Umberto Maselli necrologio

Umberto Maselli necrologio

Umberto Maselli è morto in Belgio.

Umberto Maselli un vero amico mio e dei progetti LENOIS.

Condoglianze alla famiglia da parte di Bruno Mancini, Roberta Panizza e tutti i pionieri di LENOIS.

Umberto Maselli necrologio

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Ischia, un’isola d’amore.

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Umberto Maselli necrologio

 

Ischia, un’isola d’amore.

Umberto Maselli

Ha strillato per la prima volta di fronte al mare di Mergellina il 6 maggio del 1961.
Ha messo mano alla scrittura, non essendo scrittore né poeta, a partire dal 1980.
Vive ad Ischia dal 1988 dopo un peregrinare comune alla sua generazione.

I suoi riferimenti per la poesia sono il mistico Dschelal Ad Din Rumi
“ Io non sono me stesso, Tu non sei né te stesso né me, non posso affermare ciò, perché io sono te stesso e me, Tu me stesso e Te. Chi oserà, o bella fanciulla di Chotan, sciogliere l’enigma se io sia racchiuso in Te più di quanto Tu sia racchiuso in me?
Non voglio chiederlo“.

Calderon de la Barca
“Amor, honor y poder” ; “La vida es sueño”.

Reiner Maria Rilke
” Io giro intorno a Dio, intorno all’antica torre – e giro per millenni e ancora non so, se sono un falco, una tempesta o un lungo canto”.

Hermann Hesse
“E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita”.

Sogna di  tradurre dall’inglese l’ultima opera di Sri Aurobindo (circa 24000 versi, basilare per chi si interessi di Yoga ma anche di concentrazione e di meditazione così come di spiritualità e misticismo). Poesia mistica che riverbera temi del Mahabharata (testo sacro di circa 110.000 strofe sulla mitologia induistica), delle Upanishad, della Bhagavad Gita, dei Veda e dei loro Mantra.
Senza essere visto


Come luce che per sempre, lentamente,
si spegne nell’ oblio di occhi cechi
di un amore non voluto vedere,
di un messaggio non compreso
perché scritto dentro un inaccettabile profondo.

Come marea che si ritira e scopre
intimità che si pensava di ignorare,
e di  poter dipingere su un unico piano;
perché importanza nulla
possiede chi sé ad altri vuole figurare.
Hai supplicato in ginocchio,
hai pregato cantando,
hai tirato fuori le cose non dette.
Io torno indietro:
vieni ti porto a casa
vieni fuori sui miei mari.
No. Siamo persi.
Siamo suoni che si ripetono

 

REGALO

Che potrei regalarti per il genetliaco?
Una musica celeste, ma che mai ascolterai ?
Delle parole scritte ?
Servirebbero  solo all’arte del dire,
ma le tue parole non sono le mie parole.
Io penserò che le leggerai,
ma tu non penserai a quelle parole.
Il caro  ricordo ?
O meglio: l’oblio di noi ?
Abbiamo dimenticato cosa c’era da ricordare.
La cosa rarissima, la preziosità ?
La cosa che io avevo riservato solo per te
è forse la stessa cosa che tu avevi riservato solo per me?
La poetica del tempo invisibile?
L’ essere, il vuoto, la fine?
Forse posso regalarti
di non ricordarti che già un anno è passato
dal tuo compleanno,
ma questo è un regalo troppo difficile.

 

IL FATO ED IL DESTINO

Poco prima che tutto sarà finito
Sarò una stella, come te, mio amato.
E sarò immutabile nell’oscurità

Dietro a noi la materia,
Luce blu non visibile
Come niente e tutto sarà per noi

Sei il mio fluido divino,
aspro,amaro e dolce
come la vita seppe essere.

Non sei stato, né sarai.
Saremo, nel nulla,
Introvabili, solo breve ricordo.

 

Senza essere visto

Come luce che per sempre, lentamente,
si spegne nell’ oblio di occhi cechi
di un amore non voluto vedere,
di un messaggio non compreso
perché scritto dentro un inaccettabile profondo.
Come marea che si ritira e scopre
intimità che si pensava di ignorare,
e di  poter dipingere su un unico piano;
perché importanza nulla
possiede chi sé ad altri vuole figurare
Hai supplicato in ginocchio,
hai pregato cantando,
hai tirato fuori le cose non dette.
Io torno indietro:
vieni ti porto a casa
vieni fuori sui miei mari.
No. Siamo persi.
Siamo suoni che si ripetono.

 

La Paura del Vuoto

Nella immensa solitudine,
Nel silenzio di chi avrebbe voluto dire tanto,
In piedi, su quel molo,
Ultimo piccolo lembo di una terra
che si è pronti a lasciare.
Pochi al mio fianco guardano in me.
Un me che vorrebbero attaccato  all’abbandono,
Un ego che continui una mia parte in ogni loro proiezione.

Solo.

Dalla fitta nebbia delle oscurità della mente,
Scaturisce una energia
Simulata come passione,
Come dolore intenso da condividere
E come ricordo ancestrale di gioie.
Gioie mai esistite, perché solo veloci attimi
A cui si aggrappa la mente del ricordo.

Diviso, separato, alienato a me stesso.

Solo.
ANT3 DAVANTI 7

Ischia, un’isola di…

 

ANT 3 DIETRO 6

Ischia, un’isola di…

Umberto Maselli ha strillato per la prima volta di fronte al mare di Mergellina il 6 maggio del 1961.
Ha messo mano alla scrittura, non essendo scrittore né poeta, a partire dal 1980.
Vive ad Ischia dal 1988, dopo un peregrinare comune alla sua generazione.

Tutta la sua produzione letteraria è compresa in un volume dal titolo “Morfotema”, ma non ne esistono copie a disposizione.
I suoi riferimenti per la poesia sono il mistico Dschelal Ad Din Rumi
” Io non sono me stesso, Tu non sei né te stesso né me, non posso affermare ciò, perché io sono te stesso e me, Tu me stesso e Te. Chi oserà, o bella fanciulla di Chotan, sciogliere l’enigma se io sia racchiuso in Te più di quanto Tu sia racchiuso in me?Non voglio chiederlo”

Calderon de la Barca,
“Amor, honor y poder”
“La vida es sueño”

Reiner Maria Rilke
” Io giro intorno a Dio, intorno all’antica torre – e giro per millenni e ancora non so, se sono un falco, una tempesta o un lungo canto”.

Hermann Hesse.
“E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita”.

Sogna di  tradurre dall’inglese l’ultima opera di Sri Aurobindo (circa 24000 versi basilare per chi si interessi di Yoga ma anche di concentrazione e di meditazione così come di spiritualità e misticismo. Poesia mistica che riverbera temi del Mahabharata (testo sacro di circa 110.000 strofe sulla mitologia induistica), delle Upanishad, della Bhagavad Gita, dei Veda e dei loro Mantra.

Che la poesia non sia necessaria all’ordinato svolgersi della nostra esistenza,  è una affermazione che tutti, chi più chi meno,  ci portiamo dietro dall’età scolare.
Umberto Maselli  non ne è per niente convinto tanto che va oltre, superando il concetto, e giungendo a considerarla “indispensabile” alla quotidiana pulizia dell’alcova nella quale egli ripone provvisoriamente sentimenti e passioni.
Quasi che essa, la Poesia,  dopo una marea dalle  rombanti accanite risacche che trascini stupendi tronchi e variopinte conchiglie insieme ad ingiuriose plastiche e disgustosi liquami,  funga da setaccio per cernere e separare scorie e genuinità che la vita propone ed impone.

Non è loquace e non è invadente, e se ammette di credere  che il mistero dell’anima e dell’amore non sia nella morte, ma nella vita, con la stessa intrinseca attenzione guarda al tramonto piuttosto che all’alba,  così come è indicato dalle più antiche tradizioni orientali, scrivendo:
“Io porto il sogno eppure sono la realtà”

Dolce compagna di momenti. Amica.
Colei che ha condiviso con me quella eternità
rubata agli attimi, al lieve soffio di un respiro
che non vuole cessare.
Come onde montate dal vento costante
affioravi con una incredibile costanza nei miei pensieri.
Nell’atmosfera festosa e primaverile
di un tempo che mi crolla addosso,
nelle sue molteplici direzioni dell’assoluto silenzio,
una volta e per sempre, conoscevo la perdita,
l’assenza che non torna.
Eterna anima del tutto.

Io porto il sogno eppure sono la realtà
e la mia realtà non è una somma di sogni.
Monto sulle ali del vuoto
fuori del mondo
e vagabondo nel regno del non essere.
Dimoro nel deserto dell’infinito

Ciò che è
è quello che si vive.
Scrive la sua percezione
e ci passa addosso.
Quello che sarà
in fondo non ci interessa,
è la nostra utopia di credere
quanto vivremo alla dimensione
del tempo.

Quando Disperazione
si aggira
nera
tra i corridoi del Castello
di Regina Niente
possa il Falco
dell’Attenzione
planare
al centro del mio cuore
e ghermire
sicuro
la sua incerta preda.
Pacifica Verità
astienimi
dalla Rapace Avidità.
Il Signore Nero
Lasci volare il suo Falco

Umberto Maselli – Leggono Salvatore Ronga e Viviana Mancini

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Umberto Maselli 2 – Legge Lucia Cassini

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Umberto Maselli 3 – Legge Lucia Cassini

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Umberto Maselli 4 – Legge Antonio Mencarini

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