostro del Carmine (piazza Trisi).

Iniziata da qualche giorno la rassegna estiva lughese che metterà in campo numerose proposte; si potranno trovare i film protagonisti dell’ultima stagione, grandi classici, pellicole pluripremiate ed anteprime. Tra gli appuntamenti più attesi della stagione,  sabato 4 luglio è toccato a ” Lo chiamavano Trinità”,  cult movie prodotto da  Italo Zingarelli (eccellenza di Lugo) che, nelle vesti di produttore lungimirante,  permise di realizzare questo film intramontabile che ha ottenuto  uno dei maggiori incassi della storia del cinema italiano, inaugurando il filone dei fagioli western,  e che ha segnato il successo della coppia attoriale Bud Spencer/Terence Hill.

Marco Tullio Barboni e Lisa Bernardini

Con “50 anni di Trinità” all’Arena del Carmine, Cinemaincentro e Lugo Music Festival hanno annunciato la loro prima collaborazione. “Lo chiamavano Trinità” ( E. B. Clucher, 1970) compie appunto 50 anni: lo si è celebrato con una proiezione all’Arena del Carmine, alla presenza eccezionale di  Marco Tullio Barboni, regista, scrittore, sceneggiatore, figlio del regista del film (al secolo E. B. Clucher era   Enzo Barboni), e della giornalista Lisa Bernardini che lo ha intervistato.  È stata anche l’occasione per ricordare e raccontare la figura di Italo Zingarelli.

Marco T Barboni intervistato da Lisa Bernardini

Emozionato l’ospite della serata, Marco Tullio Barboni, che dopo il film ha raccontato aneddoti del film e curiosità sul rapporto del suo celebre padre con Zingarelli e gli altri protagonisti di una pellicola divenuta leggendaria.

 

L’uscita ufficiale di questo film, avvenuta nel 1970 in Emilia Romagna immediatamente prima di Natale, innescò un successo senza precedenti e al di là, come si suol dire, di ogni più rosea aspettativa” – ha sottolineato alla stampa Marco Tullio Barboni sia prima dell’evento che nel corso della serata.

Ciononostante, mai avrei pensato che dopo cinquantanni (mezzo secolo!) sarei tornato in Emilia Romagna per celebrare non soltanto un successo rimasto vivo nel tempo, ma, prima ancora, l’intuito, la genialità e il talento di Enzo, di Italo, di Mario, di Carlo ed anche quello di Franco (Micalizzi) che, giovane compositore alla sua prima colonna sonora, ha meravigliosamente contribuito a rendere ‘Lo chiamavano Trinità’ un film indimenticabile per generazioni di spettatori”.

Risate a non finire per tutta la proiezione; un pubblico attento e partecipe ha apprezzato ogni ingrediente predisposto dagli organizzatori, comprese le slides di foto durante l’intervista, ricca di aneddoti e ricordi, in una location attrezzata rispettando rigorosamente le norme anti Covid. Trinity è oramai leggenda.

Silvana Lazzarino

 

Associazione culturale Occhio dell’Arte APS

www.occhiodellarte.org

 

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Fabrizio Meo presenta la silloge “Amen in limine” a Roma

Fabrizio Meo presenta la sua prima silloge “Amen in limine” a Roma il 15 febbraio 2020 presso la Libreria Hora Felix alle ore 18.00.

La ricerca della completezza tra essenza di pensiero ed emozioni dove si armonizzano materia e spirito, finito e infinito diventa punto di partenza per esplorare il mistero stesso della vita dal suo inizio alla sua declinazione verso altre forme in cui la fine diventa rinascita e ridefinizione del sé, Da qui si potrebbe partire per accostarsi alle profonde riflessioni legate all’uomo e al suo essere in questo tempo, proposte dalle liriche di Fabrizio Meo, giovane autore agnonese appassionato di musica, spiritualità cristiana e orientale, poesia e ancora esperto di Taoismo e Sufismo, nonché di mistica apofatica, che già con la sua prima opera poetica  “AMEN IN LIMINE” restituisce l’energia in divenire del suo proiettarsi verso un rinnovato ascolto del sé in relazione a quanto intorno e al creato. A Roma nell’ambito della Rassegna Iplac presso la libreria Hora Felix in Via Reggio Emilia, 89 alle ore 18.00, sabato 15 febbraio 2020 viene presentata questa interessante silloge che vede come moderatrice Fiorella Cappelli, raffinata  poetessa, giornalista e critica letteraria, nonché organizzatrice di eventi culturali di ampio respiro, e in qualità di relatore il poeta e scrittore Fabio Tirone, la cui poesia esplora il tessuto esistenziale dando spazio all’uomo al suo senso di libertà quale conquista da tenere sempre salda.

Fabrizio Meo e la sua silloge “Amen in limine”,  la presentazione alla libreria Hora Felix sabato 15 febbraio 2020

Emerge da queste pagine dell’opera di Fabrizio Meo, una poesia colta con rimandi alla cultura classica greca e latina che invita con versi densi di armonia ad un rinnovato rapportarsi all’esistenza a partire da rimandi ad un passato pronto a riaffiorare con ombre e luci, ma anche espressioni di saggezza. In questo accostarsi all’esistenza con rinnovato sguardo e partecipazione a quanto vicino e lontano riscoprendo quanto l’armonia dei contrari rappresenti l’equilibrio dell’universo, necessario alla vita, il silenzio interiore diventa  occasione per recuperare quelle autentiche espressioni del pensiero nel rileggere la propria identità spesso offuscate dal caotico presente dal cui labirinto si può uscire recuperando il bello, e l’autentico respiro di luce che muove il pensiero e entra nella materia.  Da qui il rispetto della persona principio necessario per non rinunciare a sé stessi e agli altri ciascuno nella propria unicità, consapevoli che ogni aspetto della vita è in costante cambiamento, così come le sensazioni che si vivono.

La passione per letteratura classica, compresa quella greca e latina e la laurea in materie letterarie presso l’Università del Molise e la specialistica in “Scienze del testo” conseguita all’Università La Sapienza di Roma e ancora l’interesse per la musica anche quella metal, si combinano in questa poesia di luce e respiro infinito con il cosmo accogliendo riflessioni legate a filosofie e credo cristiani e orientali. a suggerire nuove possibili vie per giungere a quella verità sull’uomo  e sul  senso del suo esistere e sul suo nascere e morire, per poi rinascere oltre.

Le liriche di Fabrizio Meo sono specchio di quella parte silente che vibra nell’essenza di luce ad attraversare la materia per recuperare autenticità di emozioni e procedere oltre le banali apparenze e superficialità che appartengono alla massa. I suoi versi  invitano a cogliere oltre la forma quel di più che restituisce l’armonia tra il principio e la fine, il giorno e la notte, ad accarezzare l’idea di approssimarsi a quel confine con il divino, la divinità dove tutto è eterno presente e si rinnova oltre il tempo.

..

Silvana Lazzarino

 

 Per la Rassegna Iplac

Presentazione della silloge “Amen in limine”

dii Fabrizio Meo

modera Fiorella Cappelli,

relatore Fabio Tirone

Libreria Hora Felix

Via Reggio Emilia, 89 Roma

Sabato 15 febbraio 2020 ore 18.00

 

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Maratea: le nuove prospettive del cineturismo

Maratea le nuove prospettive nazionali e internazionali del cineturismo presentate lo scorso 9 febbraio 2020 al Convegno “Maratea: patrimonio di storia e cultura, un set di cinema ed eventi” nell’ambito del BIT Borsa internazionale del Turismo

 Grande interesse da parte del pubblico con partecipazioni culturali davvero di spessore, lo scorso 9 febbraio 2020 nell’ambito del Bit – Borsa Internazionale del Turismo, per l’ interessante convegno “Maratea: patrimonio di storia e cultura, un set di cinema ed eventi”. organizzato dal Comune di Maratea insieme all’associazione Cinema Mediterraneo con il Consorzio degli albergatori e la Pro Loco.

Durante l’incontro – moderato dalla bella conduttrice Carolina Rey e che ha visto i saluti di apertura di Vito Bardi, Presidente della Regione Basilicata – diversi sono stati gli interventi in scaletta che si sono soffermati sulle prospettive nazionali e internazionali del cineturismo e sul rapporto virtuoso tra Maratea, la Basilicata, il cinema e gli eventi.

Maratea: il convegno con Michela Scolari e  Vittoria Bianchini

A turno hanno parlato, in vari momenti ed in ordine sparso: Daniele Stoppelli, sindaco di Maratea;  Biagio Salerno, presidente del Consorzio Turistico Maratea; Pierfranco De Marco, presidente della pro loco di Maratea La Perla; Antonella Caramia, presidente associazioniste Cinema Mediterranea; Antonio Nicoletti, direttore Apt Basilicata; il Presidente UMPLI Nazionale Antonino La Spina.

Dal mondo del cinema da sottolineare gli interventi della produttrice Michela Scolari; di Alberto Barbera direttore del Festival del Cinema di Venezia; dell’attrice Vittoria Bianchini che sarà una delle protagoniste del prossimo film di Terry George che si girerà anche in Basilicata.

Tra le presenze che si sono intraviste nello stand pure quella di  Valentina Trotta, assessore al Turismo e Spettacolo del Comune di Maratea. Molto apprezzati poi da parte del pubblico presente gli interventi degli attori Paolo Ruffini e Sandra Milo, con funzione di testimonial per l’occasione. Sandra Milo ha esaltato la funzione del Cinema in Italia. Impossibile per lei non far riferimento, al di là della domanda specifica postale dalla conduttrice Carolina Rey,  alla sua vicenda professionale ed umana con l’indimenticabile Federico Fellini, da lei definito “il più grande regista del mondo, che ha dato tanto amore al nostro Paese“. Un uomo per il quale la Milo ha vissuto un incontro fatale, di quelli indimenticabili e difficile perfino da esprimere per quanto intenso. Ha infine sottolineato, la nostra Sandra icona nazionale: “L’Arte senza amore non è

Maratea: convegno, Antonella Caramia

completa“.

Paolo Ruffini, al solito autoironico e divertente, dopo aver scherzato a più riprese con il manager lucano Nicola Timpone, ha concordato sul fatto che l’Arte senza amore non sia niente, ed ha speso bellissime parole per Maratea ed il territorio lucano, definendolo un luogo familiare, dove ci si sente a casa. Dietro ad una promozione cinematografica c’è proprio arte, ha poi aggiunto  Ruffini, concludendo che “il Cinema è una grande occasione sociale, dove si condividono emozioni con sconosciuti uscendone arricchiti; e dove c’è socialità c’è cultura“.

Sono state annunciate importanti novità relative alla prossima edizione del “Le  giornate del cinema lucano a Maratea – Premio Internazionale Basilicata 2020” e alla sua offerta turistica. La prima anteprima annunciata  ha riguardato il cambio di nome: “Marateale – Premio internazionale Basilicata” sarà la nuova dominazione.

Il sindaco Daniele Stoppelli ha dichiarato nel suo intervento, fra i numerosi contenuti enunciati. “Siamo orgogliosi della nostra importante rassegna cinematografica internazionale, che si terrà dal 21 al 26 luglio 2020  e che ha visto nella scorsa edizione, tra i tanti illustri ospiti, la partecipazione di Richard Gere. Anche per quest’anno e per gli anni a venire, in sinergia con la Regione Basilicata, l’Apt, gli operatori turistici e le associazioni presenti sul territorio, stiamo lavorando alla programmazione turistica di Maratea, al fine di realizzare un’offerta sempre più rispondente alle esigenze del mercato “.Gli interventi parlati in programma sono stati tutti di valore celebrativo per la regione Basilicata: hanno ripercorso la qualità dell’offerta lucana per quanto riguarda vacanze e beni culturali e paesaggistici.

Silvana Lazzarino

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Wegil Roma: “L’invisibilità non è un superpotere”. Foto e lastre per dire no alla violenza sulle donne

Wegil Roma. L’invisibilità non è un superpotere. La mostra a cura di Marzia Bianchi con Fondazione Pangea – REAMA, è in corso fino al 6 febbraio 2020

Di portata nazionale e non solo, quello della violenza sulle donne è un tema doloroso che riguarda tutta la società. Risuona come un grido di dolore, disperazione, solitudine, come un grido di aiuto,, trattato dalle pagine della cronaca nera e dai talk show televisivi del dolore con parole e immagini che commuovono e fanno riflettere, ma che poi al di fuori di questi canali resta nell’ombra. Vittime di violenze, la maggior parte delle donne si trovano nell’impossibilità di reagire e trovare la forza per dar voce ad un dolore non solo fisico, ma anche morale con cui sono costrette a convivere. Un dolore che ferisce fuori e dentro, nel corpo e nell’animo, fino a diventare un peso insopportabile se alla lunga si resta da soli.

Wegil Roma. L’invisibilità non è un superpotere mostra di foto e radiografie

A restituire entro un contesto artistico di forte impatto visivo ed emotivo, visibilità a questa realtà drammatica che ancora si nasconde silenziosa negli ambienti dove manca il rispetto e la libertà di essere se stessi, è la mostra “L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPER POTERE, Fotografie e lastre per dire no alla violenza sulle donne” che è stata inaugurata a Roma WeGil in Largo Ascianghi 5, il 16 gennaio 2020 alle ore 18.30,  cui hanno collaborato Pangea – Reama, l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano. All’anteprima per la stampa svoltasi il 16 gennaio alle ore 11.00 sono intervenuti Giovanna Pugliese, Assessora al Turismo e Pari opportunità della Regione Lazio,; Alessio D’Amato, assessore alla Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio; Simona Lanzoni, Vice Presidente Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice di Reama; Marzia Bianchi, fotografa, curatrice e collaboratrice Pangea – Reama; Maria Grazia Vantadori – Chirurga, referente Casd – Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo e componente Reama; Fabrizio d’Alba, Direttore Generale Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini e l’attrice Francesca Reggiani.

Wegil Roma. L’invisibilità…mattonelle di Marzia Bianchi

Promossa dalla Regione Lazio e organizzata da LAZIOcrea in collaborazione con la Fondazione Pangea Onlus, promotrice di Reama, la rete per l’Empowerment e l’auto mutuo aiuto per le donne vittime di violenza, l’esposizione, “L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPERPOTERE” curata da Marzia Bianchi con Fondazione Pangea – REAMA, presenta 10 fotografie e 10 radiografie che raccontano il mondo di dolore e silenzio in cui vivono le donne vittime di violenza. Autrice delle fotografie è Marzia Bianchi, fotografa e collaboratrice di Pangea – Reama, che ispirandosi alle parole delle donne accolte dallo sportello antiviolenza on line di Reama (www.reamanetwork.org), ha trasformato la narrazione in immagini. Alle fotografie sono affiancate, in totale anonimato delle radiografie gentilmente concesse dall’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e dall’ ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, effettuate alle donne arrivate nei Pronto Soccorso e che hanno dichiarato di aver subito violenze.

Wegil Roma. L’invisibilità…pescerossoweb_credits -®Marzia Bianchi

Così afferma la fotografa Marzia Bianchi:” L’invisibilità non è un superpotere… vuole dunque rompere il muro di silenzio che coinvolge le donne che hanno subito violenza: nella mostra sono i loro corpi, le loro lesioni a parlare, intrecciando singole storie in un unico racconto. Le vite delle donne sono diverse eppure lo schema della violenza si ripete, prevalentemente a opera di un compagno, familiare o conoscente”.

Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea e coordinatrice della rete Reama. sottolinea come la mostra sia l’occasione per noi di svelare quello che molto spesso le donne non riescono a dire o nominare una volta giunte al pronto soccorso. Però i corpi, le lesioni parlano per loro e raccontano di vertigini di orrore quotidiano. Chi accoglie deve saper decodificare i silenzi e attribuire la giusta dimensione alle lesioni incompatibili con quanto narrato”.

L’invisibilità…non è un superpotere…

Mariagrazia Vantadori, chirurga dell’ospedale San Carlo Borromeo, nonché referente del Casd, Centro Ascolto Soccorso Donna del San Carlo ha evidenziato come i tanti anni di attività lavorativa e di esperienza sul campo, l’abbiano portata a decodificarele loro lesioni, ad andare oltre il non detto e ad aiutare le donne a orientarsi per uscire dalla violenza con il sostegno della rete territoriale e dei centri antiviolenza. Far capire loro che quanto accaduto non deve ripetersi mai più e che non sono sole è essenziale e in tal senso i presidi sanitari sono uno snodo importantissimo della rete”.

 L’esposizione nasce dall’esperienza ventennale di Fondazione Pangea che ha incontrato migliaia di donne in tutto il mondo e dall’incontro tra la Dr.ssa Maria Grazia Vantadori, chirurga nonché referente CASD – Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo e componente della rete Reama, e la fotografa Marzia Bianchi, collaboratrice di Pangea – Reama. Dopo la tappa romana la mostra sarà ospitata in altri luoghi del Lazio a partire dalla Provincia di Frosinone dal 6 al 27 marzo 2020.

Silvana Lazzarino

 

 L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPER POTERE

Fotografie e lastre per dire no alla violenza sulle donne

a cura di Marzia Bianchi con Fondazione Pangea – REAMA.

WeGil – Largo Ascianghi 5, Roma

orario: tutti i giorni 10.00-19.00

Inaugurazione  16 gennaio 2020  ore 18.30

16 gennaio – 6 febbraio 2020

ingresso libero

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Ginevra Barboni: un talento di famiglia

Ginevra Barboni tra le 50 registe più promettenti al mondo conferma un talento di famiglia nel mondo del cinema

Ginevra Barboni

Figlia e nipote d’arte Ginevra Barboni conferma il talento di famiglia nel mondo del cinema in qualità di regista e sceneggiatrice.  Ad avvalorarlo la notizia giunta da poco con cui la Black Lab Film Co ha inserito Ginevra Barboni tra le 50 registe più promettenti al mondo. Dopo i successi riscossi all’estero, e non solo in Italia, del suo primo cortometraggio La vita che ti aspetta”, Ginevra è concentrata per realizzare un nuovo lavoro che ha scritto insieme al padre. Si tratta del corto “La chiusura del cerchio”, dalla delicata sceneggiatura che tocca la tematica dell’eutanasia.

“Nasco a Roma il 4 giugno 1989. Dopo aver conseguito due stage in “filmaking” e “digital filmaking” presso la “New York Film Academy” di New York, nel dicembre 2013 ho conseguito la laurea triennale in Studi Italiani presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi in critica letteraria dal titolo “Perelà, un uomo di fumo a cavallo fra due secoli” – racconta di sé Ginevra. Suo nonno è stato E. B. Clucher: da “Lo chiamavano Trinità” in poi, tanto per citare un titolo tra i tanti film che ha diretto, ha fatto un pezzo di storia indimenticabile del nostro cinema. Suo padre, Marco Tullio, è  noto sceneggiatore di cinema e tv, e negli ultimi anni anche scrittore di successo..

Ginevra Barboni e Tommaso Maggi, con i rispettivi padri Marco Tullio Barboni noto sceneggiatore e regista e Angelo Maggi doppiatore

E’ del 2016 la Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media di Ginevra, conseguita  presso l’Università IULM di Milano con una tesi, seguita dal prof. Giovanni Chiaramonte, intitolata “Lo Specchio di Andrej Tarkovskij: un film tra memoria e ricordo. “In quello stesso anno frequento il corso di formazione “Scrivere con la luce” di Ercole Visconti presso la Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano, e l’anno seguente partecipo alla Masterclass “Showrunner: creare e produrre serie tv” di Neil Landau dell’ UCLA, School of Theatre, Film and Television” – ricorda Ginevra con tanta nostalgia.

Nell’inverno del 2016 ricopre anche il ruolo di assistente alla regia nel programma “Master of Photography” prodotto da Sky Arte e nel 2017 come operatrice di macchina in studio e per i confessionali nella seconda edizione dello stesso programma.

Ginevra Barboni e Tommaso Maggi e i rispettivi genitori

Non contenta di aver già ottime basi professionali, Ginevra si specializza ulteriormente lo scorso anno con un master in “Direttore della fotografia, operatore di ripresa e montaggio” presso l’Accademia Nazionale del cinema di Bologna tenuto dai docenti Mauro Marchetti, Rocco Marra e Paolo Vanghetti.

Ginevra continua a raccontarsi con il suo sorriso luminoso,  che non la abbandona mai: “Ho imparato nel set a lavorare a fianco di mio padre già dal 2008, come assistente alla regia e aiuto operatore per suoi cortometraggi, tra i quali  “Il grande forse” con Philippe Leroy e Roberto Andreucci. La fotografia era di Maurizio Calvesi e le Musiche di Franco Micalizzi. Ho poi continuato con “Chimeres Absentes” di Fanny Ardant, “Pensiero Giallo” ed “Idea Malvagia” di Pierfrancesco Campanella, e ho fatto anche il direttore della fotografia nel film “Tundra” di Federico Mattioni. E di mio nonno ho sempre ammirato tutta la sua produzione, ovviamente“. Quest’anno Ginevra Barboni ha realizzato come autrice, produttrice e regista, la sua opera prima, il cortometraggio “La vita che ti aspetta”, insieme al collega ed amico Tommaso Maggi, figlio d’arte anch’egli: suo padre Angelo Maggi è quel magnifico  doppiatore che tutto il mondo conosce, ad esempio, come voce italiana di mostri sacri come Tom Hanks o Bruce Willis.

Ginevra Barboni

Sono così felice che la mia prima creatura cinematografica abbia già riscosso finora ben quindici riconoscimenti: da poco tempo l’abbiamo presentato ai festival internazionali, ed è stato un esordio straordinario”.

Ricordiamo infatti che la pellicola ha vinto come miglior sceneggiatura originale al Los Angeles Film Award, miglior cortometraggio a tema LGTBQ al Detroit Shetown Film Festival e miglior cortometraggio a tema LGTBQ al Lady Filmmakers Festival.

A ciò si sono aggiunti altri prestigiosi traguardi: miglior cortometraggio italiano alla competizione mensile e Grand Jury Award alla competizione annuale all’Oniros Film Festival; premio “La città del cortometraggio” al Social Word Film Festival; miglior regista del festival al Barcelona Planet Film Festival.

Per concludere, miglior cortometraggio e miglior Cinematographer all’European Cinematography Award; Award of distinction al Canada Short Film Festival; e ben 4 nominations: all’Indie Short Fest del Los Angeles International Film Festival come miglior cortometraggio a tema LGTBQ e miglior regista; come miglior cortometraggio straniero al Gold Movie Award; per la miglior attrice protagonista al Barcelona Planet Film Festival. Ulteriori info a  www.ginevrabarboni.com

Silvana Lazzarino

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Andrea Casta ha già conquistato i social con “Birth”

Andrea Casta famoso violinista elettrico e il videoclip “Birth” realizzato nella recentissima struttura ipertecnologica del Planetario di Cosenza

Violinista, cantante ed entertainer internazionale ANDREA CASTA negli ultimi anni, con il suo violino elettrico, grazie a una collaborazione con i più importanti dj del mondo e la sua anima di globe trotter, è stato uno dei protagonisti indiscussi dei più prestigiosi locali e club in Italia e all’estero.

Andrea Casta violinista elettrico e il brano “Birth”

Portavoce dello stile italiano, si è esibito nelle notti di mezzo continente, dal 2010 compie circa un tour all’anno in Medio Oriente, dove ha suonato a Dubai, ad Abu Dhabi, in Bahrein, in Israele, in Libano e in Qatar. Altre mete largamente esplorate appartengono alle Repubbliche ex – sovietiche: Russia, Ucraina, Kazakistan, Turkmenistan. Nel 2015 ha compiuto un tour estivo che lo ha portato in Turchia, Grecia ed Azerbaijan, insieme ad occasioni che lo hanno portato a Mauritius, Seychelles, Egitto e Spagna. Anche i club dislocati nel nucleo centrale dell’Europa lo hanno ospitato: da Berlino ad Amsterdam, da Nizza a Londra, dalla Svizzera alla Croazia per arrivare fino a Repubblica Ceca e Romania.

Lo scorso 31 ottobre 2019 è uscito il suo nuovo videoclip BIRTH il cui video è stato realizzato, con le riprese dei giovani registi Loren e Ervin Bedeli, nel Planetario G.B. Amico di Cosenza, nuovissima struttura inaugurata la scorsa primavera, scelta per le sue caratteristiche architettoniche e tecnologiche che confermano la vocazione alla scienza e all’arte della città calabrese.

Andrea Casta violinista elettrico e il suo brano “Birth”

Il nuovo singolo dell’artista è il quinto episodio del racconto fantascientifico” The Space Violin Project”, iniziato nel luglio del 2018 con un percorso musicale che va  dall’electro di “Double Sun” alla tech house di “Warp 6”, passando per scelte sonore progressive in “Black Hole Tale”, fino a “The River”, tutti successi che hanno fatto ballare migliaia di fan del globetrotter Casta in giro per il mondo.

“Birth”, invece, si avvicina alla future bass: nel brano il violino elettrico rallenta insieme ad una voce femminile su un groove di ispirazione dubstep, la melodia poi esplode in un drop cinematico ispirato dall’energia della nascita evocando tutte le speranze ed emozioni che precedono le avventure nello spazio del protagonista.

Nel video, nel quale il musicista riprende il suo viaggio nel futuro nei panni del Commander AJ, s’immagina che all’interno della struttura si svolga il suo addestramento in vista della prossima missione nello spazio: a istruirlo un’intelligenza artificiale impersonata dall’affascinante proiettore del planetario che, attraverso i suoi “occhi”, dà vita ad un omaggio ad HAL 9000, il supercomputer protagonista di 2001 Odissea nello Spazio.

Andrea Casta violinista elettrico

Andrea Casta ha maturato una visione musicale e un’esperienza artistica unica grazie ad un utilizzo del violino elettrico molto personale e contemporaneo. Negli ultimi anni ha intensificato le sue collaborazioni con i dj, diventando uno dei performer più richiesti in tutto il mondo e che più ha appassionato il mondo social avvicinando le nuove generazioni e il pubblico internazionale allo strumento violino

Oggi Andrea Casta ha più di 700mila ascolti su Spotify, quasi 200mila followers sui diversi social network, e negli ultimi anni si esibisce tra le 170 e 200 date all’anno in tour che lo hanno portato in 28 nazioni del mondo.

Silvana Lazzarino

 

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