Il Dispari 2017-12-18 Redazione culturale

Il Dispari 2017-12-18 Redazione culturale

Il Dispari 2017-12-18

Il Dispari 2017-12-18 Redazione culturale
Editoriale | Bruno Mancini

Così come voluto dal Direttore di questo giornale “Il Dispari“, Gaetano Di Meglio, la pagina si apre continuando la pubblicazione di tutti i testi proposti nell’antologia “Penne Note Matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi e presentata al Bookcity di Milano #BCM17 nel Museo Delle Culture MUDEC il 18 Novembre 2017.
Oggi tocca a… me con la presentazione che mi ha graziosamente regalata Silvana Lazzarino e con tre mie poesie inedite “Inizia il gioco”, “Effimero” e “… Ancora Carnevale” da lei scelte per la pubblicazione nell’antologia.
Buona lettura.

Silvana Lazzarino | Bruno Mancini, non solo scrittore.

Sempre in prima linea con il suo impegno costante, quel carisma ed entusiasmo nel promuovere la poesia e la cultura in generale nella sua Ischia e al di fuori, Bruno Mancini, poeta e scrittore di successo, raffinato e ironico, insieme ai soci di DILA Associazione Culturale Da Ischia l’Arte di cui è Presidente ha portato avanti il suo programma, già iniziato dieci anni prima, volto a dare nuova visibilità al mondo dei poeti e di quanti operano nell’arte tra musica, teatro, danza, arti figurative

Tra gli obiettivi della DILA, con cui Bruno Mancini e la sua squadra hanno dato vita a numerosi eventi tra presentazioni di libri, incontri, dibattiti, mostre di pittura e fotografia, vi è quello, come sostiene lo stesso Bruno Mancini: “… di operare affinché l’Arte in generale e la Poesia in particolare riconquistino il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana”.

Grazie al prezioso impegno dei suoi collaboratori tra cui Roberta Panizza,

poetessa, direttrice artistica di DILA, Antonio Mencarini voce e poeta, Vincenzo Savarese giornalista, Maria Luisa Neri presidente dell’Associazione “l’Arte del suonare”, Paola Occhi soprano lirico, Angela Maria Tiberi scrittrice, Dalila Boukhalfa scrittrice, Bruno Mancini ha pensato di diffondere il più possibile la cultura fuori dall’ordinario, invitando imprese ed aziende commerciali a diventare sostenitori per la promozione della stessa cultura attraverso il canale pubblicitario attivato in questi volumi.

Così, tra le diverse iniziative proposte da DILA, vi è anche questo prodotto antologico sul quale si da spazio alla descrizione di diverse attività dell’associazione, ai suoi protagonisti e ai numerosi eventi di spicco che hanno ottenuto ottimi riscontri di pubblico e critica.
Di Bruno Mancini vi propongo tre poesie inedite.

Silvana Lazzarino

Inizia il gioco

Esageratamente
pudica maliarda
strattoni tra la folla l’insolito eremita.

Con fatuo finto
effimero veniale
sprofondi il solitario nell’orbita del sud.

Inizia il gioco.
Perde chi fugge.

 

Effimero

L’incognita dell’attimo
stropiccia l’incubo
sul filo del rasoio
che trancia peli bianchi.

Il “Dove effimero”
si placa.

 

… Ancora Carnevale

L’assuefatta sintonia
amorfa inonda
tra rotoli le maschere.

Moti carnevaleschi
ci vestiranno come due viandanti
in cerca di un passaggio,
ci truccheranno come due balordi
dimentichi del tutto,
ci mostreranno come cosmonauti
tornati dalla luna.

Ma noi ci parleremo
lontani dalle fiabe e dai romanzi,
ci baceremo
spezzando sguardi verso il nulla,
ci sedurremo
stracciando segni sulla pelle

e sì

ci vestiremo come due viandanti
sul viale di un passaggio,
ci truccheremo come due balordi
memori del tutto,
ci muoveremo come cosmonauti
in rotta per la luna.

Daniela Mancini intervistata dal giornalista Bertolaccini

Bertolaccini¬: «”La tua storia nella mia” e “Per distrazione” sono ambientati in Toscana, vuol riferirsi a lettori locali?»

Daniela Mancini: «No certamente, perché la Toscana è solo il luogo iniziale della narrazione.
Nel primo testo ognuno potrà ritrovarsi con le proprie esperienze e ricordi.
È un tentativo di recupero di una memoria collettiva che non comparirà mai nei libri di storia.
La narrazione comincia dalla fine della civiltà contadina della mezzadria in Toscana con lo spopolamento delle campagne negli anni Sessanta e di quel mondo descrivo i modi di vivere, i valori, le preoccupazioni, le storie che presentano tante affinità con questi luoghi.
Non a caso alcune presentazioni hanno avuto per titolo: Da quando sprecare era peccato alle merendine e Dalle veglie al pub.
Il contesto del romanzo Per Distrazione è la provincia oggi, satellite della città capoluogo, in questo caso Firenze, che offre maggiori opportunità lavorative da cui i protagonisti sono attratti.
Le vicende però porteranno i protagonisti ad aprirsi a prospettive più ampie che li condurranno a prendere in considerazione il trasferimento a New York o Sidney

Bertolaccini¬: «Cosa significano i titoli? Come sono state ideate e realizzate le copertine?»

Daniela Mancini: «Come dice il titolo La tua storia nella mia ognuno potrà ripercorrere la propria storia sulla traccia della mia.
Il racconto, seppur condotto in forma autobiografica è sempre un NOI, riproponendo le esperienze di diverse generazioni.
“Questo libro non è adatto a chi vuol dimenticare la propria e l’altrui storia.
Il titolo del romanzo è allusivo dei molteplici significati del vocabolo distrazione.
Tante cose succedono perché ci siamo distratti da ciò che mentalmente ci siamo prefissi, come accade alla protagonista.
Ho ideato io stessa le copertine in relazione al contenuto, l’elaborazione grafica computerizzata è di Simone Palermo su disegno di Francesca Barbieri per La tua storia nella mia e su disegno di Franca Iannuzzi per il romanzo.
Elemento comune i soffioni, simbolo di leggerezza

Bertolaccini¬: «Cosa hanno in comune i due libri?»

Daniela Mancini: «La leggerezza. Il romanzo inizia, come contesto, dall’ultimo capitolo dell’altro: Il pub e il web

Bertolaccini¬: «Una curiosità: a quale corrente e genere della letteratura si è ispirata per scrivere questi due libri?»

Daniela Mancini: «Sono una lettrice eclettica, ma l’ironia nel testo La tua storia nella mia riecheggia sicuramente Fucini e Palazzeschi e poi i neorealisti toscani.
Per il romanzo non saprei individuare un filone preciso

Bertolaccini¬: «Qualche particolarità filologica ha volutamente ricercato nella stesura?»

Daniela Mancini: «Nel primo libro ho riportato i nomi, talvolta dialettali, degli attrezzi agricoli, dei proverbi e delle filastrocche.
Lo stile narrativo cambia a seconda delle situazioni descritte, più semplice e discorsivo nei ricordi legati all’infanzia, più articolato e preciso nella seconda parte.
Credo che lo stile sia un po’ come un abito: non si indossa lo stesso vestito se andiamo a una partita o a una cena di gala!
Nel romanzo ho cercato una mediazione tra il modo di esprimersi dei giovani e l’esigenza di espressività.
Ho usato periodi brevi, conclusi e un lessico che rendesse le sfaccettature delle emozioni.
Del resto se nei dialoghi avessi riportato le frasi con cui i giovani parlano e messaggiano, avrei concluso il testo in poche pagine con una sfilata di parolacce.»


Twitterone fotografico

Con l’attualissimo titolo“L’Arte dell’Agro Pontino collabora per la Pace nel Mediterraneo”, domenica 10 Dicembre 2017 si è tenuto un incontro culturale presso il Salone Savastano
dell’Abbazia di Valvisciolo di Sermoneta, durante il quale molte Associazione e moltissimi Artisti hanno dato voce alle istanze, sempre più urgenti, di collocare l’arte, la cultura e la socializzazione al centro dei dibattiti politi e amministrativi.

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha avuto un posto di primo piano nella realizzazione dell’evento, sia intervenendo attivamente nella fase preparatoria e sia attraverso la determinante partecipazione di alcuni suoi Soci a tutte le fasi propositive dell’incontro.

Una rapida carrellata ci dice che sono stati presenti Sonia Testa, presidente dell’Archeoclub di Sermoneta, scrittrice e guida GAE; Angela Maria Tiberi, opinionista di questa testata giornalistica “Il Dispari”, poetessa, presidente Regione Lazio Accademia internazionale Arte e Cultura, Ambasciatrice DILA per Latina-Sermoneta; Genoveffa Palumbo, Presidente Ass. Naz. “Calmana” museo delle donne del Mediterraneo, Docente di Storia Università Roma 3: “il museo delle donne dal virtuale al reale”; alcuni Autori dell’Antologia “Penne Note Matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi tra i quali Assunta Gneo, scrittrice; Ugo De Angelis, scrittore; Cav. Giovanni Rotunno, poeta; Flora Rucco, Segretaria Ass.. Naz, “Calmana” museo delle donne del Mediterraneo; Milena Petrarca, Presidente Ass. Internazionale Magna Grecia Latina New York e vincitrice del premio di Arti grafiche “Otto milioni” presentato al Bookcity #BCM17 nel Museo delle Culture MUDEC; Sabrina Fardello, Soprano; Adriana Vitali Veronesi, scrittrice; Alessandra Corvi, Consulta delle donne di Norma; Anna Maria Cimarelli, Presidente FIDAPA; Carmela Cassetta, Anci Lazio; Manal Serrv, Ambasciatrice culturale egiziana, poetessa.

A corollario dell’incontro è stato possibile ammirare la mostra pittorica “L’amore e la pace” con opere di Milena Petrarca e di Flora Rucco.

Alcuni intermezzi musicali sono stati eseguiti dal Maestro Luka Hoti e dagli allievi della scuola di musica Beethoven

Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

Il Dispari 2017-12-11

Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

Editoriale Il Dispari 2017-12-11

Caterina Guttadauro La Brasca: BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina

Chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Nata e vissuta per molti anni in Sicilia, dove ha completato gli studi classici, risiede A Bologna.. Sposata, è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.
È da sempre amante dello scrivere.

Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, è stata Presidente di Giuria in tre edizioni del concorso letterario nazionale “L’Anfora di Calliope”, nonché Giurata al World Literary Price, concorso letterario mondiale itinerante alla riscoperta delle capitali mondiali.

Nel 2015 ha ricevuto a Parigi il Premio alla Cultura; nel 2017, al concorso letterario internazionale ”VOCI” di Abano Terme, ha ricevuto la Medaglia al Merito del Senato della Repubblica Italiana per talento e meriti letterari.

Ha collaborato con la TV Umbra, nella trasmissione “Vita Vera”.

Ha fatto parte del direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni ed ha pubblicato un Romanzo Collettivo assieme ad altri scrittori.
Scrive per Fattitaliani, per Agenparl Umbria, per Scrivonline (giornale online siciliano), per il Magazine La Macina, e per la Rivista parigina “La Voce” che diffonde la cultura italiana all’estero.

Il suo primo libro “La Barriera Invisibile”, pubblicato nel 2010, ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale “Città di Cattolica”.

Nel 2011 ha dato alle stampe il romanzo: “Silenzi d’Amore” che ha vinto il primo premio per la sezione “PIANETA DONNA” nella 2^ edizione del premio letterario internazionale “Montefiore”; il premio speciale della Giuria nell’Edizione 2012 del premio letterario “Histonium”; il premio assoluto della critica al concorso letterario internazionale “Il Golfo dei Poeti”.

Nel 2013 ha pubblicato il suo terzo libro “La Vita appesa ai muri” che ha vinto il Premio della Giuria al concorso letterario internazionale “Città di Pontremoli” ed è tra i primi cinque ed unici vincitori per la narrativa al concorso letterario “La Città del Tricolore”.

Nel 2015 ha pubblicato “La voglio gassata”.

Il libro, per concessione del Presidente Nazionale dall’A.I.L, Prof. Mandelli, reca in copertina il logo nazionale dell’Associazione; ha vinto il primo premio assoluto della narrativa nella XXXI edizione del concorso letterario “HISTONIUM”; si è piazzato al terzo posto per la narrativa edita al concorso di Pontremoli nel 2017.
Caterina Guttadauro La Brasca, già dalle prossime settimane, proporrà un sua rubrica in questa pagina, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare ai lettori di questo giornale e a tutti coloro che seguono con interesse i progetti culturali diffusi dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-11

Il Dispari 2017-12-11

Liga Sarah Lapinska intervista KSENIA SVETLOVA Deputata del Knesset israeliano

LIGA SARAH: «Qual è il tuo gusto nel campo della cultura italiana e che cosa ne pensi delle tradizioni italiane? Come vedi lo sviluppo tra Italia ed Israele?»

KSENIA: «Le nostre culture sono molto simili. Il sapore del Mediterraneo si sente sia qui sia là.
Il clima, il profumo del mare, il temperamento della gente, la cucina stupenda.
Bastano queste qualità per cercare contatti sempre più stretti uno con l’altro?
In Israele abitano tanti emigranti italiani, quindi la cucina italiana qui da noi è molto conosciuta.

In Russia, da bambina, crescendo, ho guardato il Festival di San Remo.

Anche adesso ascolto volentieri Toto Cutugno.
Insomma, la cultura italiana in Israele viene ben apprezzata.
Israeliani spesso visitano l’Italia, per ragioni di studio, di affari, come turisti, oppure per scambi scientifici e culturali.
Negli ultimi 10 anni sono stati tradotti 105 libri di scrittori italiani.

Un’associazione forte è Italkim, attiva in favore di coloro che sono rimpatriati dall’Italia in Israele.
Consolida i rapporti di cultura tra i nostre due paesi e sviluppa il riconoscimento della vera cultura italiana.

L’Istituto della Cultura Italiana ha iniziato ad organizzare un buon elenco di eventi nel Centro della Cultura Ebrea di origine libica nella città di Or-Yehuda.
Sono state aperte iscrizioni per il corso di lingua italiana.»
LIGA SARAH: «Novità entro l’anno 2017 in Israele nel campo di cultura?»
KSENIA: «Nell’inverno israeliano, il deserto Negev fiorisce ed è magnifico.

La festività Darom Adon è specialmente dedicata a questo miracolo unico della natura.
Vengono organizzati mercatini

In Israele si ama la musica operistica e quella da camera,il teatro.
Il teatro qui viene inscenato in russo, in yiddish, in francese, in marocchino.

E certo il cinema.
Ogni anno in Cinematek lungo tutto il paese ha luogo il festival di film e di documentari “Dokaviv”, che ha gran successo sia per gli israeliani sia per gli ospiti di nostro paese.
Entro questo anno, in Israele avrà luogo il festivial del cinema russo, dove parteciperanno Leonid Parfenov, Aleksey Uchitel, Valery Todorovsky, Karen Shahnazarov ed altri famosi registi.

Inoltre, entro Gennaio 2018, Toto Cutugno farà un concerto a Tel-Aviv.
Come ho già detto, qui tutti conoscono Toto Cutugno, un uomo leggenda, che ha conquistato il pubblico di San Remo con la sua canzone “L’Italiano”.»

LIGA SARAH: «Come si stanno sviluppando i rapporti tra le culture ebrea e araba?»

KSENIA: «Le basi di queste due culture, senza dubbi, hanno le stesse origini.
Durante tanti secoli, ebrei ed arabi hanno abitato nella stessa zona geografica.
Per colpa del conflitto tra palestinesi ed israeliani la gente ha cominciato ad allontanarsi uno dall’altro.
Questo problema è stato uno degli scopi che mi hanno spinta a diventata giornalista.
Provare a riportare alla gente tutto lo splendore e la profondità dalla cultura araba, cosi tanto in comune con la tradizione ebrea.
Ovunque, gli interessi nel campo della cultura avvicinano i popoli più rapidamente di quelli politiche.

Niente è più importante dei rapporti positivi tra i popoli.
Sono aperta sempre al dialogo, e non dipende dalla nazionalità o status sociale di coloro con cui parlo.»

LIGA SARAH: «Scrivi anche tu qualcosa, intendo di tua creatività? Come ti riposi?»

KSENIA: «Scrivo articoli di analisi dedicati alla situazione nel Vicino Oriente e poi sto scrivendo il libro ”Verso il Vicino Oriente sui tacchi alti”, in cui descrivo le situazioni reali dalla mia carriera di giornalista.

Amo viaggiare, nonostante sia molto occupata.

Apprezzo di passare il mio tempo libero insieme con i miei cari figli e mio marito.
Viaggiamo per tutto il mondo, anche se nel nostro paese ci sono tanti posti da ammirare.
Le mie città più amate sono Yerusalem e Zihron Yakov.
All’estero Roma, Barcellona, Il Cairo.»

Ringrazio per l’intervista esclusiva rilasciata tramite me all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formulo tanti auguri alla Deputata del Knesset israeliano Kseina Svetlova per il successo editoriale del suo libro che, non è escluso, possa essere presentato nell’isola d’Ischia da me tanto amata.

Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 2017-12-11Il Dispari 2017-12-11

Twitterone

1) L’Ambasciatrice DILA in Lettonia, Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, ha regalato la nostra antologia “Da Ischia sempre poesia

Da Ischia sempre poesia
Da Ischia sempre poesia

edita nel 2016, allo storico Margers Vestermanis, sopravvissuto all’olocausto, celeberrimo fondatore ed ex direttore del museo “Ebrei in Lettonia”.

2) Eva Strazdina, vincitrice in “Otto milioni” di due premi poetici, ha ricevuto in dono dall’Ambasciatrice DILA in Lettonia, Liga Sarah Lapinska, due copie della nostra antologia “Penne Note Matite”edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.
A sua volta, Eva Strazdina ne ha regalata una copia alla biblioteca di Sesava.

3) Le pagine culturali del 27/11/2017 e del 4/12/2017 di questo quotidiano sono nella rassegna stampa di Bookcity #BCM17

4) Einars Repse, classificato al quarto posto nel premio di grafica “Otto milioni” , ha ricevuto la nostra antologia “Penne Note Matite” da Liga Sarah Lapinska per conto di DILA.
Einars è un importante attivista nella lotta contro le malattie oncologiche.

Margers Vestermanis
Einars Repse,
Eva Strazdina

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Editoriale

BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina, a Daniela Mancini.

Chi è Daniela Mancini?

Dopo la laurea in “Filosofia della scienza e logica” si è dedicata all’insegnamento e da venti anni è Dirigente Scolastico di istituti superiori.
Nell’ambito dell’istruzione si occupa di formazione dei docenti sui temi del disagio e, anche per i colleghi dirigenti, sull’innovazione tecnologica.

Ha ideato due sceneggiature su questi argomenti: “La malaskuola” e “Resistenze”.
Appassionata di tradizioni popolari, ha pubblicato, in varie antologie, alcuni racconti sugli antichi mestieri e su altri vari argomenti.
Nel 2016 ha pubblicato ”La tua storia nella mia”, il cui testo è stato introdotto dalla lettera di apprezzamento del Prof. Adriano Prosperi, Storico e Docente della Scuola Normale di Pisa.

Ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Firenze e dei Comuni di Empoli, Cerreto Guidi, Fucecchio, Vinci.

Nel 2017, con la stessa casa editrice dei precedenti volumi, ossia la Ibiskos Ulivieri, è uscito il suo romanzo “Per distrazione”.

Daniela Mancini ha vinto diversi premi letterari tra i quali citiamo il Premio Letterario Internazionale Sissa, il Padus d’oro come scrittrice dell’anno 2017, il Premio Letterario Domenico Rea- Città di Empoli e il Premio Letterario Firenze Capitale D’Europa 2017.

Avremo presto modo di parlare ampiamente di Daniela Mancini e di farvi leggere suoi articoli e stralci di sue opere letterarie.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-04

L’ATTORE VIKTOR MISHIN INTERVISTATO DA LIGA SARAH LAPINSKA: “DEVO CONQUISTARE IL PUBBLICO”

Viktor Mishin, è un attore piuttosto famoso in Lettonia per aver partecipato a diversi film appartenenti al filone delle così dette soap opera, è un regista quotato e ha un suo proprio teatro ”Il Gallo d’Oro”, in russo “Zolotoi Petuh”.
Lo conosco perché l’ho contattato nella speranza che potesse promuovere spettacoli e concerti per la gente comune.

Qui in Lettonia alcuni si divertano quasi ogni giorno, ma migliaia di persone, purtroppo, si sono già quasi abituate a vivere senza feste e senza il teatro vero.
Troppa gente ha perso la speranza di essere felice, e pensa solo alla sopravvivenza, anzi a combattere contro gli altri per una vita migliore.
Che cosa significa vita migliore?
La carriera?
I tanti soldi?
Senza le qualità delle cose importanti, perché le più importanti qualità sono la gioia, la speranza, l’amore.
Viviamo senza essere felici e non festeggiamo più niente.
Viktor sa di creare sentimento di festa.
La sua voce è piena di emozioni. Lui declama a suo modo, proponendo, sempre fresche, le strofe sentite tante volte.
Ho pianto sentendo come questo attore declama con la forza dell’amore.

LIGA SARAH: «Secondo Lei, chi è il vero attore?»
VIKTOR: «L’attore non deve essere pigro. L’anima di un attore è piena di domande ed è ardente, altrimenti l’attore non è un attore.
Quale sala preferisco?
Il mio compito è conquistare ogni sala, piccola o grande che sia. Conquistare anche gli spettatori, a volte indifferenti, che mangiano durante lo spettacolo con intensità i loro cioccolatini.
Con le mie idee.
Con le idee di differenti autori.
Con i pensieri, con le emozioni.
Devo animare il pubblico, devo sorprenderlo per diventare vincitore senza guerre. »

LIGA SARAH: «Dove è nato, dove è cresciuto, e dove ha sviluppato la sua arte? Quali sono i suoi riferimenti?»

VIKTOR: «Sono nato e sono cresciuto a Riga, in Lettonia. Amo la mia città.
Ho studiato da saggi maestri, sia registi, sia attori.

Firs Shishigin, regista nel teatro di Jaroslavj in Russia ha detto “Dopo che avete guardato un film o uno spettacolo provate a riscriverne il senso in una sola parola.”

Aleksandr Dunajev era un regista ed attore molto interessante che sapeva dirigere l’intero processo di uno spettacolo: tra regia, attori e spettatori.

Sergey Tihonov è stato l’unico che mi ha aperto il Segreto di essere attore.
Mi ha regalato la chiave di questo mestiere.
Sono molto riconoscente a lui per questo.
Sergey Tihonov non è abbastanza apprezzato oggi, purtroppo, ma per 17 anni ha guidato un teatro molto noto a Mosca ed era anche un profondo pedagogo.

Nella mia gioventù preferivo il repertorio di Shukshin.

Mi sono esibito in diversi teatri ed anche in film commerciali dal 2011al 2014.
Ho sempre amato Aleksandr Geiman per la sua partecipazione nel sociale, Ostrovsky, Shakespeare.

Per il pubblico in Russia ho recitato Florindo, il personaggio del testo di Carlo Gozzi “Il Bugiardo”.

Poi ho fondato il mio teatro personale “Zolotoi Petuh”.

Ho uno studio dove gli attori possono preparare i loro ruoli, ma non ho la sala per lo spettacolo.
Il mio teatro viaggia verso i suoi spettatori e non viceversa.
Scelgo il repertorio, decido tutto nel mio teatro. Sono padrone del mio teatro, ma preferirei avere uno sponsor più pratico di me nel settore commerciale.
Quante umiliazioni a fare le file da un ufficio ad un altro per le pratiche necessarie all’attività del mio teatro!

Abbiamo tanti spettacoli per i bambini.

Per gli adulti abbiamo tanti spettacoli non solo classici, ma anche a sfondo sociale e filosofico.
Qualche tempo fa non erano così popolari come quelli per i bambini.
Un tempo molti spettatori aspettavano più sensazioni che spettacoli classici, adesso di nuovo sono pronti ad ascoltare le poesie delle betulle di Jesenin oppure guardare, per esempio, “Il Piccolo principe” di Sent-Exuperry, adatto sia ai bambini e sia agli adulti.»

Ringraziamo per l’intervista esclusiva rilasciata all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formuliamo tanti auguri a Viktor Mishin che, tra meno di un anno, festeggerà il 50° anniversario della sua carriera d’attore.
Infatti, Viktor apparve per la prima volta sul palcoscenico l’8.10.1968.

Liga Sara Lapinska

Il Dispari 2017-12-04

Twitterone

1) Dopo l’incontro al MUDEC di Bookcity #BCM 17, tutti a Sermoneta!
Tanto è stato grande l’entusiasmo per aver partecipato all’evento made in Ischia “Otto milioni” inserito nel programma Bookcity #BCM17 e proposto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte –DILA” nel Museo Delle Culture MUDEC, che tutto il gruppo di Artisti e di Soci DILA ha deciso di creare le condizioni affinché non se ne disperda il patrimonio di collaborazione e di amicizie.
A tal fine ci si è dati appuntamento a Sermoneta, dove, organizzata da Angela Maria Tiberi Presidente DILA per la provincia di Latina, il prossimo 10 Dicembre si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori delle quattro sezioni del premio “Otto milioni” 2017.

2) Continua la collaborazione redazionale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi, il cui nuovo numero della rivista Eudonna sarà acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia a partire dal prossimo 14 Dicembre.
La copertina è fantastica, gli articoli sono certamente superlativi… e poi in essa vi troverete la sorpresa DILA!
So che Mariapia Ciaghi non mi smentirà se affermo che TUTTE le meravigliose Artiste che hanno fatto parte di uno dei progetti culturali made in Ischia, organizzati negli ultimi dieci anni da me con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, avranno il privilegio di partecipare alla redazione della sezione culturale affidata da “Il Sextante” alla nostra associazione DILA”. A tale scopo basterà contattarmi al 3935937717, oppure inviarmi una mail a [email protected]. Vi aspetto.

3) Lo scorso 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, una nutrita compagine di Soci e simpatizzanti dell’associazione DILA, capeggiati da Angela Maria Tiberi che ne è la presidente per la provincia di Latina, ha partecipato al convegno organizzato a Norma, presso l’aula consiliare, dalla Consulta delle donne e dall’assessorato alle Pari Opportunità.
Alla presenza del Sindaco Gianfranco Tessitore e della Vicesindaco Elisa Ricci; del dottor Mario Mellacina, primario del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina; della dottoressa Manuela Iaione, capo di gabinetto della Questura di Latina; della delegata Anci Lazio, Carmela Cassetta; di Irene Zara, psicologa e psicoterapeuta, responsabile dei servizi della cooperativa Utopia 2000, è stato possibile ammirare opere delle pittrici Angela e di Flora Rucco e di Milena Petrarca (prima classificata al premio di arti grafiche “Otto milioni”). Angela Maria Tiberi ha declamato la poesia “Eppure se” di Bruno Mancini. Le canzoni dei ragazzi del centro Musicale Orfeo hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’evento


Il Dispari 2017-11-27


FRANCESCO MACCIONI HA VINTO!

Con la poesia “NELLO SPIRAGLIO DI LUCE”, il poeta sardo Francesco Maccioni ha vinto la sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

La classifica finale è stata annunciata, il 18 Novembre scorso, nel prestigioso Museo Delle Culture di Milano (MUDEC) durante l’evento Made in Ischia organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA che ha avuto il privilegio di essere stato inserito nel palinsesto del Bookcity Milano 2017, #BCM17, notoriamente uno dei più importanti eventi artistici e letterari italiani.

Il secondo posto è stato conquistato dalla poesia “Quando sarò la pietra” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il terzo posto è stato conquistato dalla poesia “Dove mi aspetta” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il quarto posto è stato conquistato dalla poesia “Prova a credere” della poetessa lettone Eva Strazdiņa; e il quinto posto è stato conquistato dalla poesia “Amicizia” della poetessa italiana Angela Maria Tiberi.

La cerimonia di premiazione di tutti i vincitori dei quattro premi (poesia, arti grafiche, musica, giornalismo) avverrà a Sermoneta (provincia di Latina) il 10 Dicembre 2017 nella medioevale Abbazia di Valvisciolo.

La tradizione racconta che questa Abbazia, edificata in puro stile romanico-cistercense sia stata fondata nel XII secolo da frati greci e successivamente, nel XIII secolo, sia stata popolata e ristrutturata dai Templari ai quali, nel XIV secolo, subentrarono i Cistercensi.

Su di essa si racconta un’antica leggenda medioevale, in cui si narra che nel 1314, allorquando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay, gli architravi delle chiese si spezzarono.

Nell’Abbazia, il Maestro Luca Hoti dirigerà un coro di 28 bambini.

La cerimonia di premiazione si concluderà in Sermoneta con un allegro convivio, tra specialità culinarie locali ed intermezzi artistici, nella Trattoria “Da Elena” gestita dal mitico Raffaele Walter Poli che ci farà gustare un menù speciale “Otto milioni” (Antipasto di affettati misti, verdure grigliate, bruschette ecc. più due mezzi primo di ravioli alla carne e pasta al forno, acqua, vino, caffè per un totale di soli 20€ a persona).
Per partecipare potrete prenotarvi contattando (Tel. 3205584216) la Presidente della Sede operativa DILA di Sermoneta, Angela Maria Tiberi.

Ed, ora con tutti i nostri complimenti, spazio alla poesia di Franco Maccioni vincitrice della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

Cod. 07

Franco Maccioni
Nello spiraglio di luce

L’incredula notte
nascondeva avanzi consumati.
Dietro lo spiraglio aperto
la luna filtrava argentei raggi
tra gli alberi sommersi dal sonno.
Avevo i tuoi occhi di pianto
uniche stelle generose
che dall’immenso cielo
potevo tuffarmi con gioia.
Dall’immensità del nostro amore
nell’incredula notte trascorsa,
l’orizzonte scopriva il nuovo giorno.
Le nostre mani si tenevano strette
e i tuoi occhi risplendevano ancora.
La luce del giorno abbagliava
tracciando nei nostri volti
una tremenda forza di vivere.

Bruno Mancini

Franco Maccioni

Antologia Penne Note Matite

 Abbazia di Valvisciolo

Trattoria da Elena

Sermoneta

Il Sextante di Mariapia Ciaghi propone “SOUL IN THE ART”

Nella seicentesca sede dell’ex oratorio di S. Maria del Suffragio a Perugia si svolgerà la prestigiosa rassegna SOUL IN THE ART che ospiterà un gruppo di 24 rinomati artisti.

Spaziando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al designer, saranno esposte circa una cinquantina di opere.

Nella collettiva Soul in the Art, ogni artista, ogni pittore proietta la propria anima all’interno dell’opera, così come quando il poeta compone un sonetto e un musicista una sinfonia.

È in questo modo che l’arte vive e regala emozioni.

L’iniziativa è promossa da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, editore dell’Antologia made in Ischia “Mare Monti Mare” contenente opere finaliste dei premi “Otto Milioni” organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

La selezione delle opere pittoriche e scultoree della rassegna SOUL IN THE ART, che dal 7 al 17 Dicembre saranno esposte presso la Ipso Arts Gallery in via L. Bonazzi a Perugia, è stata curata da Elisa Bergamino, affermata critica d’arte, la quale scrive nell’introduzione del catalogo edito da Il Sextante:

“L’arte si sa parla un linguaggio universale, è come un sogno a occhi aperti, una realtà sì fisicamente riscontrabile, ma spesso non vera, immaginata, semplicemente una copia di una ben più importante realtà.(….)

Con il titolo “Soul in the art” si connota il carattere di una mostra collettiva incentrata sul valore del “visibile/invisibile”, quale universo di una verità formalizzata secondo strutturazioni linguistiche di un “parlare” che fa da contrappunto in una poetica di grande respiro.

La mostra è un momento importante per avvicinare idee diverse, mondi culturalmente lontani tra loro, dove spesso le forme assumono valenza di visione interiore struggente e dove gli artisti dimostrano di saper raffrenare le proprie energie per indirizzare l’estro verso la formulazione d’un progetto espressivo tutt’altro che affidato alla mera casualità esecutiva.

Difficile non rimanere emotivamente coinvolti e affascinati da lavori che trasudano di alchimia creativa, dal suggestivo sopravvento dell’immaginazione sulla realtà.
Una realtà che in alcuni casi rappresenta memorie di incontri reali tradotta in una rappresentazione d’istinto sebbene particolarmente vigile e scrupolosa.

Con le loro opere, gli Artisti danno mostra di una visione intellettuale e colta della vita in una ricerca sempre in divenire volta a catturare l’inafferrabile, l’imponderabile, impulso creativo e vitale che rende i loro lavori unici.
Lavori, dunque, che impegnano oltre che la fantasia la coscienza morale, aggiungendo significati emotivi ulteriori.

Nel corso del Vernissage è previsto venerdì 8 Dicembre il recital del soprano Tania RenzulliTra sacro e profano“. Saranno eseguiti brani di Pergolesi, Paisiello, Mercadante, Schubert, Brahms, Verdi, Bizet, Gershwin, Di Capua: un breve excursus musicale dal Settecento ad oggi… dall’aria da camera all’opera, dal musical alla canzone napoletana.

Il Dispari 2017-11-27 Redazione culturale

Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma

L’Associazione “Arte del suonare” di Maria Luisa Neri (Socia fondatrice nonché direttrice musicale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”), indice ed organizza il VII Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma, al fine di promuovere la cultura musicale.

L’obiettivo principale è stimolare i giovani allo studio della musica e valorizzare il lavoro di moltissimi docenti che con passione sviluppano le loro capacità espressive.

Dedicato a tutti gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado e a tutti gli allievi privatisti, il Concorso si svolgerà c/o il Liceo Musicale “Giordano Bruno” di Roma e si svolgerà in 2 sezioni: solisti e gruppi.

Il programma è libero.

Sono previste sei categorie in base.

Le domande dovranno essere inviate tramite mail a [email protected] entro e non oltre il 7/4/2018.

I partecipanti potranno avvalersi della collaborazione del pianista accompagnatore.

L’organizzazione mette a disposizione solo il pianoforte, ogni altro accessorio o strumento dovrà essere portato dai concorrenti.

Le Commissioni saranno formate da Maestri di provata esperienza per ogni fascia d’età e formazione.

I concorrenti sono tenuti ad informarsi del giorno e dell’orario a loro assegnato per la prova.

Il voto finale sarà la sintesi di tutti i voti della Commissione e saranno resi pubblici per la trasparenza del Concorso.

I Premi: il vincitore del VII Concorso “Note sul mare” riceverà 200 €; il solista o gruppo che avrà raggiunto il punteggio di 100/100 riceverà una targa di primo premio assoluto e un concerto; saranno assegnati, inoltre, un premio speciale giovanissimi di 100 €, un premio speciale archi di 100 €, Uun premio speciale chitarristi di 100 €, un premio speciale scuole di 100 €.

Il concorso si svolge nei giorni compresi tra il 7 e il 12 Maggio 2018.

Il concerto dei finalisti e la proclamazione dei vincitori avverrà 12 Maggio 2018 alle ore 18.30
Lo schema della domanda di iscrizione va scaricato dal sito: www.artedelsuonare//wordpress.com

Info: Prof.ssa Neri Maria Luisa 347-0804603 / 328-1288700
oppure alle mail [email protected]
È possibile chiedere aiuto per soggiorni a Roma a prezzo ridotto.

 DILA

Premi “Otto milioni” edizione 2018

Premi Otto milioni edizione 2018

Premi Otto milioni

Premi Otto milioni

Premio internazionale di Poesia

Settima edizione

Premio internazionale di Arti grafiche

Terza edizione

Premio internazionale di Musica

Terza edizione

Premio internazionale di Giornalismo

Seconda edizione

Premio internazionale di Narrativa

Prima edizione

Proposte pubblicazione e acquisto copie antologie della collana “Otto milioni”

A tutti gli Artisti che intendano inserire una o più loro opere nelle antologie della collana “Otto milioni” vengono offerte le seguenti proposte di pubblicazione ed acquisto.

Le offerte qui di seguito specificate sono valide per la pubblicazione di pagine in b/n e fino ad esaurimento delle pagine disponibili.
Su tutte le proposte in elenco ci sarà un ulteriore sconto di 20 € riservato ai Soci DILA in regola con i versamenti delle quote associative.

Numero copie Antologie collana “Otto milioni” 2016” Prezzo unitario Spese spedizione Sconto Totale da versare

Numero copie Antologie collana “Otto milioni” 2016” Prezzo unitario Spese spedizione Sconto Totale da versare
2 22.00 € 3.00 € 3.00 € 44.00 €
10 22.00 € 6.00 € 106.00 € 120.00 €
20 22.00 € 12.00 € 292.00 € 160.00 €
50 22.00 € 18.00 € 868.00 € 250.00 €
100 22.00 € 36.00 € 1836.00 € 400.00 €

Caratteristiche Antologie collana “Otto milioni”
– 200 pagine stampate a 1 colore in b/n
– carta testo uso mano da grammi 100/mq
– copertina stampata a 4 colori con plastificazione opaca bianca su carta da 300 grammi/mq
– allestimento brossura filorefe con doppia cordonatura
– prezzo di copertina 22.00 €
– ISBN
– Editore di riferimento

Modalità pagamento:
bonifico bancario sull’IBAN IT 02 K 05142 39930 133571129692
intestato a “Da Ischia L’Arte – DILA”
causale

Condizioni di pagamento:
1/3 alla nostra accettazione dell’ordine di acquisto
1/3 alla convalida, da parte degli Artisti, delle bozze di stampa
1/3 alla nostra comunicazione della spedizione dei volumi

I codici dei versamenti andranno inoltrati a [email protected]

Proposte pubbicazione e acquisto per artisti 2018 ok

Antologie della collana “Otto milioni” Proposte acquisto per sponsor

Offerte valide fino a revoca e comunque non oltre le programmate 30 pagine di sponsorizzazioni per ogni Antologia

Caratteristiche Antologie collana “Otto milioni”
– 200 pagine stampate a 1 colore in b/n
– carta testo uso mano da grammi 100/mq
– copertina stampata a 4 colori con plastificazione opaca bianca su carta da 300 grammi/mq
– allestimento brossura filorefe con doppia cordonatura
– prezzo di copertina 22.00 €
– ISBN
– Editore di riferimento

1) Partecipazione mediante 1/4 pagina di immagini e/o testi decisi dallo Sponsor.
Acquisto da parte dello Sponsor di 20 copie dell’Antologia a meno di 1/4 del prezzo di copertina fissato in 22 €, per un importo totale, comprese spese di spedizioni, pari a 100.00 euro (5.00 euro a copia spedizione compresa!)

2) Partecipazione mediante 1 pagina di immagini e/o testi decisi dallo Sponsor.
Acquisto da parte dello Sponsor di 100 copie dell’Antologia a meno di 1/7 del prezzo di copertina, per un importo totale, comprese spese di spedizioni, pari a 300.00 euro (3.00 euro a copia spedizione compresa!)

3) Partecipazione mediante 3 pagine di immagini e/o testi decisi dallo Sponsor.
Acquisto da parte dello Sponsor di 400 copie dell’Antologia pubblicata ad 1/12 del prezzo di copertina, per un importo totale, comprese spese di spedizioni, pari a 720.00 euro (1.80 euro a copia spedizione compresa!)

4) Partecipazione mediante un logo a colori deciso dallo Sponsor, sia in prima e sia in quarta di copertina, delle dimensioni massime di 30 centimetri quadrati.Acquisto da parte dello Sponsor di 100 copie al prezzo di 350.00 euro (3.50 euro a copia spedizione compresa!)

5) Partecipazione mediante 30 pagine (ossia tutte le pagine destinate alla pubblicità) di immagini e/o testi decisi dallo Sponsor + un logo a colori deciso dallo Sponsor, sia in prima e sia in quarta di copertina, delle dimensioni massime di 30 centimetri quadrati.
Acquisto da parte dello Sponsor di 4500 copie dell’Antologia pubblicata ad 1/13 del prezzo di copertina, per un importo totale, comprese spese di spedizioni, pari a 7.500.00 euro (1.66 euro a copia spedizione compresa!)

In aggiunta alle precedenti proposte verranno effettuate
GRATUITAMENTE
queste ulteriori promozioni pubblicitarie.

A) Pagina personale per lo Sponsor su https://www.emmegiischia.com per la durata di un anno
B) Invito personale per lo Sponsor in occasione delle presentazioni pubbliche dell’Antologia
C) Tutte le immagini e/o i testi trasmessi in video attraverso una tv web
D) Disponibilità di ulteriori 10 copie dell’Antologia per distribuzione omaggio presso biblioteche, scuole, testate giornalistiche ed emittenti televisive contattate dallo Sponsor.

Modalità pagamento
Bonifico Bancario IT 59 J051 4239 9301 3357 1082 422
inviare codice versamento a [email protected]

INFO:
3935937717 (ore 14 – 23)
[email protected]

Sponsorizzando i nostri volumi di poesie, senza dubbio gli Autori dei testi, ma sicuramente anche le Aziende Commerciali, ottengano notevoli benefici quali possono essere considerati quelli derivanti da una rete alternativa di distribuzione, una forma innovativa di pubblicità aziendale, un nuovo strumento di propaganda personale, il rafforzamento di contatti operativi tra Cultura e Aziende, la gratificazioni per il serio lavoro di Scrittori, Artisti, ed Imprese Commerciali, e, non ultimo, il vantaggio derivante dall’effetto sorpresa conseguente alla novità dello strumento utilizzato per promuovere i propri prodotti.
Noi affermiamo che nessun libro viene cestinato prima ancora di essere sfogliato (come viceversa avviene per depliant, brochure, volantini, e cataloghi vari).
La nostra esperienza ci dice che i libri ed i loro contenuti (siano anche messaggi pubblicitari) vivono e vengono letti da più generazioni, continuando a fare bella mostra di sé nelle case e nelle librerie, perché:
I libri sono cultura, serenità, malizia
I libri aggiungono valore agli auguri
I libri aumentano il pregio dei regali.
I libri donano intensità emotive.
I libri sprigionano emozioni.
I libri offrono esperienze insostituibili.
I libri rappresentano patrimoni di conoscenze.
I libri arricchiscono competenze.
I libri spandono seduzioni.
I libri suscitano serenità.
I libri adornano di charme.
I libri diffondono culture.
I libri posseggono fascino.
I libri infondono distensione.
I libri non ingannano, ma ammaliano.
I libri sono tranquillità, sono suggestioni, sono tentazioni, sono lusinghe, sono confronto e tanto altro ancora.
Grazie per l’attenzione.

Bruno Mancini
Presidente Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Proposte pubblicazione e acquisto per sponsor 2018 ok

Vaffà Caremar – Per la serie Esopo news

Vaffà Caremar

La pazienza è finita


Per la serie Esopo news

La storia è questa

In un giorno di pioggia sono arrivato con mia moglie a Pozzuoli per sbarcare a Ischia con il traghetto della Caremar delle ore 14.

Prima tappa: biglietteria, piuttosto distante dalla nave e situata in un bugigattolo privo di qualsiasi confort per i passeggeri (la bigliettazione avviene attraverso una fila che si snoda all’aperto in un piazzale privo finanche di una pensilina). Chiedo molto chiaramente due biglietti per Ischia. Pago e ci avviamo verso la nave.

Seconda tappa: all’imbarco il marinaio addetto all’obliterazione ci chiede i documenti per controllare il nostro diritto allo sconto residenti. Li legge e vede che siamo di Ischia… ma ci contesta il particolare che i biglietti sono per Procida e non per Ischia e ci impone di andarli a cambiare. Chiedo quale sia la differenza di prezzo tra le due fermate e lui risponde che il prezzo è perfettamente uguale! Allora tento di convincerlo a non costringermi ad un inutile, faticoso e disagevole ritorno alla biglietteria per un cambio di biglietto che non porta nessun beneficio alla Compagnia di navigazione e lui, irremovibile, cede solo alla mia richiesta di chiedere il parere dell’ufficiale presente sul portellone. L’ufficiale conferma il comportamento del marinaio e sono costretto a tornare alla biglietteria sotto una pioggia piuttosto consistente, attraverso una strada piena di laghetti e buche varie.

Terza tappa: di nuovo alla biglietteria io (sotto la pioggia) faccio educatamente notare alla ragazzuola (al calduccio del suo casotto che si sta gingillando con un iphone) che ha sbagliato a darmi il biglietto poiché avevo chiesto Ischia e non Procida. Lei mi guarda con molto scetticismo come a voler dire “Ma fammi il piacere, sei tu il rimbamba” e passa alla tastiera del pc per effettuare il cambio… poi scoppia a ridere. -“Perché ride?” – “Perché c’era la tastiera bloccata e di questi biglietti sbagliati chi sa quanti ne ho fatti ahahaha!”.

Quarta tappa: sono tornato sul portellone della nave, ho consegnato i biglietti corretti allo stesso marinaio, gli ho riferito l’errore della ragazzuola e mi aspettavo almeno un “Ci scusi” che puntualmente NON è stato pronunciato e certamente neppure pensato.

Quinta tappa: sono qui sul web e chiedo al web se sbaglio urlando FANCULO CAREMAR!

Il Dispari 20180115 – Redazione culturale – Nemo propheta in patria? YES!

Il Dispari 20180115 – Redazione culturale

Il Dispari 20180115

Il Dispari 20180115 - Redazione culturale

Editoriale | Bruno Mancini

Nemo propheta in patria? YES!

L’Antologia “Penne Note Matite” (Made in Ischia) curata da me e da Roberta Panizza con la sponsorizzazione dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi e presentata al Bookcity di Milano #BCM17 nel Museo Delle Culture MUDEC il 18 Novembre 2017, sta ottenendo importanti consensi nelle varie Nazioni ove gli Artisti che ne fanno parte e i Soci DILA la stanno presentando, mentre nell’isola d’Ischia pare che nessuno si sia accorto della sua esistenza!

Nemo propheta in patria? YES!

Per dimostrare questa palese verità, iniziamo, da oggi, a proporre una carrellata settimanale dei personaggi che hanno accettato volentieri di farsi fotografare in compagnia di una delle nostre Antologie.

Vi pare poco se cominciamo con Andris Rāviņš che è Il Sindaco di Jelgava (la quarta più importante città della Lettonia)?

Nemo propheta in patria? YES!

Poi, così come voluto dal Direttore di questo giornale “Il Dispari“, Gaetano Di Meglio, la pagina prosegue la pubblicazione di tutti i testi proposti nell’antologia “Penne Note Matite”.

Oggi tocca alla presentazione di Abderrahmane Benhammouda e alle poesie di Milena Petrarca, Antonio Mencarini e Antonio Fiore

Buona lettura.

Omaggio ad Abderrahmane Benhammouda

Abderrahmane Benhammouda è stato uno dei fondatori del Dipartimento della lingua italiana presso l’Università di Blida in Algeria. Con lui ho iniziato a studiare la lingua italiana, ho scoperto la pronuncia della lettera “c” e la grammatica italiana.

Abderrahmane Benhammouda, piano piano, inseriva informazioni sulla cultura italiana iniziando la lezione sempre con un proverbio italiano. Lui, comunicandoci il suo sapere e il suo amore per la lingua, mi ha data la voglia di andare davanti, mi ha anche trasmesso il modo di sognare in italiano e di cantare con parole italiane.

Ecco una sua breve biografia che mi ha scritto quando gli ho chiesto di raccontarmi il suo percorso con la lingua italiana.

“Mi chiamo Abderrahmane Benhammouda, ho 66 anni e sono un pensionato della scuola nazionale. Sono stato insegnante di francese e d’italiano per più di 40 anni.La mia avventura con questa bellissima lingua è cominciata negli anni sessanta al liceo “Ibn Toumerte” di Boufarik a 40 km. da Algeri.

Il mio professore di lingua italiana era un siciliano, si chiamava Padellaro.

Dopo il liceo sono andato all’Università di Algeri, dove ho preparato gli esami per la laurea istruito dal Prof. Massimo Ghirelli (critico internazionale del cinema), e dal Prof. Sergio Sacili (un milanese che continua ancora a realizzare conferenze sulla lingua e sulla cultura italiana).

Dopo la laurea, considerato che l’italiano era scomparso dai programmi scolastici algerini, sono stato indotto, fino al 2010, ad insegnare la lingua francese al livello  liceale.

Nel frattempo, l’Università  della mia città, Blida, aveva aperto un dipartimento di lingua italiana con l’aiuto di cooperanti italiani, ma gli avvenimenti del decennio nero (o piuttosto rosso di sangue) ha spinto gli stranieri e fra loro gli italiani a lasciare il paese.

Con l’appoggio di un amico, oggi malato, che si chiama Othmane Messous, abbiamo rilevato la sfida. Così oggi abbiamo circa 300 – 400 persone laureate in italiano che insegnano in varie località della Nazione. Il mio primo viaggio

in Italia risale al 1975, quando ho trascorso un mese di studio a Perugia presso l’Università per stranieri.

Dalila Boukhalfa.

Cod. 23 – Milena Petrarca   

Sospesa nel tempo…

In un mare
Di stelle
Navighi
Nell’infinito
Ipnotizzata.
Dal blu
Più intenso
Del tuo mondo
Interiore
Subconscio
Alito di vento
Soffio dell’anima
Esisti tu
Come stella
Sospesa nel tempo.

Cod. 24 – Antonio Mencarini

Per un amico scomparso
Un lampo di luce nel tempo
un nobile cuore guidato dal sentimento
l’ansia di fare il bene
di dare il bene
di ricevere il bene.
Un battito d’ali di gabbiano
sul mare della vita.
è durata un nulla la tua esistenza
ma sei riuscito a renderla degna di vivere.
Sei partito per non so dove:
una domanda mi attanaglia – Ti rivedrò?
Non so, non credo ma nei dubbi spero.
Addio amico mio
finché vivrò ti avrò nel cuore.

Cod. 25 – Antonio Fiore

Vecchio lenzuolo

Aggrappati al dorsale del tempo che va
lì dove s’addormenta il tramonto
liberi pensieri migrano come il vento
che va per dissolversi verso il suo orizzonte.
Siamo due amanti senza tempo
e sul nostro letto ci ritroviamo
a ripassare le sbiadite emozioni
arrotolante su un bianco lenzuolo.

Stasera i cuori si compiegano
ai sogni ingialliti dai profumi di ieri,
e dove gli aspri odori viziati annidano
le velate reminiscenze rigate sulla pelle.

Se la notte non divaga con il vento
tra un ricordo e un’emozione
noi riscriveremo sulle mura del tempo
le indelebili sillabe per ricomporre
questo sogno vissuto a metà.

Finché il cuore avrà strada da camminare
il cielo darà luce ai nostri sogni premonitori,
e noi, indelebili ispiratori del nostro tempo
ricopriremo il letto di quel bianco lenzuolo
macchiato di inebrianti profumi del passato.
Il nostro amore non ha tempo né paura
perché siamo due temerari per natura.
Della nostra storia siamo gli unici scrittori
e come due amanti instancabili ne siamo i lettori
in questa ingiallita notte di un vecchio lenzuolo.

Caterina Guttadauro intervista Hafez Haidar,

candidato al premio Nobel per la pace 2017 – Parte seconda

Seconda parte dell’intervista rilasciata dal Prof. Hafez Haidar, candidato al premio Nobel per la pace 2017, a Caterina Guttadauro. La prima parte è stata pubblicata l’8 Gennaio 2018..

Va ricordato che Hafez Haidar è Accademico Emerito, Presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana, Direttore Generale Internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze, è poeta e scrittore libanese per nascita ed italiano di adozione. Attualmente è Docente di Lingua e Letteratura Araba presso l’Università degli Studi di Pavia ed è considerato uno dei maggiori studiosi delle religioni a livello mondiale.

Caterina Guttadauro: «Lei è un grande stimatore di Gibran, lo definisce il suo Professore di Vita. Il suo libro “il Nuovo Profeta” porta un suo detto in copertina: “ Quando l’amore chiama, seguilo”.  Quando ha avvertito che il suo compito era quello di mettere la Scrittura e il suo insegnamento al servizio della Pace?»

Hafez Haidar: «Vengo da un paese che era considerato la Svizzera del Medio Oriente per la sua bellezza, nel quale il conflitto palestinese israeliano e la guerra civile (1975- 1990) ha purtroppo causato la morte di 195 mila persone, il ferimento di oltre 230 mila persone e la distruzione di tanti paesi e villaggi. Non potevo che abbracciare il messaggio di pace di Ghandi, Mandela e Gibran.

Il mio nuovo libro riprende la forma dialogica del Profeta scritto dal mio Maestro Gibran, ma presenta contenuti più attuali.

Racchiude gli insegnamenti dell’Ultimo Profeta, che parte da Sorrento per giungere a Gerusalemme, e del figlio di questi, che si prodiga per salvare la vita di due innamorati, l’ebrea Miriam e il musulmano Omar.

Con il passare degli anni ho scoperto che il mio compito è quello di scrivere per diffondere la pace, la libertà, la giustizia e la dignità della donna.»

Caterina Guttadauro: «Ha sempre, quindi ancora oggi, dentro di sé due identità, una libanese e l’altra italiana, quale prevale? Si ritiene un cittadino del mondo?»

Hafez Haidar: «Amo immensamente il Libano perché è la terra delle mie origini, da dove ho tratto le mie radici, ma amo altrettanto l’Italia: ho sposato un’italiana, da cui ho avuto due figli, e ho tanti amici. Questo Paese mi ha permesso di crescere e conoscere la storia, la cultura e l’arte degli altri popoli senza pregiudizi.

Sono innamorato dell’Oriente e dell’Occidente, perciò mi considero cittadino del mondo, assetato di apprendere e di trasmettere agli altri, con umiltà, i suoi insegnamenti.»

Caterina Guttadauro: «L’insegnamento è un impegno a cui lei tiene in modo particolare, ha fatto centinaia di incontri con giovani studenti. Cosa ha portato con sé da questi incontri e cosa pensa dei giovani di oggi?»

Hafez Haidar: «Io credo fermamente nei giovani, sono il futuro del nostro paese, perciò ho cercato di incontrarli e di far capire loro quanto sia importante il dialogo e il rispetto reciproco.

Ho parlato loro di alcuni argomenti importanti come il terrorismo, gli uomini giusti che combattono per i diritti umani, come il grande romanziere egiziano Nagib Mahfuz, Malala, Tawwakul Karman, Papa Francesco, Noa, Madre Teresa di Calcutta.

Inoltre, dopo aver recitato per 14 anni nelle scuole storie tratte da Le mille e una notte, ho scritto e illustrato Le mille e una notte Junior perché i ragazzi mi avevano chiesto di realizzare un testo adatto a loro.

Grazie all’Associazione Iplac il mio libro è diventato oggetto di un concorso grafico letterario nazionale per le scuole tenutosi a Roma.

I giovani d’oggi hanno bisogno di essere ascoltati, capiti, apprezzati, indirizzati.»

Caterina Guttadauro: «Tra i numerosissimi premi che ha ricevuto, qual’ è quello a cui tiene di più?»

Hafez Haidar: «Ogni premio riveste per me un grande significato; è difficile scegliere, in un giardino variopinto, il fiore più bello. Se proprio devo scegliere, però, penso al premio dell’Onu che ho ottenuto durante l’ultima missione umanitaria alla frontiera tra Libano ed Israele il 5 Settembre 2016»

Caterina Guttadauro La Brasca

IL DISPARI 2015 – 2016

IL DISPARI 2017

IL DISPARI 2018

DILA

Premi Otto milioni

Il Dispari 20180108 – Redazione culturale

Il Dispari 20180108 - Redazione culturale

Editoriale

Così come voluto dal Direttore di questo giornale, Gaetano Di Meglio, la pagina si apre continuando la pubblicazione di tutti i testi proposti nell’antologia “Penne Note Matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi e presentata al Bookcity di Milano #BCM17 nel Museo Delle Culture MUDEC il 18 Novembre 2017.

Oggi tocca alla presentazione di Abdeldjalil Amri e alle poesie di Giuseppe Capoluongo, Francesca Luzzio e Milena Petrarca.

Buona lettura.

 

Abdeldjalil Amri.

Sono nato in Adrar nel 1992 e sono residente in Adrar nel quartiere di Mehdia. Adrar si trova a sud dell’Algeria nel deserto del Sahara.

Sono laureato in lingua e letteratura italiana dall’anno 2013, con un diploma ed un master in didattica delle lingue conseguiti nel 2016 presso l’Università di Lounici Ali di Blida. Conosco scolasticamente la lingua inglese e quella francese, mentre la mia madrelingua è l’arabo che scrivo e leggo perfettamente. La mia collaborazione con l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” verterà principalmente sul mio scrivere e parlare del deserto algerino, delle sue bellezze e dei suoi pericoli. Mi piace molto scrivere in italiano poesie, racconti e fiabe corredati da fotografie e scambi culturali. [email protected] – Tel. +393284905308.

La sopravvivenza nel Sahara

Il Sahara è il più grande deserto della Terra, si trova nell’Africa settentrionale e vanta una superficie di circa 9.400.000 chilometri quadrati. Il Sahara occupa circa un quarto del continente africano. Si estende dall’Oceano Atlantico fino al Mar Rosso con una lunghezza di circa 4800 km, e con una larghezza di 1800 km dal Mediterraneo fino alle regioni centrali Africane.

Il Sahara comprende i seguenti stati: Algeria, Ciad, Egitto, Eritrea, Libia, Mali, Mauritania, Marocco, Niger, Sudan, Tunisia e Repubblica Democratica Araba Sahrawi.

Popoli tipici del Sahara, quasi tutti nomadi, sono: i Tebu, i Tuaregh, i Berberi o Amazigh e i Sudanesi.

La distribuzione della popolazione non è uniforme, mentre immense aree sono disabitate nelle oasi si possono raggiungere valori di densità di popolazione molto alti.

Nel Sahara si possono identificare diversi tipi di paesaggi: Hammada, deserto di roccia; Serir, deserto di ciottoli e ghiaia; Lergo o Idean, deserto formato da dune di sabbia; Bioma che si trova nell’estremo sud è la Savana, mentre a nord si trova la Steppa mediterranea.

Cod. 19 – Giuseppe Capoluongo

Dentro l’angolo

Come spiegare quell’angolo nuovo
dove misuro le vecchie parole
gli umori e le tante ragioni
mentre da solo rivango le zolle
indurite nel secco del tempo
e sogno la pioggia che lavi
quel profilo di vita vissuta
e nasca un’immagine nuova
da curare per riempire il mio vuoto
che ha sete ed ha fame
e raccoglie ora briciole
e pur s’accontenta
perché dentro all’angolo nuovo
matura un pensiero diverso
nel rimpianto di un pasto succulento
che non è dato avere per sempre
perché c’è gente che muore di fame
e soffre di non potere mangiare
alla mensa che offre la vita
e misura soltanto il suo bene
dentro l’angolo delle sue gelosie.

Cod. 20 – Francesca Luzzio

Prego Maria
In chiesa suona malinconico il violino,
ed io muoio:
ogni nota è prova funerea,
è un passo verso la fine.

Socchiusi gli occhi, prego Maria.

Un raggio filtra e s’intravede la via:
verde intenso di colle si staglia
nell’azzurro del cielo
e crea contrasto armonico
di vitalità.

M’inerpico festosa
e tendo una mano:
nutro corpi che hanno fame,
ricamo stoffe bianche e nere…

Rinnovato sentimento di vita
prova  propulsioni di utilità.

Cod. 21 – Milena Petrarca  

Esplorando il tuo paradiso perduto…

Ecco i miei versi

Dipinti per te
Enigmatica Donna

Che stai li nel

Tuo Paradiso
PERDUTO
Aspetti la gioia
Come un sogno
DIVINO
Esplori con gli occhi
La tua Luce

DELL’ANIMA

E così illumini
Il tuo universo
D’AMORE.

Il Dispari 20180108 – Redazione culturale

Il Dispari 20180108 - Redazione culturale

Pubblichiamo la prima parte dell’intervista rilasciata dal Prof. Hafez Haidar, candidato al premio Nobel per la pace 2017, a Caterina Guttadauro La Brasca che da oggi inizia, tramite DILA, la sua collaborazione in questa pagina culturale. Altre due parti dell’intervista saranno pubblicata nelle prossime settimane.

Caterina Guttadauro La Brasca intervista Hafez Haidar.

Accademico Emerito, Presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana, Direttore Generale Internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze, è poeta e scrittore libanese per nascita ed italiano di adozione. Attualmente è Docente di Lingua e Letteratura Araba presso l’Università degli Studi di Pavia ed è considerato uno dei maggiori studiosi delle religioni a livello mondiale.

Ha curato e tradotto diverse opere per gli Editori Rizzoli, Guanda, Rusconi, Bompiani, Fabbri, Mondadori ed è autore di numerosi libri editi dagli stessi Editori.

Nel 2006 è stato insignito del Premio Internazionale Sorrento nel Mondo insieme a Lucio Dalla e Raffaele Lauro, alto commissario del Governo e Senatore della Repubblica Italiana.

Caterina Guttadauro: «Gli intrecci tra poesia e fede nella cultura dell’Oriente sono il campo di ricerca nel quale da anni Lei è impegnato. Qual è lo scopo?»

Hafez Haidar: «Grazie agli intrecci tra poesia e fede e ai numerosi punti in comune tra le diverse culture, vorrei creare un terreno fertile in cui si consolidino buoni rapporti culturali e religiosi tra Oriente ed Occidente, basati sulla conoscenza e il rispetto reciproci.»

La poesia costituisce un pilastro fondamentale per far conoscere la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi di un popolo nonché la sua storia. Ho cercato di far conoscere all’Oriente poeti famosi come Dante Alighieri, Carducci e Quasimodo; nel frattempo ho portato in Italia i frutti poetici di Gibran e Omar Khayyam e ho scritto un’antologia della letteratura araba preislamica ed islamica. Sono convinto che la fede sia lo scrigno della nostra vita e della nostra civiltà, perciò conoscere la Bibbia, il Vangelo e il Corano ci aiuta a capire che nei tre Libri esiste un solo messaggio importante per tutta l’umanità: Dio è amore. La vita è un dono ed è un atto d’amore. Senza l’amore non possiamo costruire la pace e senza la pace non possiamo arrivare a conoscere i frutti della cultura per costruire un mondo migliore.»

Caterina Guttadauro: «Da diciannove anni si spende infatti – attraverso libri, traduzioni, incontri – per diffondere l’amore, abbattere i muri della diffidenza, dell’odio e della violenza”. Questa crociata ha dato dei riscontri che la motivano a procedere per questa strada?»

Hafez Haidar: «Sì, i miei lavori sono apprezzati da ebrei, cristiani e musulmani. Molte persone hanno appoggiato le mie idee e mi hanno incoraggiato a proseguire il cammino per abbattere i muri dell’odio, della diffidenza e del razzismo. Ho l’onore di rappresentare, in qualità di ambasciatore, diverse associazioni  per i diritti umani, perciò mi sento in dovere di andare avanti, pur sapendo che la mia strada è ripida e tortuosa. Non mi stanco di raccontare l’amore, perché ho visto tante persone morire ingiustamente, a causa della guerra.»

Caterina Guttadauro: «Quando il lettore apre la maggior parte dei suoi libri, dice Fava, il suo spirito naviga oltre la moschea, la sinagoga o la chiesa, verso orizzonti lontani, dove spunta un’abbagliante luce che rischiara le tenebre che talvolta intristiscono la mente e il cuore”. Quali sono le radici di questa differenza e divergenza fra le tre religioni?»

Hafez Haidar: «Dio è l’Unico Creatore per gli ebrei, per i cristiani e per i musulmani. Gli ebrei e i musulmani, però, non considerano Gesù il Messia e questo costituisce il primo punto di divergenza tra le tre religioni monoteistiche. Nel Corano, Maria è presentata come la prescelta di Dio, che ha concepito Gesù senza aver conosciuto alcun uomo. I libri sacri delle tre religioni sono accomunati dai dieci comandamenti, oltre che dallo stesso anelito verso Dio. In quest’epoca travagliata dall’odio, dalla sete di potere, dagli interessi commerciali, dalle guerre e dalla corsa agli armamenti, abbiamo bisogno di abbracciare la fede e di saper perdonare per raggiungere l’intensa luce della  nostra esistenza.»

Caterina Guttadauro La Brasca

Il Dispari 20180108 – Redazione culturale

 DILA

Il Dispari 20180108 – Redazione culturale

Il Dispari 20180108

Il Dispari 20180108 – Redazione culturale

Il Dispari 20180108 - Redazione culturale

Editoriale

Così come voluto dal Direttore di questo giornale, Gaetano Di Meglio, la pagina si apre continuando la pubblicazione di tutti i testi proposti nell’antologia “Penne Note Matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi e presentata al Bookcity di Milano #BCM17 nel Museo Delle Culture MUDEC il 18 Novembre 2017.

Oggi tocca alla presentazione di Abdeldjalil Amri e alle poesie di Giuseppe Capoluongo, Francesca Luzzio e Milena Petrarca.

Buona lettura.

 

Abdeldjalil Amri.

Sono nato in Adrar nel 1992 e sono residente in Adrar nel quartiere di Mehdia. Adrar si trova a sud dell’Algeria nel deserto del Sahara.

Sono laureato in lingua e letteratura italiana dall’anno 2013, con un diploma ed un master in didattica delle lingue conseguiti nel 2016 presso l’Università di Lounici Ali di Blida. Conosco scolasticamente la lingua inglese e quella francese, mentre la mia madrelingua è l’arabo che scrivo e leggo perfettamente. La mia collaborazione con l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” verterà principalmente sul mio scrivere e parlare del deserto algerino, delle sue bellezze e dei suoi pericoli. Mi piace molto scrivere in italiano poesie, racconti e fiabe corredati da fotografie e scambi culturali. [email protected] – Tel. +393284905308.

La sopravvivenza nel Sahara

Il Sahara è il più grande deserto della Terra, si trova nell’Africa settentrionale e vanta una superficie di circa 9.400.000 chilometri quadrati. Il Sahara occupa circa un quarto del continente africano. Si estende dall’Oceano Atlantico fino al Mar Rosso con una lunghezza di circa 4800 km, e con una larghezza di 1800 km dal Mediterraneo fino alle regioni centrali Africane.

Il Sahara comprende i seguenti stati: Algeria, Ciad, Egitto, Eritrea, Libia, Mali, Mauritania, Marocco, Niger, Sudan, Tunisia e Repubblica Democratica Araba Sahrawi.

Popoli tipici del Sahara, quasi tutti nomadi, sono: i Tebu, i Tuaregh, i Berberi o Amazigh e i Sudanesi.

La distribuzione della popolazione non è uniforme, mentre immense aree sono disabitate nelle oasi si possono raggiungere valori di densità di popolazione molto alti.

Nel Sahara si possono identificare diversi tipi di paesaggi: Hammada, deserto di roccia; Serir, deserto di ciottoli e ghiaia; Lergo o Idean, deserto formato da dune di sabbia; Bioma che si trova nell’estremo sud è la Savana, mentre a nord si trova la Steppa mediterranea.

Cod. 19 – Giuseppe Capoluongo

Dentro l’angolo

Come spiegare quell’angolo nuovo
dove misuro le vecchie parole
gli umori e le tante ragioni
mentre da solo rivango le zolle
indurite nel secco del tempo
e sogno la pioggia che lavi
quel profilo di vita vissuta
e nasca un’immagine nuova
da curare per riempire il mio vuoto
che ha sete ed ha fame
e raccoglie ora briciole
e pur s’accontenta
perché dentro all’angolo nuovo
matura un pensiero diverso
nel rimpianto di un pasto succulento
che non è dato avere per sempre
perché c’è gente che muore di fame
e soffre di non potere mangiare
alla mensa che offre la vita
e misura soltanto il suo bene
dentro l’angolo delle sue gelosie.

Cod. 20 – Francesca Luzzio

Prego Maria
In chiesa suona malinconico il violino,
ed io muoio:
ogni nota è prova funerea,
è un passo verso la fine.

Socchiusi gli occhi, prego Maria.

Un raggio filtra e s’intravede la via:
verde intenso di colle si staglia
nell’azzurro del cielo
e crea contrasto armonico
di vitalità.

M’inerpico festosa
e tendo una mano:
nutro corpi che hanno fame,
ricamo stoffe bianche e nere…

Rinnovato sentimento di vita
prova  propulsioni di utilità.

Cod. 21 – Milena Petrarca  

Esplorando il tuo paradiso perduto…

Ecco i miei versi

Dipinti per te
Enigmatica Donna

Che stai li nel

Tuo Paradiso
PERDUTO
Aspetti la gioia
Come un sogno
DIVINO
Esplori con gli occhi
La tua Luce

DELL’ANIMA

E così illumini
Il tuo universo
D’AMORE.

Il Dispari 20180108 – Redazione culturale

Il Dispari 20180108 - Redazione culturale

 

Pubblichiamo la prima parte dell’intervista rilasciata dal Prof. Hafez Haidar, candidato al premio Nobel per la pace 2017, a Caterina Guttadauro La Brasca che da oggi inizia, tramite DILA, la sua collaborazione in questa pagina culturale. Altre due parti dell’intervista saranno pubblicata nelle prossime settimane.

Caterina Guttadauro La Brasca intervista Hafez Haidar.

Accademico Emerito, Presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana, Direttore Generale Internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze, è poeta e scrittore libanese per nascita ed italiano di adozione. Attualmente è Docente di Lingua e Letteratura Araba presso l’Università degli Studi di Pavia ed è considerato uno dei maggiori studiosi delle religioni a livello mondiale.

Ha curato e tradotto diverse opere per gli Editori Rizzoli, Guanda, Rusconi, Bompiani, Fabbri, Mondadori ed è autore di numerosi libri editi dagli stessi Editori.

Nel 2006 è stato insignito del Premio Internazionale Sorrento nel Mondo insieme a Lucio Dalla e Raffaele Lauro, alto commissario del Governo e Senatore della Repubblica Italiana.

Caterina Guttadauro: «Gli intrecci tra poesia e fede nella cultura dell’Oriente sono il campo di ricerca nel quale da anni Lei è impegnato. Qual è lo scopo?»

Hafez Haidar: «Grazie agli intrecci tra poesia e fede e ai numerosi punti in comune tra le diverse culture, vorrei creare un terreno fertile in cui si consolidino buoni rapporti culturali e religiosi tra Oriente ed Occidente, basati sulla conoscenza e il rispetto reciproci.»

La poesia costituisce un pilastro fondamentale per far conoscere la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi di un popolo nonché la sua storia. Ho cercato di far conoscere all’Oriente poeti famosi come Dante Alighieri, Carducci e Quasimodo; nel frattempo ho portato in Italia i frutti poetici di Gibran e Omar Khayyam e ho scritto un’antologia della letteratura araba preislamica ed islamica. Sono convinto che la fede sia lo scrigno della nostra vita e della nostra civiltà, perciò conoscere la Bibbia, il Vangelo e il Corano ci aiuta a capire che nei tre Libri esiste un solo messaggio importante per tutta l’umanità: Dio è amore. La vita è un dono ed è un atto d’amore. Senza l’amore non possiamo costruire la pace e senza la pace non possiamo arrivare a conoscere i frutti della cultura per costruire un mondo migliore.»

Caterina Guttadauro: «Da diciannove anni si spende infatti – attraverso libri, traduzioni, incontri – per diffondere l’amore, abbattere i muri della diffidenza, dell’odio e della violenza”. Questa crociata ha dato dei riscontri che la motivano a procedere per questa strada?»

Hafez Haidar: «Sì, i miei lavori sono apprezzati da ebrei, cristiani e musulmani. Molte persone hanno appoggiato le mie idee e mi hanno incoraggiato a proseguire il cammino per abbattere i muri dell’odio, della diffidenza e del razzismo. Ho l’onore di rappresentare, in qualità di ambasciatore, diverse associazioni  per i diritti umani, perciò mi sento in dovere di andare avanti, pur sapendo che la mia strada è ripida e tortuosa. Non mi stanco di raccontare l’amore, perché ho visto tante persone morire ingiustamente, a causa della guerra.»

Caterina Guttadauro: «Quando il lettore apre la maggior parte dei suoi libri, dice Fava, il suo spirito naviga oltre la moschea, la sinagoga o la chiesa, verso orizzonti lontani, dove spunta un’abbagliante luce che rischiara le tenebre che talvolta intristiscono la mente e il cuore”. Quali sono le radici di questa differenza e divergenza fra le tre religioni?»

Hafez Haidar: «Dio è l’Unico Creatore per gli ebrei, per i cristiani e per i musulmani. Gli ebrei e i musulmani, però, non considerano Gesù il Messia e questo costituisce il primo punto di divergenza tra le tre religioni monoteistiche. Nel Corano, Maria è presentata come la prescelta di Dio, che ha concepito Gesù senza aver conosciuto alcun uomo. I libri sacri delle tre religioni sono accomunati dai dieci comandamenti, oltre che dallo stesso anelito verso Dio. In quest’epoca travagliata dall’odio, dalla sete di potere, dagli interessi commerciali, dalle guerre e dalla corsa agli armamenti, abbiamo bisogno di abbracciare la fede e di saper perdonare per raggiungere l’intensa luce della  nostra esistenza.»

Caterina Guttadauro La Brasca

IL DISPARI 2015 – 2016

IL DISPARI 2017

IL DISPARI 2018

DILA

Premi Otto milioni

 

Il Dispari 2017-12-04 Redazione culturale

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Editoriale

BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina, a Daniela Mancini.

Chi è Daniela Mancini?

Dopo la laurea in “Filosofia della scienza e logica” si è dedicata all’insegnamento e da venti anni è Dirigente Scolastico di istituti superiori.
Nell’ambito dell’istruzione si occupa di formazione dei docenti sui temi del disagio e, anche per i colleghi dirigenti, sull’innovazione tecnologica.

Ha ideato due sceneggiature su questi argomenti: “La malaskuola” e “Resistenze”.
Appassionata di tradizioni popolari, ha pubblicato, in varie antologie, alcuni racconti sugli antichi mestieri e su altri vari argomenti.
Nel 2016 ha pubblicato ”La tua storia nella mia”, il cui testo è stato introdotto dalla lettera di apprezzamento del Prof. Adriano Prosperi, Storico e Docente della Scuola Normale di Pisa.

Ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Firenze e dei Comuni di Empoli, Cerreto Guidi, Fucecchio, Vinci.

Nel 2017, con la stessa casa editrice dei precedenti volumi, ossia la Ibiskos Ulivieri, è uscito il suo romanzo “Per distrazione”.

Daniela Mancini ha vinto diversi premi letterari tra i quali citiamo il Premio Letterario Internazionale Sissa, il Padus d’oro come scrittrice dell’anno 2017, il Premio Letterario Domenico Rea- Città di Empoli e il Premio Letterario Firenze Capitale D’Europa 2017.

Avremo presto modo di parlare ampiamente di Daniela Mancini e di farvi leggere suoi articoli e stralci di sue opere letterarie.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-04

L’ATTORE VIKTOR MISHIN INTERVISTATO DA LIGA SARAH LAPINSKA: “DEVO CONQUISTARE IL PUBBLICO”

Viktor Mishin, è un attore piuttosto famoso in Lettonia per aver partecipato a diversi film appartenenti al filone delle così dette soap opera, è un regista quotato e ha un suo proprio teatro ”Il Gallo d’Oro”, in russo “Zolotoi Petuh”.
Lo conosco perché l’ho contattato nella speranza che potesse promuovere spettacoli e concerti per la gente comune.

Qui in Lettonia alcuni si divertano quasi ogni giorno, ma migliaia di persone, purtroppo, si sono già quasi abituate a vivere senza feste e senza il teatro vero.
Troppa gente ha perso la speranza di essere felice, e pensa solo alla sopravvivenza, anzi a combattere contro gli altri per una vita migliore.
Che cosa significa vita migliore?
La carriera?
I tanti soldi?
Senza le qualità delle cose importanti, perché le più importanti qualità sono la gioia, la speranza, l’amore.
Viviamo senza essere felici e non festeggiamo più niente.
Viktor sa di creare sentimento di festa.
La sua voce è piena di emozioni. Lui declama a suo modo, proponendo, sempre fresche, le strofe sentite tante volte.
Ho pianto sentendo come questo attore declama con la forza dell’amore.

LIGA SARAH: «Secondo Lei, chi è il vero attore?»
VIKTOR: «L’attore non deve essere pigro. L’anima di un attore è piena di domande ed è ardente, altrimenti l’attore non è un attore.
Quale sala preferisco?
Il mio compito è conquistare ogni sala, piccola o grande che sia. Conquistare anche gli spettatori, a volte indifferenti, che mangiano durante lo spettacolo con intensità i loro cioccolatini.
Con le mie idee.
Con le idee di differenti autori.
Con i pensieri, con le emozioni.
Devo animare il pubblico, devo sorprenderlo per diventare vincitore senza guerre. »

LIGA SARAH: «Dove è nato, dove è cresciuto, e dove ha sviluppato la sua arte? Quali sono i suoi riferimenti?»

VIKTOR: «Sono nato e sono cresciuto a Riga, in Lettonia. Amo la mia città.
Ho studiato da saggi maestri, sia registi, sia attori.

Firs Shishigin, regista nel teatro di Jaroslavj in Russia ha detto “Dopo che avete guardato un film o uno spettacolo provate a riscriverne il senso in una sola parola.”

Aleksandr Dunajev era un regista ed attore molto interessante che sapeva dirigere l’intero processo di uno spettacolo: tra regia, attori e spettatori.

Sergey Tihonov è stato l’unico che mi ha aperto il Segreto di essere attore.
Mi ha regalato la chiave di questo mestiere.
Sono molto riconoscente a lui per questo.
Sergey Tihonov non è abbastanza apprezzato oggi, purtroppo, ma per 17 anni ha guidato un teatro molto noto a Mosca ed era anche un profondo pedagogo.

Nella mia gioventù preferivo il repertorio di Shukshin.

Mi sono esibito in diversi teatri ed anche in film commerciali dal 2011al 2014.
Ho sempre amato Aleksandr Geiman per la sua partecipazione nel sociale, Ostrovsky, Shakespeare.

Per il pubblico in Russia ho recitato Florindo, il personaggio del testo di Carlo Gozzi “Il Bugiardo”.

Poi ho fondato il mio teatro personale “Zolotoi Petuh”.

Ho uno studio dove gli attori possono preparare i loro ruoli, ma non ho la sala per lo spettacolo.
Il mio teatro viaggia verso i suoi spettatori e non viceversa.
Scelgo il repertorio, decido tutto nel mio teatro. Sono padrone del mio teatro, ma preferirei avere uno sponsor più pratico di me nel settore commerciale.
Quante umiliazioni a fare le file da un ufficio ad un altro per le pratiche necessarie all’attività del mio teatro!

Abbiamo tanti spettacoli per i bambini.

Per gli adulti abbiamo tanti spettacoli non solo classici, ma anche a sfondo sociale e filosofico.
Qualche tempo fa non erano così popolari come quelli per i bambini.
Un tempo molti spettatori aspettavano più sensazioni che spettacoli classici, adesso di nuovo sono pronti ad ascoltare le poesie delle betulle di Jesenin oppure guardare, per esempio, “Il Piccolo principe” di Sent-Exuperry, adatto sia ai bambini e sia agli adulti.»

Ringraziamo per l’intervista esclusiva rilasciata all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formuliamo tanti auguri a Viktor Mishin che, tra meno di un anno, festeggerà il 50° anniversario della sua carriera d’attore.
Infatti, Viktor apparve per la prima volta sul palcoscenico l’8.10.1968.

Liga Sara Lapinska

Il Dispari 2017-12-04

Twitterone

1) Dopo l’incontro al MUDEC di Bookcity #BCM 17, tutti a Sermoneta!
Tanto è stato grande l’entusiasmo per aver partecipato all’evento made in Ischia “Otto milioni” inserito nel programma Bookcity #BCM17 e proposto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte –DILA” nel Museo Delle Culture MUDEC, che tutto il gruppo di Artisti e di Soci DILA ha deciso di creare le condizioni affinché non se ne disperda il patrimonio di collaborazione e di amicizie.
A tal fine ci si è dati appuntamento a Sermoneta, dove, organizzata da Angela Maria Tiberi Presidente DILA per la provincia di Latina, il prossimo 10 Dicembre si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori delle quattro sezioni del premio “Otto milioni” 2017.

2) Continua la collaborazione redazionale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi, il cui nuovo numero della rivista Eudonna sarà acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia a partire dal prossimo 14 Dicembre.
La copertina è fantastica, gli articoli sono certamente superlativi… e poi in essa vi troverete la sorpresa DILA!
So che Mariapia Ciaghi non mi smentirà se affermo che TUTTE le meravigliose Artiste che hanno fatto parte di uno dei progetti culturali made in Ischia, organizzati negli ultimi dieci anni da me con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, avranno il privilegio di partecipare alla redazione della sezione culturale affidata da “Il Sextante” alla nostra associazione DILA”. A tale scopo basterà contattarmi al 3935937717, oppure inviarmi una mail a [email protected]. Vi aspetto.

3) Lo scorso 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, una nutrita compagine di Soci e simpatizzanti dell’associazione DILA, capeggiati da Angela Maria Tiberi che ne è la presidente per la provincia di Latina, ha partecipato al convegno organizzato a Norma, presso l’aula consiliare, dalla Consulta delle donne e dall’assessorato alle Pari Opportunità.
Alla presenza del Sindaco Gianfranco Tessitore e della Vicesindaco Elisa Ricci; del dottor Mario Mellacina, primario del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina; della dottoressa Manuela Iaione, capo di gabinetto della Questura di Latina; della delegata Anci Lazio, Carmela Cassetta; di Irene Zara, psicologa e psicoterapeuta, responsabile dei servizi della cooperativa Utopia 2000, è stato possibile ammirare opere delle pittrici Angela e di Flora Rucco e di Milena Petrarca (prima classificata al premio di arti grafiche “Otto milioni”). Angela Maria Tiberi ha declamato la poesia “Eppure se” di Bruno Mancini. Le canzoni dei ragazzi del centro Musicale Orfeo hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’evento


Il Dispari 2017-11-27


FRANCESCO MACCIONI HA VINTO!

Con la poesia “NELLO SPIRAGLIO DI LUCE”, il poeta sardo Francesco Maccioni ha vinto la sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

La classifica finale è stata annunciata, il 18 Novembre scorso, nel prestigioso Museo Delle Culture di Milano (MUDEC) durante l’evento Made in Ischia organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA che ha avuto il privilegio di essere stato inserito nel palinsesto del Bookcity Milano 2017, #BCM17, notoriamente uno dei più importanti eventi artistici e letterari italiani.

Il secondo posto è stato conquistato dalla poesia “Quando sarò la pietra” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il terzo posto è stato conquistato dalla poesia “Dove mi aspetta” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il quarto posto è stato conquistato dalla poesia “Prova a credere” della poetessa lettone Eva Strazdiņa; e il quinto posto è stato conquistato dalla poesia “Amicizia” della poetessa italiana Angela Maria Tiberi.

La cerimonia di premiazione di tutti i vincitori dei quattro premi (poesia, arti grafiche, musica, giornalismo) avverrà a Sermoneta (provincia di Latina) il 10 Dicembre 2017 nella medioevale Abbazia di Valvisciolo.

La tradizione racconta che questa Abbazia, edificata in puro stile romanico-cistercense sia stata fondata nel XII secolo da frati greci e successivamente, nel XIII secolo, sia stata popolata e ristrutturata dai Templari ai quali, nel XIV secolo, subentrarono i Cistercensi.

Su di essa si racconta un’antica leggenda medioevale, in cui si narra che nel 1314, allorquando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay, gli architravi delle chiese si spezzarono.

Nell’Abbazia, il Maestro Luca Hoti dirigerà un coro di 28 bambini.

La cerimonia di premiazione si concluderà in Sermoneta con un allegro convivio, tra specialità culinarie locali ed intermezzi artistici, nella Trattoria “Da Elena” gestita dal mitico Raffaele Walter Poli che ci farà gustare un menù speciale “Otto milioni” (Antipasto di affettati misti, verdure grigliate, bruschette ecc. più due mezzi primo di ravioli alla carne e pasta al forno, acqua, vino, caffè per un totale di soli 20€ a persona).
Per partecipare potrete prenotarvi contattando (Tel. 3205584216) la Presidente della Sede operativa DILA di Sermoneta, Angela Maria Tiberi.

Ed, ora con tutti i nostri complimenti, spazio alla poesia di Franco Maccioni vincitrice della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

Cod. 07

Franco Maccioni
Nello spiraglio di luce

L’incredula notte
nascondeva avanzi consumati.
Dietro lo spiraglio aperto
la luna filtrava argentei raggi
tra gli alberi sommersi dal sonno.
Avevo i tuoi occhi di pianto
uniche stelle generose
che dall’immenso cielo
potevo tuffarmi con gioia.
Dall’immensità del nostro amore
nell’incredula notte trascorsa,
l’orizzonte scopriva il nuovo giorno.
Le nostre mani si tenevano strette
e i tuoi occhi risplendevano ancora.
La luce del giorno abbagliava
tracciando nei nostri volti
una tremenda forza di vivere.

Bruno Mancini

Franco Maccioni

Antologia Penne Note Matite

 Abbazia di Valvisciolo

Trattoria da Elena

Sermoneta

Il Sextante di Mariapia Ciaghi propone “SOUL IN THE ART”

Nella seicentesca sede dell’ex oratorio di S. Maria del Suffragio a Perugia si svolgerà la prestigiosa rassegna SOUL IN THE ART che ospiterà un gruppo di 24 rinomati artisti.

Spaziando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al designer, saranno esposte circa una cinquantina di opere.

Nella collettiva Soul in the Art, ogni artista, ogni pittore proietta la propria anima all’interno dell’opera, così come quando il poeta compone un sonetto e un musicista una sinfonia.

È in questo modo che l’arte vive e regala emozioni.

L’iniziativa è promossa da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, editore dell’Antologia made in Ischia “Mare Monti Mare” contenente opere finaliste dei premi “Otto Milioni” organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

La selezione delle opere pittoriche e scultoree della rassegna SOUL IN THE ART, che dal 7 al 17 Dicembre saranno esposte presso la Ipso Arts Gallery in via L. Bonazzi a Perugia, è stata curata da Elisa Bergamino, affermata critica d’arte, la quale scrive nell’introduzione del catalogo edito da Il Sextante:

“L’arte si sa parla un linguaggio universale, è come un sogno a occhi aperti, una realtà sì fisicamente riscontrabile, ma spesso non vera, immaginata, semplicemente una copia di una ben più importante realtà.(….)

Con il titolo “Soul in the art” si connota il carattere di una mostra collettiva incentrata sul valore del “visibile/invisibile”, quale universo di una verità formalizzata secondo strutturazioni linguistiche di un “parlare” che fa da contrappunto in una poetica di grande respiro.

La mostra è un momento importante per avvicinare idee diverse, mondi culturalmente lontani tra loro, dove spesso le forme assumono valenza di visione interiore struggente e dove gli artisti dimostrano di saper raffrenare le proprie energie per indirizzare l’estro verso la formulazione d’un progetto espressivo tutt’altro che affidato alla mera casualità esecutiva.

Difficile non rimanere emotivamente coinvolti e affascinati da lavori che trasudano di alchimia creativa, dal suggestivo sopravvento dell’immaginazione sulla realtà.
Una realtà che in alcuni casi rappresenta memorie di incontri reali tradotta in una rappresentazione d’istinto sebbene particolarmente vigile e scrupolosa.

Con le loro opere, gli Artisti danno mostra di una visione intellettuale e colta della vita in una ricerca sempre in divenire volta a catturare l’inafferrabile, l’imponderabile, impulso creativo e vitale che rende i loro lavori unici.
Lavori, dunque, che impegnano oltre che la fantasia la coscienza morale, aggiungendo significati emotivi ulteriori.

Nel corso del Vernissage è previsto venerdì 8 Dicembre il recital del soprano Tania RenzulliTra sacro e profano“. Saranno eseguiti brani di Pergolesi, Paisiello, Mercadante, Schubert, Brahms, Verdi, Bizet, Gershwin, Di Capua: un breve excursus musicale dal Settecento ad oggi… dall’aria da camera all’opera, dal musical alla canzone napoletana.

Il Dispari 2017-11-27 Redazione culturale

Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma

L’Associazione “Arte del suonare” di Maria Luisa Neri (Socia fondatrice nonché direttrice musicale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”), indice ed organizza il VII Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma, al fine di promuovere la cultura musicale.

L’obiettivo principale è stimolare i giovani allo studio della musica e valorizzare il lavoro di moltissimi docenti che con passione sviluppano le loro capacità espressive.

Dedicato a tutti gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado e a tutti gli allievi privatisti, il Concorso si svolgerà c/o il Liceo Musicale “Giordano Bruno” di Roma e si svolgerà in 2 sezioni: solisti e gruppi.

Il programma è libero.

Sono previste sei categorie in base.

Le domande dovranno essere inviate tramite mail a [email protected] entro e non oltre il 7/4/2018.

I partecipanti potranno avvalersi della collaborazione del pianista accompagnatore.

L’organizzazione mette a disposizione solo il pianoforte, ogni altro accessorio o strumento dovrà essere portato dai concorrenti.

Le Commissioni saranno formate da Maestri di provata esperienza per ogni fascia d’età e formazione.

I concorrenti sono tenuti ad informarsi del giorno e dell’orario a loro assegnato per la prova.

Il voto finale sarà la sintesi di tutti i voti della Commissione e saranno resi pubblici per la trasparenza del Concorso.

I Premi: il vincitore del VII Concorso “Note sul mare” riceverà 200 €; il solista o gruppo che avrà raggiunto il punteggio di 100/100 riceverà una targa di primo premio assoluto e un concerto; saranno assegnati, inoltre, un premio speciale giovanissimi di 100 €, un premio speciale archi di 100 €, Uun premio speciale chitarristi di 100 €, un premio speciale scuole di 100 €.

Il concorso si svolge nei giorni compresi tra il 7 e il 12 Maggio 2018.

Il concerto dei finalisti e la proclamazione dei vincitori avverrà 12 Maggio 2018 alle ore 18.30
Lo schema della domanda di iscrizione va scaricato dal sito: www.artedelsuonare//wordpress.com

Info: Prof.ssa Neri Maria Luisa 347-0804603 / 328-1288700
oppure alle mail [email protected]
È possibile chiedere aiuto per soggiorni a Roma a prezzo ridotto.

Il Dispari 2017-11-20

Il Dispari 2017-11-20 Redazione culturale

Editoriale

BOOKCITY – MUDEC
Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA

Il 18 Novembre 2017 nell’ambito del palinsesto del Bookcity Milano #BCM17, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, durante l’evento che ha proposto nel Museo Delle Culture di Milano –MUDEC, ha comunicato i vincitori delle quattro sezioni in cui è stata articolata la sesta edizione del premio internazionale “Otto milioni” 2017.
Franco Maccioni ha vinto il premio “Poesia”.
Milena Petrarca ha vinto il premio “Arti grafiche”.
Liga Sarah Lapinska ha vinto il premio “Recensione”
Alvils Cedriņš ha vinto il premio “Inno musicale”.

Tra gli altri, hanno partecipato all’incontro culturale Paola Occhi (cantante), Maria Luisa Neri scrittrice), Stefano Degli Abbati (scrittore), Dalila Boukhalfa (scrittrice algerina), Milena Petrarca (pittrice), Patrizia Canola (pittrice), Lorenzo Milani (fotografo), Domenico Umbro (musicista), Alberto Ghirardini (Socio Fondatore DILA), Angela Maria Tiberi (scrittrice), Assunta Gneo (scrittrice), Abdeldjalil Amri (scrittore algerino), Ugo De Angelis (scrittore), Maria Teresa Tedde (scrittrice)

Ve ne diamo un’anteprima con le foto di Lorenzo Milani, rimandando alla prossima settimana la cronaca dettagliata dell’evento.

Bruno Mancini

 

Domenico Umbro – Il Dispari 2017-11-20

Foto di gruppo – Il Dispari 2017-11-20

Angela Maria Tiberi – Il Dispari 2017-11-20

Bruno Mancini e A – Il Dispari 2017-11-20

Stefano Degli Abbati, Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa – Il Dispari 2017-11-20

Dalila Boukhalfa – Il Dispari 2017-11-20

Maria Luisa Neri – Il Dispari 2017-11-20

Milena Petrarca – Dispari 2017-11-20

Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Patrizia Canola – Il Dispari 2017-11-20

Foto di gruppo – Il Dispari 2017-11-20

Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa, Bruno Mancini, Maria Luisa Neri, Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Stefano Degli Abbati, Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa, Bruno Mancini, Maria Luisa Neri, Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Maria Luisa Neri – Il Dispari 2017-11-20

 

Il Dispari 2017-11-13

Il Dispari 2017-11-13 – Redazione culturale

Editoriale | Bruno Mancini

Sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni

POESIE PREMIATE DAL NOSTRO GIORNALE

Una speciale Giuria nominata da Gaetano Di Meglio, Direttore di questa testata Il Dispari, ha scelto cinque poesie tra quelle risultate finaliste del premio made in Ischia Otto milioni”, ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall’Associazione culturale Da Ischia l’Arte – DILA”.
Le poesie tutte classificate ex aequo al primo posto ricevono come premio la presente pubblicazione nella pagina culturale del giornale.

Con i complimenti del Direttore Gaetano Di Meglio e di tutta la redazione di “Il Dispari”, auguriamo grandi successi artistici e culturali ai cinque vincitori.

Cod. 08

Antonio Fiore
A mia madre

Non si potrà sottrarre
una sola briciola di tempo
per prorogare di quanto le stelle
hanno già scritto
nella nitida luce che arde,
ma che puntualmente si spegnerà,
a prescindere dal vento,
quando la notte scenderà
per addormentare le membra.

Colmo di speranza
l’anima si dilungherà
verso l’infinito sogno,
e su questa terra
che gela la polvere dei tuoi sandali,
nel freddo silenzio
mi ritrovo a respirare i mille ricordi
da riesumare per chi ha tanto amato
e resterà ad amarti.

Cod. 24

Antonio Mencarini
Per un amico scomparso

Un lampo di luce nel tempo
un nobile cuore guidato dal sentimento
l’ansia di fare il bene
di dare il bene
di ricevere il bene.
Un battito d’ali di gabbiano
sul mare della vita.
è durata un nulla la tua esistenza
ma sei riuscito a renderla degna di vivere.
Sei partito per non so dove:
una domanda mi attanaglia – Ti rivedrò?
Non so, non credo ma nei dubbi spero.
Addio amico mio
finché vivrò ti avrò nel cuore.

Cod. 13

Elīna Zālīte
Dedicata al musicista di strada

Nel sotterraneo di Riga: il blues.
Un sassafono ci versa suoni sopra i piedi.
I passanti non ascoltano. I passanti corrono
in fretta, al lavoro, al teatro, a casa.

Il blues culla il sotterraneo di Riga.
Nel tunnel gioca un eremita, silenziosamente.
C’è un posto dove i sogni e le speranze spingono.
C’è un posto dove l’anima viene spezzata a metà.

Nel sotterraneo di Riga risuona di nuovo il blues.
Monete cadano come schiaffi sulla guancia.
Riga ha i suoi talenti.
Poveri.
Nudi.

Cod. 20

Francesca Luzzio
Prego Maria

In chiesa suona malinconico il violino,
ed io muoio:
ogni nota è prova funerea,
è un passo verso la fine.

Socchiusi gli occhi, prego Maria.

Un raggio filtra e s’intravede la via:
verde intenso di colle si staglia
nell’azzurro del cielo
e crea contrasto armonico
di vitalità.

M’inerpico festosa
e tendo una mano:
nutro corpi che hanno fame,
ricamo stoffe bianche e nere…

Rinnovato sentimento di vita
prova propulsioni di utilità.

Cod. 19

Giuseppe Capoluongo
Dentro l’angolo

Come spiegare quell’angolo nuovo
dove misuro le vecchie parole
gli umori e le tante ragioni
mentre da solo rivango le zolle
indurite nel secco del tempo
e sogno la pioggia che lavi
quel profilo di vita vissuta
e nasca un’immagine nuova
da curare per riempire il mio vuoto
che ha sete ed ha fame
e raccoglie ora briciole
e pur s’accontenta
perché dentro all’angolo nuovo
matura un pensiero diverso
nel rimpianto di un pasto succulento
che non è dato avere per sempre
perché c’è gente che muore di fame
e soffre di non potere mangiare
alla mensa che offre la vita
e misura soltanto il suo bene
dentro l’angolo delle sue gelosie.

Programma Bookcity “Otto milioni” made in Ischia

Come già abbiamo ampiamente riferito su questa pagina, il prossimo 18 Novembre il made in Ischia proposto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA potrà esprimere le proprie proposte artistiche nel prestigioso Museo Delle Culture MUDEC di Milano nell’ambito del palinsesto di Bookcity #BCM17.
Oggi completiamo l’informazione proponendovi per sommi capi il programma che presenteremo.

• Antonio MencariniMaria Luisa Neri: saluti al pubblico e presentazioni presentatori
Bruno Mancini: presenta L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” e i premi “Otto milioni
Antonio Mencarini – Maria Luisa Neri: comunicano i vincitori dei 4 premi “Otto milioni” e leggono la poesia vincitrice
Paola Occhi: propone il programma di iniziative sociali e culturali proposto dalla sede DILA di Mirandola
Antonio Mencarini – Maria Luisa Neri: presentano la poetessa Roberta Panizza e leggono sue poesie
• Maria Luisa Neri – Patrizia Canola: Maria Luisa Neri intervista la pittrice Patrizia Canola
Domenico Umbro: propone un programma musicale per clarinetto
Maria Luisa Neri: propone il programma dell’Associazione musicale “Arte del suonare” gemellata con DILA
• Antonio Mencarini – Maria Luisa Neri: presentano il poeta Antonio Mencarini e leggono sue poesie
Milena Petrarca: propone la sua arte pittorica attraverso un video
Stefano Degli Abbati : spiega le caratteristiche dell’editore Il Sextante e quelle della rivista Eudonna in partenariato con DILA e presenta un volume della sua produzione letteraria
Angela Maria Tiberi – illustra i suoi programmi culturali e di iniziative sociali proposti dalla sede DILA di Sermoneta
Antonio Mencarini – Maria Luisa Neri: presentano lo scrittore Bruno Mancini e leggono alcune sue poesie
Dalila Bouhalfa: presenta il progetto dell’apertura della sede DILABLIDA in Algeria
Antonio Mencarini – Maria Luisa Neri: ringraziamenti e saluti finali


Twitterone

1) Il cantautore siciliano Enzo Salvia,

Socio Sostenitore di DILA, opinionista di questa pagina del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio, autore, con i testi di Bruno Mancini, delle canzoni “CoquilleNelle bugie dei sogni” “Ischia Torrenova” dedicate a Ischia e già vincitrici dei premi “Otto milioni”, approda oltre oceano con una sua dolcissima melodia, il cui testo è stato scritto in collaborazione con il poeta Antonio Fiore anche lui importante collaboratore dei progetti made in Ischia organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Il brano che si intitola  “Io e te” è stato trasmesso dalla radio WCKG di Chicago, domenica 12 Novembre alle ore 16.00, in video streaming, durante la trasmissione “Domenica Insieme” , brillantemente condotta da Patrick Capriati e John Conenna.

La canzone rappresenta, come tutti i brani d Enzo Salvia, un momento musicale nuovo e diverso proposto attraverso un’esortazione a recuperare i grandi valori umani e sociali ormai sfortunatamente persi in gran parte.
Un grosso in bocca al lupo ai due grandi amici di Ischia e di DILA Enzo Salvia e Antonio Fiore.

2) Monica Santoro,

Direttrice della Biblioteca Dante Alighieri di Buenos Aires (Argentina) ha gradito in omaggio i libri che le sono stati inviati da Angela Maria Tiberi, Presidente della sede operativa DILA di Sermoneta e, prima di catalogare la nostra antologia “Otto milioni 2016” tra i volumi della biblioteca, ha mostrato il suo gradimento facendosi fotografare con i libri ricevuti.

 DILA

GAME OF LOVE IN SERMONETA

GAME OF LOVE IN SERMONETA

Cultural Association “From Ischia The Art – DILA

GAME OF LOVE IN SERMONETA

by

ANGELA MARIA TIBERI

Vice President of the Association New Cenacle of Poetry of Aprilia

Translation of Liga Sarah Lapinska

Copertina edizione a colori

Copertina edizione b/n

PREFACE

Entering in the world of the writer Angela Maria Tiberi and how to desecrate a tabernacle and lay bare her thoughts, her heart, her soul. Her world is inner made of dreamed and realistic relationships where passion and love intertwine to sciorination a great connection from she is lived and then lost in the street we do not know how and why.
Her prose and her poems gather in a whirlwind of expressive desires that can never be reached for a great, timeless but unambiguous love.
That is to say that the world you, the writer, makes it turn around and sing the praises and desires for a man who certainly was his de facto, but now is far, distant also with the heart. A very special love situation.
Tiberi compares herself to Penelope who awaits her beloved Ulysses. I would say that Penelope loved her man intensely.
She knew or hoped that sooner or later fate would give it back to him and with the same weapons of the astute husband, she resorted to the expiator to weave the canvas by day and undo it at night so as not to complete it.
To complete it meant to marry one of the Proci who infested his house every day. The Proci were waiting for the fateful day of the canvas to be conveyed to the wedding. This was the promise of Penelope in order to procrastinate the wedding day.
She, Angela Maria, does not rely on any subtraction. She waits with great hope that love will unite her heart forever with that of the beloved.
This feeling is so one-sided, that in many of her poetic charms we read that he, his man, can also fly from flower to flower like a butterfly, so much the strength of the indissoluble love of our poetess the earth always tied.

The Olympic torch of love endlessly burn forever in his heart fall in love.

The love sung and dreamed by Tiberi is something sublime and unstoppable. He does not see insurmountable bulkheads and ditches.

Everything overwhelms his lust for love and dreams in his compositions to tighten the beloved to the breast and love him to the brim. It does not matter if he remembers it far from her and grapples with the conquest of many other hearts of women in love. Do what you believe, think about who you want, so true and universal love is what you have for him and in his heart the strength of this great love will have won over the events and the reveries of a man who perhaps still I do not weigh the importance of being loved by those who truly dispense true passion and great affection. All her literary and poetic work is to suggest that love is the engine that makes the universe spin.

The Universe for Angela Maria is permeated with sublime feelings and those who, like her, know how to identify them do not need to be loved by men lacking in this very broad vision.

They exchange love for a futile one-hour relationship.

They go to look for the honey of pleasure as the bees suck nectar from the flowers. The sentimental world is sublimated by the values in which Tiberi believes and in the name of them loves a man who was in his arms one day, but who is now only a projection into the world of dreams and desires.

We clearly perceive that he, the beloved, is only an idol of reality.

Around the phantom features of the beloved, of his pseudo reality, he turns a wonderful world of the imagination.

The Tiberi passionately loves her Adonis to the point of exhaustion and weaves on this extraordinary feeling a canvas of an ideal and idealistic theater that leads to dreaming.

Often, however, she suffers for an actual reality that detaches itself from those lures of the dream. A little later she hovers again among the very high, clear clouds of hope and cradles on the infinite immensity of hyperuranium… it is there to fuss about the love that invests the whole world and makes you believe it shares it, is not afraid of losing anything because she already has the talisman of happiness in her hands.

Pietrantonio Di Lucia;

Literary critic

Angela Maria Tiberi

I dedicate this poetic collection to friends and artists of the Trattoria “Da Elena” and to the manager Raffaele Walter Poli who for his deep soul and sensitivity has always managed to establish an intense friendship with those who know how to listen.
To the artists of the Cenacle of the Poetry of Aprilia of the International Academy ART and CULTURE by Michelangelo Angrisani and their friends: Asunta Gneo, Ugo De Angelis, Giovanni Rotunno, Vera Di Prima, Alfonso Gurreri, Roberto Fiaschetti, Sabrina Fardello, Gianna Formato, Franco Conti, Giuseppe Puliatti, Vincenzo Caccamo, Romualdo Iltini, Natalina Stefi, Gisella Santucci, Flora Rucco, Angelo Paniccia, Adriana Veronese, Giuseppe Imperato, Maria Scaglione, Francesco Prandi, Enrica Fiorletta, Carlo Alberoni, Gino Fiore, Teresa Castrucci, Michelangelo Angrisani, Bruno Mancini, Francesco Oliviero, Pasqualina Petrarca, Flora Vona, Katia Massaro, Milena Petrarch, Egidio Fia, Martufello, Silvana Arbia, Francesca Ulisse, Alba Paredi, Franco Turco, Paolo Sly Ripari, Paolina Carli, Geltrude Nardelli, Marino Guglielmo, Tiziana Guidi, Graziella Zomparelli, Lucia Fusco, Paola Repele, Paolo Incollingo, Mari Maria Emily, Francesca Neiveller, Giovanni Tommaro, Imelda Sabellico, Silvia Ceccacci, Franco Borretti, Franca Tiberi, Giuliana Pregnolato, Bianca Tiberi, Roberto Greggi, Mafalda Cantarelli, Monica Mastellaro, Pietrantonio Di Lucia, Carla Bravo, Nando Manzi, Lorenza Piras, Massimiliano Manni, Cristina Moretti, Graziella Zomparelli, Tiziana Guidi,Augusto Verderosa,Giusy Rosamilia, Giuseppe Imperato, Nicola Paone, Tina Piccolo, Giulia Brignone, Santino Spinelli, Angela Dibuono, Pasquale Francischetti, Claudio Dibuono, Marcello Brignone, le mie cognate Teresa, Gaetana, Filomena Ruotolo, mio fratello Franco.

I dedicate it to my nephew Manuela Ranaldi, thanking her for the vision of the text and its valuable advices, my friend Carolina Dali Isabella, my daughter Antonella Ruotolo, my nephew Vincenzo Middei, my son Tiziano Middei, my son Giuseppe and his beloved Irina, to the Poli family, who warmed their poetic meetings with their presence.

To all the poets of the Borgo di Nettuno: Enrico Tiribelli, Maurizio Stasi, Vincenzo D’Annibale, Giacomo Antognarelli, Roberto Faccenda, Rosario Napoli, Vito Riziello who have enlivened the poetic evenings with songs and romantic rhymes.
I dedicate it in memory of my faithful friends who have been near me during my trial of widowhood and succession with numerous judicial causes, giving me support, comfort and strength to fight Francesco Berti, Francesco D’Erme, Don Antonio Manauzzi, Enzo Volpi, Nando Orfei, Passquale Fiacco, Daniele Papa, Paolo Proietti, Laura Bove, Giuseppe Papa.
I dedicate it especially to my parents and grandparents and uncles, to my students and to my work colleagues. Their example was also for students and my colleagues. Their example was also a source of poetic inspiration for me, translating in my poem “Friendship”.

 

 

 

Favole Educative

Favole Educative
A che cosa servono le favole?
• Scrivere per i bambini è molto difficile, perché bisogna tenere presente ogni ambito educativo, soprattutto oggi che la società globalizzata deve rispondere, multi culturalmente.
• Io ho cercato di farlo attraverso“Favole Educative un libro scritto non soltanto per il bambino, ma anche per gli adulti che si prendono cura dell’educazione formativa del piccolo. Di questo libro mi piace ricordare che ha partecipato a tanti concorsi di narrativa e tra le varie recensioni e giudizi che il volume ha ricevuto, quello dato dalla Commissione del concorso internazionale “Scriviamo Insieme” ritenendolo ”Il Migliore Libro Dì Letteratura Per L’infanzia” mi inorgoglisce più di tutti.

• La letteratura per l’infanzia ha inizio intorno alla metà del 18° secolo con Rousseau e altri pedagogisti che considerano l’infanzia “una fase importante della vita; ”passando dall’annullamento dell’infanzia a quell’idea di bambino che la Pedagogia del secolo cominciava a costruire, abbandonando la vecchia considerazione che lo vedeva “ Piccolo uomo” in funzione dell’adulto.
• Sostenuta dalla corrente positivista del 1800 la letteratura per l’infanzia trova nella Rivoluzione Industriale il suo punto forte: La società cambia, l’imprenditoria aumenta e la Pedagogia dà il via a nuovi metodi di acculturazione attraverso la diffusione delle scuole popolari, nascono le scuole per gli insegnanti; ma è soprattutto con la nascita della Psicoanalisi che nel 1900 s’invita l’adulto a prendersi cura del bambino, valorizzando i suoi bisogni, le emozioni, e i suoi stati d’animo, in ogni ambito.
• ”La letteratura per l’infanzia diventa mezzo educativo, mentre i racconti, le favole, le novelle e le fiabe strumenti che attraverso attività programmate e non, rinforzano la pedagogia e la psicologia del bambino. La favola usata nella didattica come sfondo integratore facilita il lavoro dell’educatrice e l’apprendimento del bambino, infatti, egli entra ed esce dalla favola come e quando vuole e dopo averla assimilata la modifica, la continua,la drammatizza , trova soluzioni.
• La favola come ha insegnato Gianni Rodari, mette a disposizione tante chiavi per entrare nella realtà mediante strade nuove per conoscere il mondo, diventa un modo per parlare con il bambino, anche piccolissimo, di tante cose su cui un discorso diretto sarebbe difficilissimo se si pensa che il bambino nasce senza storia. Quindi privo di conoscenza.

LA vita
Un soffio,un respiro, un pianto ed eccoti nato.
Finalmente la vita assapora l’esistenza.
Fai sentire la tua presenza a chi non la conosceva.
Vicino a te colei che in grembo
Per nove mesi ti portò, respirando per te.
Nutrendosi per te,curandosi per te!
Tu eri li, protetto, nascosto lontano dai rumori.
Lei percepiva ogni tuo movimento,
Ogni istante della tua vita era legato a lei.
Ora sei nato e lei continua a curarti,
A proteggerti, amarti a vivere per te!
Tu sei un’altra vita e fra un po’ sarai autonomo.
Ricorda però, che, lei, è sempre vicina a te.
Tu sei il dono più bello che lei abbia ricevuto dalla vita.
Tina Bruno

RACCONTI
Brevi

Betty

Tra Antropologia E Cultura

Racconto
Astolfo e Fidenzio erano due giovani amici, il primo figlio di proprietari terrieri, l’altro, del fattore della tenuta, avevano la stessa età. Fidenzio diplomato ragioniere, da sempre svolse mansioni di contabilità presso la masseria, Astolfo, il Marchese dopo il diploma partì per l’America, dove conseguì la Laurea in “Scienze Naturali.” Il giovane Marchese amava l’esplorazione di posti sconosciuti e selvaggi, la caccia, l’arte, la ricerca e le belle donne. Spesso, in compagnia di altri ricercatori partiva per l’Amazzonia: gli piaceva conoscere la gente del posto, sostare qualche giorno e fare ricerca sul campo Era 08/08/88 quando il Marchese partì insieme con altri ricercatori per conoscere la parte Settentrionale dell’Amazzonia che appartiene al Brasile ed è bagnata dal Rio Delle Amazzoni. Lungo il percorso esplorativo, il gruppo dei ricercatori sentì il bisogno di riposare un po’. Fu proprio in quell’angolo di terra che costeggia il fiume, scelta per piantare le tende, che il marchese incontrò la bella Betty. La ragazza era in compagnia dei figli delle persone che si presero cura di lei dopo la morte dei suoi genitori in quel fiume. Betty questo era il suo nome, cercava di rendersi utile dando lezioni di cultura moderna ai loro figli.
Non avendo libri insegnava loro attraverso l’esperienza diretta con gli oggetti, la manipolazione, l’osservazione, il gioco. L’arrivo degli antropologi aumentò in Betty il desiderio di lasciare quel posto per incontrare gente nuova e continuare la cultura e l’educazione iniziata dai suoi genitori. Ottenuto il permesso di partire il 28/08/88. arrivò alla tenuta insieme al Marchese. Di origini svedesi era alta, bionda, occhi azzurri e portamento elegante, per cui la casa del Marchese, come spesso la gente ripeteva, era proprio quella giusta per un tipo come lei. Accolta al castello, su invito del marchese, dalle sorelle, due brave insegnanti, per istruirla nella lingua, queste rifiutavano di accettarla come cognata. Tale rifiuto non era giusto e il giovane non lo sopportava. Pensò di rivolgersi al suo fedele amico Fidenzio e di fare con lui un accordo, dietro compenso, sia per zittire le chiacchiere del paese sia per calmare la furia delle sorelle. L’accordo era; “Far finta di partire lontano dalla tenuta e sposare Betty.” Il gioco andò avanti fino alla nascita de piccolo Louis giorno in cui il Marchese decise di sfidare i membri della famiglia e di sposare la ragazza.
Era una notte di luna piena, del mese d’agosto, quando Betty, mise al mondo un bel maschietto e Fidenzio, presunto padre, appena ne ebbe notizia, sentì il dovere di comunicarlo ai vicini di casa.
Aprì la finestra e ad alta voce, dopo una bevuta di vino, annunciò la nascita.- E’nato, è nato.-Fidenzio deve essere impazzito, altrimenti non si spiega quest’euforia; non è figlio suo e lo sappiamo tutti, perciò per quale motivo urla?Lo sa che sono le due del mattino? Commenta con voce impetuosa rivolgendosi alla propria moglie Nardo il nasone, soprannominato così dai paesani a causa di una
Malformazione al naso. -Lascialo urlare, soddisfatto lui, felici tutti, a te cosa toglie? Rispose la moglie. -Mi toglie il sonno! Santo cielo! Hai capito? Io alle h. 05,00 mi devo alzare per recarmi in campagna a dar da bere agli animali, e fino a quell’ora ho bisogno di dormire!-Va bene, spegni la luce e cerchiamo di dormire, è ancora troppo presto!Esclamò Teresa, una donna sulla quarantina, madre di quattro figli, con un fisico logoro dalla fatica, dalle gravidanze e dal carattere turbolento del marito. Paziente e rassegnata a occupare in famiglia, sempre il secondo posto, non osò ribellarsi al volere del compagno. -In paese era nota la bellezza di Betty, però non capisco come mai ha sposato Fidenzio.

Scusa Nardo, ma dobbiamo per forza continuare a
parlare di loro? A fare i figli, sono tutti bravi, guarda noi. Ne abbiamo messi al mondo quattro, la cosa difficile è allevarli e educarli. Affermò Teresa, con un po’ d’invidia e gelosia. E’ vero ciò che dici. Buona notte!
Nardo non riusciva a prendere sonno, e ricominciò a spettegolare. -Nardo io ho sonno, spegniamo la luce? Te lo chiedo per favore! Buona notte! -Che notte ragazzi! Finì Nardo. All’alba, come tutti i giorni si recò in campagna e lungo la strada, incontrò i suoi colleghi di lavoro e cominciò a spettegolare, fra loro c’èra anche compare Ciccio, suo amico speciale. Ciccio, soprannominato dai colleghi di lavoro il” Giornalista” per via di tutte le storie che inventava e raccontava appena vide Nardo, gli domandò: -Buongiorno compare hai saputo che la moglie di Fidenzio questa notte ha dato alla luce un maschio?-Perché, secondo te, è figlio suo? Adesso ti ci metti anche tu? Quel poveraccio è solo la controfigura del Marchese, il fortunato con cui va a letto è il padrone. Affermò. Lungo la strada incontrarono altri amici, erano felici ed esaltati, avevano ricevuto dal Marchese l’invito di prendere parte alla festa in occasione del battesimo del bimbo. -Si racconta in giro che verrà l’Arcivescovo a celebrare il Battesimo, quindi, ci sarà festa grande. Aggiunse Carmelo, un omino tarchiato, trent’anni d’età, ma che in realtà ne dimostrava almeno dieci di più, a causa della pelle bruciata dalla continua esposizione al sole, cui il lavoro dei campi sottoponeva.

Il piazzale dell’aia era pieno tavoli imbanditi con ogni ben di Dio e Fidenzio era felice di servire le bevande e i dolci: spruzzava gioia da tutte le parti del corpo. – E’ felice perché pensa che nessuna persona conosca il suo segreto, invece si sbaglia, la gente non parla, per non umiliarlo Disse Ciccio. La gente oggi è felice perché sa d’avere privilegi speciali, grazie alla bontà del Marchese, che a differenza d’altri datori di lavoro, mostra d’essere veramente una persona perbene, sedendo e mangiando allo stesso tavolo dei braccianti! Esclamò compare Nardo. Fidenzio, a un certo punto, abbandonò l’arte del vivandiere prese in braccio il bambino e annunciò al pubblico la sua nascita: -Questo è mio figlio. Seguì un forte applauso di buon augurio per il bambino da parte di tutti i presenti e di richiesta, per il Marchese -Signor Marchese, dove ha trovato una donna così bella? Al posto del Marchese rispose la gente: -Si dice l’abbia trovata in orfanotrofio, nei paesi intorno al nostro. Compare Ciccio, informato più di tutti, si girò verso il gruppetto di chiacchieroni e disse: – Se proprio ci tenete a saperlo ve lo dico io.
– Compare Ciccio sbrigati a parlare muoio dalla curiosità. Affermò Nardo. – Ricordi compare, quel viaggio in Amazzonia che il Marchese fece qualche anno fa – Quello che lo portò a lasciare la fidanzata che aveva in paese, la figlia del Conte, non posso andare oltre, tanto hai capito a chi mi riferisco?- Ho capito sì, ecco perché andava sempre agli uffici comunali e al Tribunale, adesso si spiega tutto, grazie!La festa durò fino a tardi e verso mezzanotte alcuni invitati cominciarono ad abbandonare la tenuta.
Lungo la strada era tutto un dire, un commentare sulla festa.
Il giorno seguente come tutte le domeniche, i cittadini cattolici si recavano in chiesa per assistere alla S. Messa. Gli uomini aspettavano in piazza le compagne, era usanza del paese entrare insieme in chiesa, nel frattempo, chiacchieravano del più e del meno, scambiavano pareri, consigli e apprezzamenti su quella o quell’altra persona; quel giorno il discorso, come tutti i giorni dall’arrivo della giovane donna, era centrato sul Marchese e la sua amante.
Alle h.10.00, l’auto del Marchese, guidata da uno dei suoi braccianti, arrivò in piazza e fu parcheggiata al solito posto: un angolo appartato della piazza, che nessuno osava occupare perché riservato ad Astolfo. Dall’auto scese per primo il Marchese, poi le due sorelle e per ultimo la bellissima Betty. Gli uomini presenti in piazza salutati amichevolmente dal Marchese risposero con riverenza e riconoscenza, non solo per la sua amicizia, ma anche perché ancora una volta, potevano ammirare la bellissima Betty. In chiesa il Parroco invitò tutti i fedeli alla preghiera, al perdono, al ringraziamento e al riconoscimento delle buone opere del Marchese, sempre generoso con tutti.
Fra i fedeli il mormorio era continuo, tanto che al momento dell’Omelia, il prete pregò i presenti di fare silenzio e di ascoltare l’annuncio che stava per fare: A.
Ieri ho saputo una bella notizia e voglio comunicarla a tutti voi:- fra qualche mese il Signor Marchese sposerà la bellissima Signora Betty, siete invitati tutti alla sua tenuta per festeggiare insieme il loro matrimonio.A quell’annuncio molti dei presenti meravigliati si domandarono: Come può sposare Betty se lei è già sposata con Fidenzio?
Le donne invidiose della fortuna capitata alla futura sposa, cominciarono a trovarle tanti difetti: -La spilla che porta è proprio brutta! -Io al suo posto a quel vestito avrei abbinato le scarpe blu. -Sai che cosa ti dico? Quell’abito non mi piace.
Alla fine della S. Messa il Marchese pregò i paesani di attendere qualche minuto in piazza perché doveva spiegare come stavano Veramente le cose:
– Ho il dovere di chiarire il motivo che mi abilita a sposare Betty o Betta, come voi tutti la chiamate:
1) perché il suo matrimonio con Fidenzio è stato solo una recita;
2) perché il bambino è mio figlio e di Betty;
3) perché le mie sorelle dopo tanti chiarimenti hanno accettato che Betty diventi mia moglie. Vi aspettiamo in tanti. Il Marchese, a quel punto, salutò tutti e ripartì. La gente si guardò intorno smarrita e tacque, non una parola di disapprovazione, non una a favore fu pronunciata. Da quel giorno il pettegolezzo che durava da qualche tempo cessò.

Inedito

Una pagina di vita
Sinossi
La storia racconta la delusione e la gioia di due ragazzi dopo un fidanzamento troncato e recuperato, grazie alle note di una melodia che in passato aveva segnato la loro vita.
RACCONTO
“Bastarono poche note a far sussultare il suo cuore, pochi istanti di quella musica familiare proveniente da una panda giallina parcheggiata in doppia fila, per ripescare una pagina di vita che credeva ormai dimenticata.”
Quelle note fecero presente a Lina che non molto lontano c’era qualcuno che ancora le voleva bene,, infatti,conosceva quella melodia, e sapeva che a diffonderla era Edoardo: il fidanzatino conosciuto negli anni dell’adolescenza, suo compagno di banco al liceo abbandonato qualche anno prima per seguire Pierpaolo.
Quello di Pierpaolo più che amore era infatuazione, perché dopo qualche mese egli abbandonò Lina per seguire Ambra, un’amica del gruppo di cui facevano parte anche Lina e Edoardo, molto più, ricca, con la quale il giovane dopo pochi mesi convolò a nozze.
Da quel giorno, Lina si chiuse in se stessa e non pronunciò più una parola, anzi, cominciò a sentire crampi, dolori muscolari, debolezza agli arti, problemi nel parlare chiaramente. Tutto lasciava supporre che si trattasse di Sla e i medici iniziano il trattamento. Quel giorno però, a differenza degli anni trascorsi le note diffuse nell’aria da un venticello primaverile, interruppero improvvisamente il loro suono.
Lina dotata di un carisma eccezionale si rese conto che qualcosa non andava, non sapeva che cosa pensare, che cosa fosse accaduto al suo Edoardo o Edo come osava chiamarlo sin dall’adolescenza.
La mamma assorta nelle pulizie della casa non prestò attenzione a quella brutta interruzione musicale, mentre Lina, con spirito combattivo, fece di tutto per farle capire che qualcosa, senz’altro, era accaduto a Edoardo.
Cosa!
Dopo quindici minuti la mamma ode bussare alla porta, si avvia ad aprirla e con grande sorpresa si trova davanti Edo. La donna meravigliata e felice, cerca in tutti i modi di contenere il suo entusiasmo, mentre il ragazzo stanco e ansimante per la corsa, prima di spiegare il motivo per cu si trovava lì, chiede di sedersi e, dopo avere bevuto un bicchiere d’acqua, va a fare compagnia a Lina, che nel vederlo si agita tanto.
<< Allora come stai? Era da molto tempo che volevo venire a trovarti, ma mi mancava il coraggio, inoltre, pensavo che tu non volessi vedermi. Io non ho trascorso un giorno senza pensarti, senza rivederti nei miei sogni, e mi lasciavo andare senza combattere o per lo meno venirti a trovare, non più come fidanzato, ma come amico, cosa che non accettavo. Non mi sono mai rassegnato a perderti e custodivo questo segreto soltanto in cuor mio. ogni tanto prendevo l’album delle nostre foto e lo sfogliavo, non volevo starti lontano. Anche se le tue scelte sono diverse dalle mie, io ti amo più di prima e non riesco a innamorarmi di nessun’altra donna. Adesso però basta parlare dei miei sentimenti e andiamo a spiegare il motivo per cuoi sono qui da te. Oggi verso le h.13.00 ero seduto nella mia panda gialla, e qui apro una parentesi:(nonostante i km abbiano superato il programma di corsa, non l’ho sostituita. La ricordi?), e per giunta in doppia fila. Il parcheggio vicino a casa tua era tutto occupato da auto in sosta, sembrava un grande tappeto multicolore. Oggi, poco m’importava che i vigili stilassero la multa di fronte al coraggio di dimostrarti il mio amore. Ho interrotto bruscamente la melodia perché mio padre tornando a casa dall’ospedale presso il quale presta servizio passandomi accanto con la sua auto, mi dice: -Ti ho portato la rivista scientifica nella quale è descritta la grande scoperta del momento, leggila e poi dimmi che cosa ne pensi. Aggiunge:-Fai bene a suonare per la tua cara Lina. La musica a volte aiuta anche i malati in stato comatoso a risvegliarsi. Ci salutiamo, dò una letta alla rivista e corro da te. -Come ben sai la Ricerca dopo aver affermato che i sintomi della SLA possono essere simili a quelli di una larga varietà di altre malattie o disordini più trattabili, e che vanno eseguiti test appropriati per escludere altre malattie, hanno utilizzato l’elettromiografia come tecnica di registrazione particolare che rileva l’attività elettrica provocata o spontanea nei muscoli. Gli scienziati della Mount Sinai School off Medicine, invece sane.. Questi sono i primi marcatori biologici disponibili per la diagnosi di questa malattia e potrebbero essere strumenti per confermare o negare la diagnosi di SLA, quindi, mentre per le procedure diagnostiche attuali, il tempo medio che trascorre dall’insorgenza dei sintomi alla diagnosi è di circa dodici mesi. Le loro scoperte indicano Marcatori diagnostici specifici che potrebbero aiutare a fare una diagnosi più precoce, permettendo ai pazienti di ricevere la terapia tempestivamente, per migliorare il loro stato.>>. . La SLA influisce in modo predominante sui neuroni motori: nella maggioranza dei casi la malattia non danneggia le funzioni cognitive, la personalità, l’intelligenza o la memoria, né influisce sulla capacità di vedere, odorare, sentire o percepire sensazioni tattili. Il controllo dei muscoli oculari è la funzione conservata più a lungo.

-Certo, figlia mia, vado subito in cucina.
-No, mamma fermati a parlare con me.
– Va bene, facciamo come vuoi, continuiamo a parlare.
-Di che cosa vuoi parlare?
-Di Edo.
Edo, che ragazzo bravo, premuroso, educato. Non ti ha mai dimenticato, ti vuole ancora tanto bene!
-Dici davvero mamma? Io anche gli voglio bene, anzi devo dirti che non speravo più che potesse amarmi ancora dopo averlo abbandonato. Oggi non appena l’ho visto qualcosa dentro di me ha cominciato a prendere vita. Avvertivo sensazioni che abbandonavano il mio corpo e altre bellissime che ne occupavano il posto. Mi sembrava d’avvertire una forza nuova che mi spingeva a lottare, per non cadere in quel sonno profondo che mi escludeva dalla vita sociale, ma che irrorava il mio essere, provocandomi brividi infinti. Quel torpore che lo bloccava da molti mesi, aveva ceduto il posto a ma una serenità che mi riempiva l’anima di gioia. Non so in che modo spiegarmi meglio. Prende però coscienza che per qualcosa di strano lei abbia sofferto e domanda a se stessa: “ Che cosa mai abbia provocato in me tutto questo blocco?”

-Hai spiegato tutto bene e ne sono felice.
-Mamma abbracciami e dimmi che non sto sognando.
Un forte abbraccio per qualche instante lega madre e figlia, in un rapporto gioioso.
-Lo ricordi il detto: “ Al cuore non si comanda”.
Edo ha saputo aspettare.
Adesso posso andare in cucina?
-Certo, però io dovrei andare in bagno.
– Non puoi aspettare, fra poco arriva l’infermiera di notte e ti aiuterà lei, io non ho la forza di aiutarti a sedere nella sedia a rotelle.
-, Io posso fare da sola.
– Non azzardare potrai cadere. Cosa ti costa aspettare un quarto d’ora?
In quel momento squilla il telefono. Edo chiede se può andare a visitare Lina.
La mamma prima di rispondere domanda alla figlia se si sente di ricevere la visita di Edo. Lei risponde di sì.
-Va bene Edo puoi venire, magari dopo cena, intorno alle h.21.00 se per te va bene.
-Benissimo signora. Grazie
Il giorno dopo quando Arriva l’equipe medica trova Lina seduta nel mezzo del letto che sfoglia la rivista, a farle compagnia c’è Edoardo che cerca di fare il possibile per incoraggiarla ad abbandonare quello stato d’intontimento che la teneva prigioniera e a riprendere la vita normale. Oggi Lina non ha niente da condividere con la diagnosi: si sente bene,parla, ricorda, legge. Anche lei è incredula , non sa cosa sia accaduto al suo corpo. Prende però coscienza che per qualcosa di strano lei abbia sofferto e domanda a se stessa: Che cosa mai abbia provocato in me tutto questo blocco? I medici interrompono le cure pregando Lina di recarsi in ospedale appena possibile per rifare gli accertamenti, aggiungendone dei nuovi. Quella musica era stata la conferma di un amore fra due giovani che avevano saputo alimentare la speranza di ricominciare. Quella melodia diffusa nell’aria risvegliò i ricordi di quella mente che si era lasciata sopraffare dal dolore e la unì a un cuore che batteva forte, perché aveva avuto il coraggio di aspettare, prima di vincere la paura e di urlare. al mondo intero il suo grande amore. Quella musica chiuse la pagina ritrovata di un libro, aperto molto tempo prima, e ne aprì un’altra in un altro libro che racchiuse la storia dei due giovani immensamente innamorati.

IL SEGRETO DÌ SALVO.
SINOSSI Questo racconto è ambientato in un paesino della Sicilia, contiene fatti puramente casuali e fantasiosi. e dal linguaggio, a volte, affiorano espressioni dialettali che rendano il racconto più coinvolgente. Narra attraverso stralci di antropologia usi, costumi e tradizioni di una civiltà, ormai superata, che per molti secoli dominò la vita contadina di molti paesi, soprattutto del sud, dove i popoli difficilmente si ribellavano al volere dei padroni.

Quella sera, Salvo era appena arrivato a casa dai campi, giusto il tempo di fare la doccia, raggiungere la famiglia per la cena, che qualcuno suonò il campanello. Era l’autista del Marchese di Villa Ridente, una delle tenute, dove Salvo da più di trent’anni prestava servizio come fattore.
-Scusate Don Salvo se disturbo la vostra cena, ma vi devo dare un messaggio di grande interesse: Il Marchese vi aspetta al castello pregandovi di raggiungerlo prima possibile, per discutere argomenti importanti.
-Hai finito? Allora, ascolta: Devi dire al tuo padrone che se proprio ci tiene a parlare con me deve muovere le proprie gambe e venire a casa mia, altrimenti, niente discussioni.
-Va bene, farò come dite.
Salvo prima di sedersi rivolgendosi alla famiglia disse:
-Buonasera a tutti e buon appetito, questa sera assolutamente, devo fare delle rivelazioni sul Marchese. Comunque, e ripeto, comunque vadano le cose, ciò che vi svelerò dovrà rimanere in questa casa. Avete capito tutti?
– La cosa mi spaventa, sbrigati a raccontare, perché io ho i brividi sulla pelle.
Disse la moglie.
Giunto al castello l’autista riferì il messaggio ricevuto al Marchese che, senza esitare, raggiunse la casa di Salvo. Dopo qualche minuto bussò alla porta. Maria andò ad aprire, il Marchese entrò e si diresse in sala da pranzo, poi rivolgendosi a Salvo disse:
-Da quando si è visto che un Marchese debba fare da servitore al proprio colono?
-Da questa sera.
-E perché?
-Perché? Perché da domani farò parte della categoria dei pensionati e, quindi, perché Vossia si trovi a casa mia, vorrei cogliere l’occasione per festeggiare l’evento, facendovi assaggiare un vinello D.O.C.
-E come mai, io che sono il padrone delle vigne, non l’abbia assaggiato prima?
Perché? Perché questo è il vino dei coloni, quelli che lavorano la vigna, la curano, scelgono l’uva, la raccolgono, la torchiano, scelgono le cantine e lasciano maturare per dieci anni o di più il vino.
Poi rivolgendosi alla moglie le disse:
Maria, servi un bicchiere di vino al Marchese, quello del 1982, quello lasciato per le buone occasioni.
Il Marchese infastidito si rivolse a Salvo minacciando di denunciarlo alla Finanza.
Salvo, per niente impressionato dalle parole del Marchese, rispose che la Finanza era stata informata.
Vossia beveteci sopra e gustate questo vino dal colore rosso – rubino, dal gusto asciutto, buono per accompagnare carne regionale cotta ai ferri o al forno, che proviene dalle vigne di Palermo e che per quel suo colore affascinante è chiamato “Corvo Rosso”. Oppure vi posso offrire un vinello delle vigne di Pantelleria dal colore ambra, invecchiato cinque anni, da servire a 12°-14° gradi, buono per accompagnare molti tipi di dolci fra cui i pasticcini della mia Maria? Ve li ricordate ? Forse volete assaggiare un Marsala D.O.C. che proviene dalle vigne di Palermo, invecchiato trenta anni con una gradazione di 19° da servire a 18°-20°, dal colore ambra chiaro e che vi ricorda la data del concepimento di vostro figlio? Abbiamo le cantine piene di bottiglie rovesciate che aspettano d’essere portate via dai commercianti e dalle grandi distribuzioni. Poi rivolgendosi al figlio gli disse: Luca, Servi pure il vino dei coloni al Marchese. Questo è un vino D.O.C. prodotto dalla malvasia, di colore giallo-verde, dal sapore secco che va consumato giovane per accompagnare il pesce in umido, le zuppe di pesci, il riso o i crostacei. Il Marchese umiliato rispose:-Salvo, perché mi hai fatto questo? –
-Perché? Per vostro figlio
. -Ma di quale figlio parli? Io non ho mai avuto figli.
-E invece sì, caro Marchese, Luca è figlio di quella che doveva essere la mia prima notte di matrimonio cui ho dovuto rinunciare per permettere a Vossia di spassarsela con mia moglie. Ve lo ricordate questo? Oppure avete perso la memoria? Se ancora avete voglia dì brindare fatelo subito perché da domani le tenute passeranno nelle mani di vostro figlio.

Una pagina di vita
Sinossi
La storia racconta la delusione e la gioia di due ragazzi dopo un fidanzamento interrotto e Ricomposto, grazie alle note di una melodia che in passato aveva segnato la loro vita.
RACCONTO
“Bastarono poche note a far sussultare il suo cuore, pochi istanti di quella musica familiare proveniente da una panda giallina parcheggiata in doppia fila, per ripescare una pagina di vita che credeva ormai dimenticata.”
Quelle note fecero presente a Lina che non molto lontano c’era qualcuno che ancora le volesse bene. Lina, infatti, conosceva quella melodia, e sapeva che a diffonderla era Edoardo: il fidanzatino conosciuto negli anni dell’adolescenza, suo compagno di banco al liceo lasciato qualche anno prima per seguire Pierpaolo. Quello di Pierpaolo più che amore era infatuazione, perché dopo qualche mese egli abbandonò Lina per seguire Ambra, un’amica del gruppo di cui facevano parte anche loro. Ambra molto ricca e spavalda fece di tutto per sposare il giovane, che desideroso di poter iniziare a vivere uno stato di vita economicamente agiato, accettò il suo corteggiamento e dopo pochi mesi convolarono a nozze.
Da quel giorno, Lina si chiuse in se stessa e non pronunciò più una parola, anzi, cominciò a sentire crampi, dolori muscolari, debolezza agli arti, problemi nel linguaggio. Tutto lasciava supporre che si trattasse di Sla e i medici iniziano il trattamento. Quel giorno però, a differenza degli anni scorsi le note diffuse nell’aria da un venticello primaverile, interruppero improvvisamente il loro suono. Lina dotata di un carisma eccezionale si rese conto che qualcosa non andava, non sapeva che cosa pensare, che cosa fosse accaduto al suo Edoardo o Edo come osava chiamarlo sin dall’adolescenza. Dopo quindici minuti la mamma udì bussare alla porta, si avviò ad aprirla e con grande sorpresa si trovò davanti Edo. La donna meravigliata e felice, cercò in tutti i modi di contenere il suo entusiasmo, mentre il ragazzo stanco e ansimante per la corsa, prima di spiegare il motivo per cu si trovava lì, chiese di sedersi e di avere un bicchiere d’acqua da bere, poi andò a fare compagnia a Lina, che nel vederlo si agitò tanto.
-Allora come stai? Era da molto tempo che volevo venire a trovarti, ma mi mancava il coraggio, inoltre, pensavo che tu non volessi vedermi.
Io non ho trascorso un giorno senza pensarti, senza rivederti nei miei sogni, e mi lasciavo andare senza combattere o per lo meno venirti a trovare, non più come fidanzato, ma come amico, cosa che non accettavo. Non mi sono mai rassegnato a perderti e custodivo questo segreto soltanto in cuor mio. ogni tanto prendevo l’album delle nostre foto e lo sfogliavo, non volevo starti lontano. Anche se le tue scelte sono diverse dalle mie, io ti amo più di prima e non riesco a innamorarmi di nessun’altra donna. Adesso però basta parlare dei miei sentimenti e andiamo a spiegare il motivo per cui sono qui da te. Oggi verso le h.13.00 ero seduto nella mia panda giallina e qui apro una parentesi:(nonostante i km abbiano superato il programma di corsa, non l’ho sostituita. La ricordi?), e per giunta in doppia fila perché il parcheggio vicino al cancello d’ingresso nella tua villa era tutto occupato da auto in sosta, sembrava un grande tappeto multicolore e poi, anche perché,oggi, poco m’importava che i vigili stilassero la multa di fronte al coraggio che ho trovato di dimostrarti il mio amore. Ho interrotto bruscamente la melodia perché mio padre tornando a casa dall’ospedale presso il quale presta servizio passandomi accanto con la sua auto, mi ha detto: -Ti ho portato la rivista scientifica nella quale è descritta la grande scoperta del momento, leggila e poi dimmi che cosa ne pensi. E ha aggiunto:
-Fai bene a suonare per la tua cara Lina. La musica, a volte, aiuta anche i malati in stato comatoso a risvegliarsi. Ci siamo salutati, ho dato una letta alla rivista e sono corso da te. Sono venuto a piedi perché il viale, anche se dista soltanto mezzo km dal cancello alla casa, essendo a senso unico non invoglia tanto a percorrerlo in auto.
.

-Come ben sai la Ricerca dopo aver affermato che i sintomi della SLA possono essere simili a quelli di una larga varietà di altre malattie o disordini più trattabili, e che vanno eseguiti test appropriati per escludere altre malattie, hanno utilizzato l’elettromiografia come tecnica di registrazione particolare che rileva l’attività elettrica provocata o spontanea nei muscoli. Gli scienziati della Mount Sinai School off Medicine, invece: << Hanno identificato tre proteine che si trovano nel liquor cefalorachidiano a concentrazioni significativamente inferiori nei pazienti affetti da SLA rispetto a quelle che si trovano nelle persone sane. Questi sono i primi marcatori biologici disponibili per la diagnosi di questa malattia e potrebbero essere strumenti per confermare o negare la diagnosi di SLA, quindi, mentre per le procedure diagnostiche attuali, il tempo medio che trascorre dall’insorgenza dei sintomi alla diagnosi è di circa dodici mesi. Le loro scoperte indicano Marcatori diagnostici specifici che potrebbero aiutare a fare una diagnosi più precoce, permettendo ai pazienti di ricevere la terapia tempestivamente, per migliorare il loro stato.>>.La SLA influisce in modo predominante sui neuroni motori: nella maggioranza dei casi la malattia non danneggia le funzioni cognitive, la personalità, l’intelligenza o la memoria, né influisce sulla capacità di vedere, odorare, sentire o percepire sensazioni tattili. Il controllo dei muscoli oculari è la funzione conservata più a lungo. -Questo è quanto riporta la rivista. Come vedi la Ricerca va avanti, quindi, possiamo ben sperare.
Lina non si aspettava tanto dal suo Edo, ma il fatto che ancora la pensasse, la rincuorava ad alimentare la speranza che anche per lei qualcosa con il tempo potesse cambiare. Edo come Lina non dimenticò mai il tempo trascorso insieme, le grandi gite in giro per il mondo, i lunghi pomeriggi a studiare insieme e a fare progetti. Seduto vicino al suo letto, la guardava con amore e ammirazione. Era passato qualche anno da quando lei lo aveva abbandonato per seguire Pierpaolo e lui non aveva accettato questo rifiuto, anzi da quel giorno anch’egli si chiuse in se stesso e pensò soltanto allo studio della musica prima, e poi ai concorsi che gli diedero la possibilità di fare parte dei maestri che compongono la grande orchestra del Conservatorio “Santa Cecilia.”
Edo non si accorse del tempo che stava trascorrendo a casa di Lina, se ne rese conto all’arrivo dei sanitari per le terapie.
-Sono le h.16.00 vado via perché devo raggiungere il conservatorio per le prove. Ti lascio la rivista medica.
Ciao Lina, tornerò domani se ti farà piacere.
A modo suo Lina fece capire che ne è felice.
Lina era una bellissima ragazza, laureata in psicologia con 110 e lode, prima d’essere colpita da SLA, così avevano diagnosticato i medici, lavorava in un centro sociale della sua città. Stimata dai colleghi per i suoi modi garbati nel rapportarsi con il pubblico e per il quale aveva fatto della sua professione un servizio sociale a favore soprattutto dei meno abbienti, si riteneva soddisfatta perché aveva saputo dare tanto a chi cercava il suo aiuto.
I sanitari dopo avere somministrato i farmaci e praticato la fisioterapia, esposero la novità che la Ricerca Scientifica in questo campo aveva raggiunto.
<< Devi sapere Lina che la Ricerca…>>
Il medico non face in tempo a pronunciarsi che Lina lo interruppe, e attraverso le forme di comunicazione che insieme avevano sviluppato, fece capire che era stata informata dei fatti riportati dalla rivista, da Edo. I medici erano entusiasti nel vedere che anche Lina riusciva ancora a percepire le varie situazioni che si presentavano e che il percorso seguito era quello giusto per la terapia, perché rispondeva ai bisogni, manifesti della giovane. Conclusa la visita, l’equipe andò via tranne Sofia, la terapista, che, avendo finito il proprio turno di lavoro in ospedale, rimase per fare compagnia a Lina. L’amica del cuore.
-Allora, oggi come stai? Ti ha fatto piacere ricevere la visita di Edoardo? Secondo me la tua malattia non è SLA ma qualche altro disturbo che i medici non hanno capito.
– Sofia, ma che cosa farnetichi? Non vedi come sono ridotta? Parlo male e respiro male, non riesco a stare in piedi, ecc.
-Ma ti rendi conto che parli benissimo? Che non sei affaticata? Che mi guardi dritta negli occhi senza affaticare lo sguardo?
Due sono le cose: o si sono sbagliati i medici o la visita di Edo ha fatto miracoli. Finì l’amica.
Dopo qualche ora Sofia disse:
Io vado perché devo preparare la cena, altrimenti faccio tardi e quei mangioni di casa mia chi li frena?
-Domani, però, ritorni?
-Certo, devo praticarti la terapia. Adesso dammi un bacio.
La mamma DOPO avere accompagnato Sofia alla porta si recò in camera di Lina, la quale appena la vide le chiese: -.
–mamma fermati a parlare con me.

La mamma ascoltò tutto senza dare segni di meraviglia e continuò il discorso in modo del tutto naturale.
– Va bene, di che cosa vuoi parlare?
-Di Edo.
Edo, che ragazzo bravo, premuroso, educato. Non ti ha mai dimenticato, ti vuole ancora tanto bene!
-Dici davvero mamma? Io anche gli voglio bene, anzi devo dirti che non speravo proprio che potesse amarmi ancora dopo averlo abbandonato. Oggi non appena l’ho visto qualcosa dentro di me ha cominciato a prendere vita. Mi sembrava d’avvertire una forza nuova che mi spingeva a lottare, per non cadere in quel sonno profondo che mi escludeva dalla vita sociale. Quel torpore che lo bloccava da molti mesi, aveva ceduto il posto a ma una serenità che mi riempiva l’anima di gioia. Non so in che modo spiegarmi meglio.
-Hai spiegato tutto bene e ne sono felice.
-Mamma abbracciami e dimmi che non sto sognando.
Un forte abbraccio, per qualche instante legò madre e figlia, in un rapporto gioioso.
-Lo ricordi il vecchio detto: “ Al cuore non si comanda?”. ”
Edo ha saputo aspettare.
In quel momento squillò il telefono. Era Edo che chiedeva se durante la serata poteva andare a visitare Lina.
La mamma prima di rispondere domandò alla figlia se si sentiva di ricevere la visita di Edo. Lei rispose di sì.
-Va bene Edo puoi venire, magari dopo cena, intorno alle h.21.00 se per te va bene.
-Benissimo signora. Grazie
Il giorno dopo quando Arrivò l’equipe medica trovò Lina seduta nel mezzo del letto intenta a sfogliare la rivista; a farle compagnia c’era Edoardo che cercava di fare il possibile per incoraggiarla ad abbandonare quello stato d’intontimento che la teneva prigioniera e a riprendere la vita normale.
Oggi Lina non ha niente da condividere con la diagnosi: si sente bene, parla, ricorda, legge. Anche lei è incredula, non sa cosa sia accaduto al suo corpo.
I medici interruppero le cure pregando Lina di recarsi in ospedale appena possibile per rifare gli accertamenti, aggiungendone dei nuovi.
Quella musica era stata la conferma di un amore fra due giovani che avevano saputo alimentare la speranza di ricominciare. Quella melodia diffusa nell’aria risvegliò i ricordi di quella mente che si era lasciata sopraffare dal dolore e la unì a un cuore quello di Edo che batteva forte, perché aveva avuto il coraggio di aspettare, prima di vincere la paura e di urlare. al mondo intero il suo grande amore. Quella musica chiuse la pagina ritrovata di un libro, aperto molto tempo prima, e ne aprì un’altra in un altro libro che racchiuse la storia dei due giovani immensamente innamorati.

Mia madre
SINOSSI
La storia si svolge in uno dei posti più belli e incantevoli degli Appennini Calabresi chiamato “Paradiso”, una montagna che domina tutti i paesi limitrofi, offrendo aria pulita, legname e ogni altro ben di Dio ai propri cittadini – Il periodo è quello della Prima Guerra Mondiale.” Sono di scena un casale, una famiglia, un giovane disertore e le bellezze del posto.

RACCONTO

Anche quella sera, come di consueto, mentre il sole tramontava, la piccola Rosa avvertì i nonni dell’arrivo dei pastori:
‹‹ Nonno, nonna, sono arrivati i pastori>>.
I pastori, chiuso il gregge nell’ovile, salutarono i padroni, regalarono un sorriso alla piccola Rosa e fecero ritorno alle loro abitazioni, dove erano attesi con ansia dai loro familiari.
Minuta, di carnagione bianca, con i capelli color castano che incorniciava il viso, mettendo in risalto due occhi color nocciola e rivelando un aspetto pulito e delicato, la piccola Rosa dava l’impressione, a chi se la trovava davanti, di un angelo sperduto fra i boschi.
La bambina, sapeva che era ancora presto per la cena e staccato un rametto dall’albero del noce, tracciò per terra il gioco della campana: cominciò a giocare.
Mentre giocava, ogni tanto, alzava gli occhi verso il cielo per ammirare il bagliore provocato dai bombardamenti, poi , riprendeva il gioco. I nonni le avevano spiegato che la guerra è dolore, miseria, morte e che le luci che saettano la volta celeste non erano provocati da fuochi d’artificio, ma da armi potentissime che causano incendi che devastano le città, i boschi, i paesi ecc.
Lo spazio antistante al casale, dove la bambina viveva in compagnia dei nonni era abbastanza grande ed esposto in modo tale che gli stessi potevano controllare ogni suo movimento, anche stando in casa. Il casale circondato da alberi secolari aveva la facciata principale parzialmente ricoperta di glicine, che, nonostante la guerra, metteva in risalto un aspetto della casa allegro e curato. I nonni si erano presi cura della bambina sin da quando il papà, un anno dopo la nascita di Rosa, partito in America per far fortuna fu richiamato dallo Stato Italiano per prendere parte al prino Conflitto Mondiale. La bambina, anche se, non ricordava più le fattezze del padre, aveva imparato a conoscerlo attraverso il racconto dei nonni che ogni giorno le narravano. All’improvviso, il gioco fu interrotto da un rumore proveniente dal cespuglio dell’oleandro, che si trovava a poca distanza dallo spazio-gioco. La piccola pensò si trattasse di un ladro, nascosto fra i cespugli, o, di un uomo cattivo che volesse farle del male. Prima che lei potesse chiedere aiuto, una mano socchiuse la bocca, mentre, una voce sussurrava al suo orecchio: << Non urlare l’uomo che hai davanti è tuo padre.>>. La bambina lo guardò, ma i lunghi capelli e la barba incolta lasciavano trapelare poco le fattezze umane dell’uomo che aveva di fronte. Gli abiti che coprivano quel misero corpo, avevano poco dei vestiti che normalmente le persone usano per coprirsi. Sporco, affamato e stanco trascinava quel misero corpo come un serpente. Il vecchio e fedele amico cane riconobbe subito il padrone e cominciò ad abbaiare per la gioia, a leccargli le mani, a strofinarsi alle sue gambe, a saltargli addosso. Rosa non capiva il comportamento del cane che, al contrario delle altre volte, di fronte ad un estraneo faceva festa. La bambina, dopo aver scrutato quell’individuo dalla testa ai piedi, si rese conto che non si trovava davanti ad una persona cattiva, ma a una che aveva bisogno d’aiuto, e gli disse:
<< Fermati pure se vuoi, i miei nonni saranno felici di ospitarti e di offrirti qualcosa da mangiare, inoltre, se sei tanto stanco, potrai dormire nella baracca dei pastori, perché questa sera sono ritornati a casa loro, io ti porterò delle coperte per ripararti dal freddo. Contento? >>.
L’uomo che conosceva molto bene il posto, perché vi era nato e vissuto fino a quando per i motivi citati dovette lasciarlo, apprezzò volentieri l’invito.
<< La mamma non vive qui da molto tempo, io abito con i nonni e se vuoi, ti conduco da Loro>>. L’uomo si sentì morire, strinse il capo fra le mani, balbettò qualche parola, finendo in cuor suo che la cosa era atroce da sopportare. Cercando di capire quanto di vero ci fosse nelle parole della piccola si face accompagnare fino all’uscio di casa. In quel momento, i nonni avevano messo a bollire il latte per la preparazione del formaggio e mentre quel profumo si propagava nell’ambiente, i ricordi affollavano la sua mente. Quello era un profumo che gli apparteneva, era il profumo dei pastori. Arrivato davanti all’ingresso del casale, osservò che tutto era rimasto come lo aveva lasciato, perduravano le stesse abitudini e consuetudini, come, ad esempio: la pignatta piena di salsicce e fagioli poggiata sulla pedana del camino, pronta per la cena, la mungitura del latte. La bambina aprì la porta e disse:
<< Nonna, nonno, questo signore vi vuole parlare>>. La nonna alzò gli occhi e riconoscendo nello sguardo dello sconosciuto quello del figlio, esclamò:
<< Lorenzo, Lorenzo! Sapessi…da quanto tempo aspettavo questo momento!>>.
La bambina era confusa, la nonna notò l’imbarazzo della piccola e cercò di darle le dovute spiegazioni. La piccola capì e cercò di accettare lo sconosciuto: era suo padre. L’uomo le disse: << Adesso che hai capito chi sono me lo dai un bacio?Tu sei l’unica ricchezza che ho. >>
Cominciò a raccontare il perché del suo ritorno:
<> La mamma rispose che avendo bisogno di manodopera per il gregge avevano dovuto assumere dei pastori, persone fidate.
<< Ho i piedi che sanguinano e da qualche giorno anche la febbre>>.
Dopo il racconto, il padre affermò: <>.
‹< Non preoccuparti, me la caverò anche adesso>>.
La mamma, nel frattempo, prese una bacinella, delle fasce e delle erbe medicinali, degli abiti puliti e si accinse a medicare le ferite, ma a ogni sfioramento riceveva come risposta urli di dolore.
‹‹ Rilassati, adesso stai in casa tua ed io ti curerò come quando eri piccolo. >> Il giovane stanco e febbricitante dopo aver mangiato qualcosa e data una pulita a quel corpo malandato si addormentò. Si svegliò il giorno dopo verso le otto e, come faceva prima di lasciare il posto, si recò presso la sorgente che scorreva vicino al casale e diede una bella rinfrescata al suo corpo, poi entrò in casa bevve una buona tazza di latte fresco e mangiò una fetta di pane con ricotta e marmellata di castagne. Mentre faceva colazione pensava al modo vendicativo che avrebbe attuato una volta scoperto il posto e l’uomo con cui la moglie era andata via, poi si avvicinò alla mamma e cominciò a tempestarla di domande >>.
La mamma rispose descrivendogli le varie situazioni, spiegando che sia lei, sia il babbo aveva fatto di tutto per avere la bambina in affidamento, e che per questo doveva essere contento. Il quel momento sopraggiunse la bambina e l’uomo dopo averla ammirata, cercò di cambiare le sue idee assassine con altre più belle che gli avrebbero permesso di godere la bellezza, la spigliatezza e l’intelligenza della bambina, evitandogli di finire in carcere. Giurò che per il bene della bambina non avrebbe più cercato la moglie. La piccola Rosa soffrì molto per la mancanza della mamma, ma non ebbe mai il coraggio di comunicarlo a nessuno. Intanto la guerra finì: il giovane fu graziato e il suo matrimonio annullato, mentre Rosa conservava in cuor suo il desiderio di ritrovare la mamma. La ritrovò ventenne, quando anche lei era diventata mamma, ma fra le due donne non ci fu mai un vero rapporto affettuoso: sembravano estranee. Le cose erano andate ben diversamente da come aveva pensato da piccola.

Una Bella Avventura
Sinossi
Il racconto narra le vicende dell’anima errante del pirata Pedro della Sierra vissuto e morto nel XVIII. Giunta nel nostro secolo scopre i mezzi di comunicazione e li usa per invogliare lo scrittore Romualdo ZAZZERA a scrivere Le sue vicende per poi raccontarle ai posteri . La voce arriva dall’oltre tomba attraverso il telefono, è una voce profonda, accattivante e insistente, tanto che lo scrittore molla tutto ciò che sta facendo, ascolta la voce e si lascia coinvolgere dal racconto.
. -Narra pure. Ascolto.
-Incipit “Era una notte buia e tempestosa, Pedro Armando della Sierra, altrimenti detto El Giaguaro, terrore degli spagnoli del Caribe e capo dei Filibustieri delle Antille scrutava dal castello della nave da corsa l’orizzonte incendiato dai fulmini. A babordo, tra un lampo e l’altro, gli parve di vedere il profilo di un Galeone.”
“Romualdo Zazzera scrittore di romanzi di avventura per una casa di produzione di fumetti, abbandonò il computer e rispose al telefono “Romualdo, ti ricordi di me?…” la voce veniva da lontano, da molto lontano. Romualdo la riconobbe immediatamente e rimase immobile e silenzioso, con la sensazione di precipitare in uno dei suoi peggiori romanzi di avventura.”
Fin qui è dell’autore, il resto mio
-Non Perdere tempo scrittore, quella che ti narro oggi è una bella avventura e tutto il mondo dovrà conoscerla. Continuò la voce.
-Oggi si sarebbe disputata la corsa più famosa dell’anno, alla quale avrebbero partecipato i galeoni più potenti del mare delle Antille, ma a causa della tempesta è stata rinviata a data da destinarsi. Io però avevo saputo di un galeone spagnolo carico di pietre preziose che sarebbe dovuto partire subito dopo la disputa, per cui con il mio galeone, nonostante il vento forte e la pioggia insistente, mi presentai in mare e cominciai a osservare. Fu mentre osservavo che avvistai sulla parte sinistra un galeone in fiamme, difficile da capire se si trattasse di lampi o d’incendio a bordo. Pensai di mandare un mozzo. Da lì a poco scopri che il galeone aveva dovuto approdare perché durante la bufera un fulmine aveva distrutto buona parte della prua: molti uomini erano finiti in mare e altri periti fra le fiamme, nonostante il fuoco fosse stato spento in breve tempo. Il Capitano era distrutto, senza equipaggio e operai capaci di riparare la prua, non poteva contare che su se stesso. Mandai un secondo mozzo sul posto per un successivo controllo, il quale solo dopo aver superato mille ostacoli con la sua scialuppa, fece ritorno e mi raccontò la tragedia.
– Signor Capitano, ho saputo da un marinaio che ho tirato in salvo dal mare e che ho pensato bene di portare con me, che il carico esiste, che è nascosto nelle stive e che vale milioni di pesos.
Risposi: -per mille diavoli
– Sono o non sono io il terrore dei mari? Che cosa aspetti, accompagna il marinaio davanti a me.
-Subito, Signor Capitano.
-Oh! Ma quando capiranno che io sono il leone delle Antille, chi sterminerà gli invasori?
– Signor Capitano ecco l’uomo:
-Lasciami solo con lui mozzo, anzi no, vai nelle cucine e fatti dare dal cuoco un buon brodo caldo e una porzione di arrosto, del vino e della frutta per il nostro amico, vedrai che dopo avremo tutto su un vassoio d’argento.
Rimasti soli gli chiesi:
-Lo sai chi sono io?
Siii…. Si… si ho sentito il suo nome.
con voce tremante rispose il mozzo
-E’ vero che dopo che ti sarai rifocillato, mi dirai tutto?
L’uomo rispose:
-Non posso, se parlo, non sarà più possibile tornare sul galeone per lavorare, e gli spagnoli sono dei veri cattivi. Tutti i marinai sono trattati da schiavi.
-Ah! E’ così, adesso gli faremo passare la gioia di punire. Io sono dei bassi fondi e so come comportarmi. Altrettanto faranno i miei uomini.
Qualche tempo fa feci una rivolta contro gli spagnoli e riuscii ad avere e ridare alcune zone delle Antille in mano loro ai miei concittadini.
Appena il marinaio si rifocillò iniziai a interrogarlo
– Guardami bene in faccia e non dimenticare ciò che sto per dirti: io sono l’uomo peggiore di tutti gli individui di mare, spregiudicato, egoista, arrogante, intransigente ma, amante del suo popolo. Ciò che appartiene alla mia gente deve ritornare indietro. Questa notte tu guiderai me e i miei uomini, in quel che resta del galeone spagnolo, per cercare la merce, altrimenti sarai fucilato fra cinque minuti, hai capito?
– Si Signor Capitano, farò ciò che vuole.
– Bene, adesso riposa, il resto della ciurma preparerà gli ormeggi e quando tutto sarà pronto, entreremo nel galeone e porteremo via ogni cosa. Attento a non tradirmi
– Poi chiamai i miei uomini e chiesi loro:
– Sono o non sono il terrore degli spagnoli?
– Si… Risposero in coro gli uomini dell’equipaggio.
A notte fonda e con la tempesta che infuriava più di prima, in compagnia del marinaio traditore con tutta la ciurma mi recai sul galeone. Il marinaio ci guidò presso i depositi e in breve tempo il carico, trasportato a bordo dalle scialuppe, fu imbarcato nella mia nave.
A operazione conclusa mentre stavo per lasciare la nave, un lamento di dolore m’investe, mi fermai e vidi in una cabina una ragazza che rannicchiata su se stessa piangeva.
-E tu chi sei?
– Mi chiamo Iris e sono la fidanzata del capitano della nave.
-Tu saresti la fidanzata di chi?
-Del capitano della nave.
-Volevo ben dire. Perché non ti ha portato in salvo fuori da qui?
-Non lo so, io avevo paura delle fiamme e mi sono subito bagnata i vestiti e avvolta in una coperta anch’essa bagnata e non mi sono mossa da qui. Nessuno mi ha cercato. Adesso ho fame, sete e sonno.
-Bene, da oggi non sarai più la sua, ma la mia fidanzata.
-Non posso
– devo mantenere la mia famiglia.
-Da oggi la tua famiglia sarà mantenuta da noi.
– Quanti anni hai?
-Venti.
– Sei ancora molto giovane e appena cessata la bufera qualcuno ti accompagnerà a casa mia, non puoi vivere sulla nave, ci sono troppi uomini.
– Grazie, ma io non voglio vivere in una casa, sono abituata al mare, ai viaggi e voglio starti vicina e lottare per la mia gente.-
– La ragazza alta, mora, bella, con lineamenti eleganti e raffinati nel portamento, capelli lunghi che incorniciavano il viso, vestita con abiti modesti, nonostante tutto, sembrava una principessa.
-Io più la guardavo e più me ne innamoravo
La presi in braccio e la condussi sulla mia scialuppa, poi remando veloce come il vento, nonostante la tempesta, la condussi sul mio galeone.
– Sentivo dentro di me il fuoco, mi accostai a lei e la baciai.
Ero l’uomo più fortunato del mondo. Quel bacio siglò l’inizio della nostra storia d’amore. Quella notte fu la più bella di tutta la mia vita.
Affidai la ragazza alla moglie del cuoco, perché la curasse un po’ e poi con le scialuppe riportammo il carico nei miei depositi, il giorno dopo avremmo distribuito tutto ai nostri popoli. Quando al ritorno raggiunsi la nave, vidi Iris appoggiata sulla veranda vicino al timore che attendeva il mio arrivo, ma non era sola, in sua compagnia c’era il comandante della nave spagnola che attendeva il mio ritorno per trovare un compromesso.
Il capitano mi disse:
– -Sono venuto in pace, non ho né forze fisiche né morali per combattere, cerchiamo di ragionare e di trovare un accordo.
– Tu cosa proponi?
– Io propongo: il carico a te e la ragazza a me.
– Io invece propongo: lascia subito la nave altrimenti i miei uomini ti faranno la festa.
A quel punto il comandante del Galeone spagnolo tirò fuor la pistola e fece partire un colpo. Che Io riuscii a schivare, ma al capitano toccò raggiungere la sua nave a nuoto. L’alba intanto annunciava un nuovo giorno e tante avventure ci aspettavano. Abbracciai la bellissima Iris e mi abbandonai come un cucciolo lasciandomi coccolare. Anche i pirati hanno un cuore carico d’amore!
Hai scritto tutto scrittore, altrimenti non ti darò pace.
Sono o non sono io El Giaguaro?

Laura

Erano le ore 23.00 quando, stanca per tutte le peripezie accadute durante la giornata, Laura dà la buonanotte alla famiglia e si ritira in camera sua, poggia la borsa da lavoro sulla scrivania, scansa la sedia, accende il computer e comincia a chattare. E’ la sua prima volta ed è emozionata e nervosa. Chissà se qualcuno sta aspettando, come lei, un contatto, un incontro, anche se dietro lo schermo di un computer. Qualcuno risponde! Lei domanda: <<Ciao! Come ti chiami? Dove abiti?>> <> <> << Sì, mi piacerebbe molto, ma questa sera sono molto stanco, ti dispiace se riprendiamo il discorso domani? Ciao, e scusa se non continuo la chiacchierata. >> << Bene! Aspetto tue notizie. Sarò qui, tutte le sere che potrò, dalle ore 23.00 alle 24,00, e se vuoi, ti aspetto per continuare a conoscerci. >> Laura non avrebbe immaginato di trovare alla prima chat qualcuno che desse seriamente pieno ascolto alle sue domande. Bella e grintosa, alta e magra con un viso da sirena da fare invidia alle amiche, dopo lo studio dedica il tempo libero al volontariato e a tante altre attività, come: nuotare giocare a pallavolo, studiare, leggere e cucinare e, a causa di un piccolo handicap congenito, ha scelto di dedicarsi a chi soffre come lei, promuovendo incontri con le associazioni che si occupano di disabilità, e lottano con tutte le forze contro ogni forma di discriminazione. Da bambina più volte ha cercato di giustificarsi con i compagni di scuola percependo questo handicap come un problema, ma adesso che il suo metro e settantacinque mette in evidenza una splendida ragazza, a nessuno passa per la testa che il suo corpo sia affetto da qualche piccola imperfezione. Il portamento elegante, unito alla preparazione culturale e agli abiti alla moda, mette in risalto la sua bellezza. Apprezzata e amata dalla famiglia che l’ha sempre trattata come sua pari, sostenendola nell’acquisizione di ogni forma di autonomia, Laura è cresciuta senza pregiudizi e con un cervello che sa il fatto suo. Passano i giorni, e Laura ritrova puntualmente Luca ogni sera. I due ragazzi si scambiano pensieri, progetti, opinioni, coltivano sentimenti, comunicano emozioni, ma senza il minimo accenno, da parte di Laura, al suo handicap. Solo dopo qualche giorno di riflessione, la ragazza matura lo idea che sia necessario parlarne al ragazzo, così nella chat serale mette l’amico a conoscenza del suo piccolo problema fisico A Luca non interessa speculare sull’argomento, anzi, sempre più incuriosito e affascinato da ciò che lei ha saputo mostrare di sé attraverso le parole e i pensieri scritti, le chiede d’incontrarlo quanto prima. Gli piace la sua voce, il suo modo di proporsi, il suo sapere, le sue aspirazioni e quel senso di benessere che lo avvolge e che sente lungo la schiena, quando chatta con lei: fra i due ragazzi sta nascendo un sentimento profondo, forse l’amore?Sono ormai trascorsi quasi quindici giorni dal primo contatto, la ragazza pensa d’informare i suoi genitori parlando di Luca e delle intenzioni che nutre nei suoi confronti. Rassicurata sulle possibilità che anche lei possa incontrare il suo principe azzurro, comincia a sognare. Sogna d’incontrare l’uomo del suo destino, di vivere con lui una vita. “normale”, quando il resto del mondo sogna vite spettacolari, e di sposarsi appena conseguita la Laurea. Mentre sogna, di tanto in tanto, il suo pensiero, si sofferma al comportamento che adotterà nei confronti del giovane quando s’incontreranno per la prima volta, durante i loro scambi. Il ragazzo si fa avanti e chiede a Laura se ha voglia di conoscerlo di persona. Le dichiara che da quando l’ha conosciuta, non sta più nella pelle, sente nascere in lui sentimenti profondi nei suoi confronti. Continuando a chattare le fa sapere che quanto prima si recherà a Roma in compagnia del fratello, il quale avendo scelto la professione militare dovrà sostenere una serie di test per essere ammesso a frequentare i corsi che si terranno presso il Ministero della Difesa, per cui egli approfitterebbe dell’occasione per poterla conoscere. Laura si sente al settimo cielo, accetta la proposta e comincia a pensare all’abbigliamento da indossare per il primo appuntamento. <>. Apre l’armadio e comincia a scegliere: <>. Il cuore della ragazza batte forte e la sua curiosità avanza, infatti, durante i loro colloqui i due ragazzi non hanno mai descritto le loro caratteristiche fisiche, né si sono scambiati foto. Nonostante questo però, lei non può fare a meno di domandarsi:
<< Come sarà Luca? Biondo? Castano? Avrà gli occhi azzurri? Nella prossima chat gli chiederò d’incontrarci nei pressi di Piazza Del Panteon. Mi sembra un luogo molto romantico, ma del resto quale luogo, via, piazza di Roma non lo è?
Mille domande le passano per la testa, vorrebbe gridare e raccontare al mondo intero la sua bellissima avventura. Finisce l’anno scolastico e Laura sostiene gli esami di Maturità superandoli a pieni voti. Arriva il giorno tanto sognato, e Laura prima d’incontrare il giovane parla a lungo con i genitori, che, dopo averla ascoltata e invitata a non prendersela troppo se le cose dovessero andare diversamente da come pensa, le augurano di divertirsi. Sollevata dai pensieri tristi che prima tormentavano la sua anima, messo lo zaino in spalla, saluta e va incontro all’ amore. Il giorno prima Laura aveva esposto a Luca in che modo si sarebbe presentata, per farsi riconoscere da lui, descrivendo ogni capo d’abbigliamento indossato per l’incontro. L’appuntamento è per le 16.30 ma il ragazzo, nervoso e impaziente, giunge sul posto un’ora prima e dopo aver accompagnato il fratello in caserma. Durante l’attesa, Luca camminando per la piazza da sinistra a destra e viceversa, guarda continuamente l’orologio, chiedendosi:
<< Quando arriva? E se mi ha preso in giro? Forse mi sono illuso povero scemo credulone! >>
Disturbato da questi pensieri, non si accorge che Laura gli sta proprio di fronte, alza gli occhi, che s’incrociano con quelli della ragazza. I due giovani molto emozionati fanno la loro conoscenza, mentre il cuore batte talmente forte che dà l’impressione di volere uscire dal petto. Luca di media statura ha occhi azzurri, capelli biondi e la pelle abbronzatissima. Laura ha occhi castano-chiaro, i capelli dello stesso colore con bellissimi riflessi ramati e la pelle chiara che contrasta con il resto del corpo: è bellissima.
-Io sono Luca e sono felice di conoscerti, questi fiori sono per te. – Io sono Laura e ho aspettato questo giorno con ansia e molta gioia, ti ringrazio per i fiori e per la voglia di conoscermi.– Luca, con voce rotta dall’emozione, le sussurra:
<< Sei bellissima Laura e sento che mi affezionerò sempre di più a te e che verrà facile, molto presto, amarti. >>
Laura è felice per quelle parole ma sdrammatizza per sciogliere l’imbarazzo: << Come corri Luca! Ci siamo appena conosciuti e già vuoi arrivare alla fine? Tempo al tempo ; andiamo, ti accompagno a conoscere la città. >>
Il giovane è infatuato dalla bellezza di Laura, la quale sicura di sé parla e descrive i posti che man mano visitano con molta chiarezza: sembra una guida turistica. Gli occhi azzurri del giovane messi in risalto dal buio delle stradine interne del centro e dalle case grigie arredate con tende bianchissime, sembrano due lampade accese. Laura non avrebbe mai creduto d’incontrare una persona bella, gentile e affettuosa con cui poter dare inizio a una storia così coinvolgente.
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<< E’ vero, ma mi piace ancor di più la tua compagnia, perché mi stimola, mi arricchisce di benessere, di gioia e mi dà tanta felicità, Grazie Laura! >>
Dopo qualche ora stanchi per la lunga camminata i due decidono di entrare in un bar, sedersi e prendere una bibita:

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Ordina il giovane.

<< Una coca.>>
Domanda Laura e, continua:

<< Ci voleva proprio qualcosa da bere, siamo assetati e stanchi. >>
<< E’ vero, oggi è veramente caldo, ma la tua compagnia me lo fa sentire di meno>>.

<< Grazie, sei molto gentile, Luca! >>
Il ragazzo ha notato il problema di Laura appena si sono incontrati, ma ha cercato di non darvi peso, vuole stare bene e trascorrere insieme i pochi minuti prima di ripartire per Firenze. Laura si rende conto della delicatezza del ragazzo e a quel punto dà qualche delucidazione, spiegando di essere autonoma e di non avere bisogno degli altri nello svolgere le azioni quotidiane della vita, di cavarsela molto bene, di vivere il suo problema sin dalla nascita, ma di avere imparato a sopravvivere mettendo da parte le dicerie e i pettegolezzi:
<< Avere qualche piccolo handicap non impedisce di vivere, ma insegna ad apprezzare la vita, a curarla e a goderla per quanto sia possibile. >>
Luca di fronte a tanta sicurezza, fermezza e bellezza spirituale rimane a bocca aperta, senza trovare risposte adeguate.
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<< Grazie a te Luca, sarò felice di rivederti domenica. >> Un bacio sigilla l’accordo.
I due ragazzi iniziano così la loro storia amorosa ricca di avventure e momenti bellissimi.

TINA BRUNO nata in un paesino della Calabria vive a Roma dall’età di tredici anni.
Dopo aver lavorato una vita a contatto con bambini, si è dedicata alla scrittura pubblicando manuali formativi per il nido e la scuola dell’infanzia, libri di poesia per adulti e bambini e libri di favole e ANTROPOLOGIA per adulti ha preso parte a oltre 200 concorsi letterari di poesia e narrativa.
Nel 2015 è stata nominata dal Miur per dare lezione di favolistica in quattro scuole romane a bambini e insegnanti. E’ attiva collaboratrice” opinionista” dell’Associazione Dila provvede alla stesura di articoli per il quotidiano “ Il Dispari”distribuito come supplemento del “Mattino”Di Napoli. Quest’anno ha ricevuto il premio per il Miglior Libro Per L’infanzia- Concorso “ Scriviamo Insieme” Il Quarto Premio Nel Concorso “Quasimodo” Ed. Aletti E Il secondo premio della Giuria dei giornalisti del quotidiano “ Il Dispari”.per la poesia Mia Madre concorso ”Otto Milioni”ideato da Bruno Mancini scrittore, fondatore e presidente dell’Associazione Dila.