Alla ricerca dei percome – Una salus victis, nullam sperare salutem

Alla ricerca dei percome – Una salus victis, nullam sperare salutem

Una salus victis, nullam sperare salutem

UNA SALUS VICTIS,
NULLAM SPERARE SALUTEM

Dalla lingua latina utilizzata si capisce bene che questa frase non è farina del mio sacco ma è una considerazione che ha oltre 2000 anni di età, poiché, più precisamente, fa parte dell’Eneide scritta da Virgilio tra il 29 a.C. e il 19 a.C. (tradotta letteralmente, significa “Una sola salvezza resta ai vinti, non sperare nella salvezza” – Virgilio, Eneide, II, 354).
La frase è riferita al tempo in cui una formidabile formazione bellica organizzata dai popoli della Grecia assediò la città di Troia per fare giustizia dell’affronto subito da uno dei suoi Re (Menelao, Re di Sparta) cornificato dalla moglie Elena che era fuggita con il Principe troiano Paride figlio di Priamo e fratello di Ettore.
In quel periodo storico era del tutto normale che i “vincitori”, come minimo, riducessero al rango di schiavi i vinti anche se la contesa fosse scaturita da semplice (per noi divorzisti) offesa di corna.
Normale perché, nella maggiore parte dei casi (detta così sembra una faccenda di poco conto), i vincitori passavano i vinti con le armi, ossia li infilzavano come facciamo noi popoli civilizzati con i polletti d’allevamento o con gli uccelletti finiti in qualche trappola dei bracconieri.
Quella realtà sociale, pur con tante deficienze nel campo dei diritti umani, con tanti limiti nella divulgazione delle notizie, e con tanti paradossi relativi alla liceità delle attività sessuali, aveva comunque la forza di distinguere in ogni momento i vinti dai vincitori.
I troiani, rei per i greci della sottrazione di un possedimento regale (Elena), una volta vinti non avrebbero avuto altra speranza –lo fa dire Virgilio ad Enea che era niente meno che figlio di Anchise ed Afrodite- se non quella di NON sperare in alcuna salvezza.
Adesso proviamo ad attualizzare questa situazione.
A Ischia, l’ingegnere Giuseppe Ferrandino, detto Giosi (simil-Paride), è stato arrestato con un’imputazione che potrebbe essere sintetizzata nell’aver lucrato un bene patrimoniale (330.000 €) & morale (simil-Elena) in danno alla comunità, Popolo italiano (simil-Re Menelao), nella quale era stato ospitato con un rango di prestigio.
Ovviamente, vivendo nella modernissima e garantista civiltà italiana, sono concorde nel considerare l’ingegnere Giuseppe Ferrandino, detto Giosi, innocente fino ad una definitiva sentenza passata in giudicato, ma, con la libertà di pensiero garantita dalla costituzione della nostra civilissima Italia, mi chiedo chi sarebbero i vinti e chi sarebbero i vincitori in entrambe le ipotesi di una sua assoluzione e/o condanna.
Al popolo italiano (simil-Re Menelao), vinto o vincitore che sia alla fine della faccenda, nessuno mai potrà restituire, immacolata (simil-Elena) la dignità: il danno è irreparabile!
Ossia mi chiedo se, in questa Italia moderna e civilissima, debba essere sempre il popolo a dover pagare i prezzi dell’inefficienza e della corruzione.
Ciò, sia che venga giudiziariamente e definitivamente riconosciuta l’esistenza di una frode da parte di un Amministratore dei beni pubblici, e sia nel caso in cui le accuse rivoltegli contro finiscano in una bolla di sapone.
Chi sono i vinti e chi sono i vincitori in questa nostra società?
Noi cittadini (teoricamente non sudditi), infatti, paghiamo sempre e comunque i danni causati sia dai corrotti (nel caso di inquisiti condannati), e sia dall’inefficienza delle istituzioni (nel caso di inquisiti assolti).
Una salus victis, nullam sperare salutem
Restano sempre, in questa Italia civilissima, i danni irreparabili per i cittadini onesti chiamati a pagare per
1) la corruzione in termini monetari
2) lo sfregio morale alla identità pubblica causato dalla corruzione
3) i costi per attività di carattere investigativo e
giudiziario finalizzate alla identificazione ed alla condanna dei corrotti e dei corruttori
4) la gratuita ospitalità nelle patrie prigioni dei corrotti e dei corruttori
5) ecc. ecc.
Molti di noi che abbiamo i capelli bianchi siamo stati per lungo tempo sulle barricate, ora tocca ad altri, più giovani ed ugualmente arditi, tentare di difendere le conquiste della nostra civiltà spesso mortificate ed abbandonate ad un destino che le ha ridotte, purtroppo, a rassegnarsi alla mera speranza riconosciuta da Virgilio ai vinti:
«Una salus victis, nullam sperare salutem.»

Alla ricerca dei percome

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Dedica

Introduzione

La Banca dell’allegria

Un corteo con gli occhiali

Per una corretta gestione dell’Azienda Poste Italiane

Il bus lo guido io…

Il gazzo ipocrita

Topicida nelle aiuole

Il giudice e la bambina

La gita del cigno

La sirena impazzita

Somari in vanto

L’ora dei fantasmi

Chi è la signora del video?

Tre meglio di due e di gran lunga migliore di una?

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In auto vado dove voglio

La danza delle benne

Senza tarallucci e vino

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Bracconieri marini primo articolo

Bracconieri marini secondo articolo

Bracconieri marini

Bracconieri marini quarto articolo

Bracconieri marini quinto articolo

A Ischia: Natale alla Pagoda

I CESSI della città d‘Ischia

FAI, Ischia che fai

Ischia non partecipa al fai – 2016

Coniglio morto pineta Mirtina

La siringa abbandonata

Ancora siringhe infette–Carabinieri nella pineta Mirtina?

Siringhe infette – Un cercatore di funghi velenosi

I funghi velenosi spariscono, le siringhe infette restano

Il ciclamino attonito

Perversione

Zooerastia all’italiana

Marciapiede alticcio

Tombini bi-partisan

Tubi non intubati

Remigia Gianturco: Promenade squallore

Tre promesse tre!

Miracoli in negativo

I Ferrandini inchiodarono Gesù?

Quando Berta filava

Nulla è perduto tranne l’onore!

Una salus victis, nullam sperare salutem

Fanatico sì, ma per amore!

Esopo news

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Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini

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Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-6196-7
Versione 3 | ID wdm6w9
Libro, 159 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm), Standard Bianco e nero, 60# Bianco, Libro a copertina morbida, Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 16.00

Titolo
Alla ricerca dei percome
Sottotitolo
Esopo news
Collaboratori
Bruno Mancini
ISBN
978-1-4710-6196-7
Marchio editoriale
Lulu.com
Edizione
Edizione ampliata
Seconda edizione
Licenza
Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright
Bruno Mancini
Anno del copyright
2022

Dettagli del prodotto

ALLA RICERCA DEL “PERCOME”
Sono vissuto, da giovane, in una società nella quale gli “imprenditori” avevano pochi capitali e molta dignità (ad esempio, in piccolo, mio padre), ed ora mi trovo ad affrontare la vecchiaia nell’Italia in cui gli “imprenditori” hanno molti capitali e nessuna dignità (ad esempio, in grande, il cavaliere papi), e mi spingo alla ricerca dei “percome” il ciclo si sia invertito.

Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”

Categoria della libreria di Lulu
Narrativa
Categoria principale BISAC
FICTION / Fantasy / Urban
Categoria BISAC 2
YOUNG ADULT FICTION / Social Themes / New Experience

Parole chiave
notizie, scempi, società
Pubblico
Generale/Commerciale – Narrativa e saggistica per adulti
Contenuti espliciti
No

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Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
[email protected]

 

Alla ricerca dei percome – Nulla è perduto tranne l’onore!

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Nulla è perduto tranne l’onore!

NULLA È PERDUTO TRANNE L’ONORE!

Quando, nel 1962, iniziò a circolare prepotentemente l’enigma delle “Convergenze parallele”, di certo qualche miserrimo mortale restò imbambolato come me che sottrassi molte ore al lavoro, agli svaghi e al sonno per il solo scopo di comprendere quale lezione di geometria, di fisica o di matematica non avessi appreso a dovere durane il biennio di studi universitari che stavo seguendo alla facoltà di fisica dell’Università Federico II di Napoli. Ma, nonostante fossero andati a vuoto tutti i tentativi di conciliare l’inconciliabile espresso da tale proclama politico, non volli mai ammettere, allora, che esso fosse niente altro che un’ingiuria alla ragione.
In vero, anche in quegli anni ero convinto che dal punto di vista retorico l’espressione fosse da catalogare come un ossimoro, poiché essa nasceva dall’accostamento di due parole in antitesi. Ovvero, che le “Convergenze parallele”fossero un classico esempio di paradosso.
Mi erano di conforto, alla tesi del paradosso, i dettami della geometria euclidea, secondo la quale due rette parallele non possono convergere nel piano, tanto che, recitano i testi sacri della geometria, due rette si dicono parallele proprio quando sono prive di punti in comune, cioè quando non si intersecano. Volete sapere il perché di tale mio stolto rifiuto?
È presto detto: le “Convergenze parallele” erano state partorite da una mente sublime della coscienza politica e culturale dell’Italia di quel periodo. Tratte da un discorso proposto durante il congresso di Firenze della Democrazia cristiana nel 1959. L’autore, Aldo Moro, per aver osato tanto, fu trucidato dalle Brigate Rosse, decretando, con la sua morte, la loro fine, ma questo è un altro discorso.
Tutto ciò fa parte del passato.
Ora siamo messi quotidianamente di fronte, come gregge nemmeno belante, alle nuove prevaricazioni della politica dei culseggiati (neologismo sinonimo di “un tizio che ha avuto l’investitura da parte della sua famiglia-lobby-loggia-partito-mandamento ad occupare i posti resi disponibili in virtù di accordi siglati all’insegna della pecunia non olet”, oppure al traino di “un voto a te un appalto a me”).
Oggi, nella nuova era del feudalesimo politico, qualcuno di voi sciuperà un solo minuto della sua vita per far sentire una voce forte che dica “La previsione del passato è una grande ca… volata”?
Lo chiedo, poiché alcuni Comuni, anche dell’isola d’Ischia, hanno approvato nei giorni scorsi (fine Agosto 2015) il “Bilancio di previsione per l’esercizio 2015”. Ossia: “La previsione del passato”.
Una differenza c’è tra le “Convergenze parallele” e questa ingiuria al mandato ricevuto dal popolo consistente nella beffa dell’approvazione del bilancio di previsione per un esercizio contabile giunto già ai due terzi dell’attività da “prevedere”, ed essa consiste nella circostanza che in questo caso non è il docente Aldo Moro che inibisce, con la sua cultura di chiara fama, lo sviluppo di una discussione critica, ma sono piccoli nanetti (ovviamente nanetti politicamente parlando nei confronti di Aldo Moro) che cercano di salvare se stessi e i propri amici culseggiati dall’epilogo comunque ineluttabile delle amministrazioni comunali da loro faticosamente gestite.
Francesco I di Valois), che fu re di Francia (dal 1515 alla sua morte avvenuta il 31 marzo 1547), scrisse alla madre Luisa di Savoia dopo la battaglia che perse a Pavia nel 1525:
«Tutto è perduto tranne l’onore».
Esopo, ormai è notorio, non si rassegna alle furbizie, alle prevaricazioni, alle sudditanze silenziose e così, parafrasando Francesco I di Valois, chiude questa favola immaginando che i moderni culseggiati, dopo aver spudoratamente “previsto il passato”, scrivano ai loro cari:
«Nulla è perduto tranne l’onore!».

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Alla ricerca dei percome – Quando Berta filava

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Quando Berta filava

QUANDO BERTA FILAVA

Quando Berta filava, è un modo di dire tratto, probabilmente, dalla chansons de geste ”Li roumans de Berte aus grans piésse” scritta dal poeta, scrittore e menestrello francese noto con i nomi di Roi Adam, Li Rois Adenes, Adan le Menestrel o Adam Rex Menestrallus vissuto attorno al 1275, il cui soprannome le Roi alludeva alla sua fama di “re dei menestrelli”.
Nel poema, il menestrello francese racconta che una principessa di nome Berta (poi diventata moglie del re francese Pipino il Breve e quindi madre di Carlo Magno), durante il viaggio intrapreso per raggiungere il futuro sposo, fu sostituita con una figlia della sua dama di compagnia.
Berta, però riuscì a liberarsi e, durante la fuga, trovò asilo nella casa di un taglialegna, dove visse per qualche anno facendo il lavoro di filatrice.
Il lieto fine racconta che, grazie alla particolarità dei suoi piedi (uno più grande dell’altro), fu smascherata la sostituzione ed a Berta fu riconsegnato il suo legittimo trono francese.
Quando Berta filava.
Da allora e per molti secoli la locuzione ha voluto indicare il passaggio di personaggi, anche politici, da uno stato di proletariato ad una situazione di prestigio morale (fu il caso, fino alla metà del secolo scorso, di molti onorevoli onesti).
Poi, nei tempi moderni, “Quando Berta filava” ha acquisito, anche per i politici, dapprima il significato di “È finito il tempo dell’attivismo ideologico gratuito” che fu messo allo scoperto dalla tangentopoli del 1992, fino a che oggi la frase potrebbe, tranquillamente, essere tradotta in “Non è più il tempo degli onesti”.
Questa singolare e sottile continua trasformazione interpretativa si collega, o meglio si identifica, con la differente quota di moralità che le trascorse società, compresa l’attuale, hanno riconosciuto come endemica ai comportamenti dei propri amministratori.
Qualcuno vuole impegnarsi nella determinazione della funzione storica della suddetta espressione concettuale, rappresentandola in un diagramma nel quale la correttezza istituzionale e morale degli amministratori dei beni pubblici sia rappresentata (Berta) dall’ascissa x, e la y dell’ordinata sia quantificata con i risultati della giustizia popolare nei confronti dei loro reati?
Sarebbe istruttivo visualizzare un diagramma che partisse dal tempo in cui se “qualcuno” rubava una mela tutto il circondario gridava allo scandalo e metteva alla gogna il povero affamato. Iniziando, cioè, da quando l’onestà doveva valere più della sopravvivenza ed essere “uomini/donne” comportava la rinuncia ad ogni necessità, esigenza, desidero che fosse in contrasto con la propria immagine pubblica.
Per giungere, infine, ad oggi, tempo i cui si va in galera SOLO se si ruba poco.
E Berta non fila più.

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I Ferrandini inchiodarono Gesù?

I FERRANDINI INCHIODARONO GESÙ?

Pare proprio che chiamarsi Ferrandino porti sfiga in questo periodo ad Ischia. In un giorno di fine Aprile 2015, su un bus di linea, in partenza dal piazzale Trieste (pochi metri distante della Casa comunale) e diretto verso le zone alte della Città d’Ischia, eravamo in tutto 6/7 passeggeri.
Oltre a 3 o 4 “stranieri” c’era Ignazio, una donnina (ex sensale che praticamente vive nei bus utilizzando abbonamenti a basso costo), e un tipone-tipaccio, seduto alle spalle d’Ignazio, che durante la conversazione (sic!), eseguita tra urla ed imprecazioni, di tanto in tanto si pavoneggiava per avere sistemato tutti i suoi sei figli in virtù del suo sapere rendere proficua la mansione di spazzino (ops… operatore ecologico) con attività al limite dell’illecito che Ignazio ha preferito non riferirmi. Tutte le loro imprecazioni erano rivolte all’ex (è davvero ex?) Sindaco Ferrandino.
In questi giorni, tutti i giornali locali mettono in prima pagina il fermo di un altro Ferrandino colpevole (pare sia dimostrato da prove inconfutabili) di avere incendiato un paio di auto e di aver gettato a mare un paio di autovetture. E allora diventa automatica la correlazione con altri Ferrandino pieni di problemi con la giustizia: con il Ferrandino attualmente agli arresti domiciliari, fratello dell’ex (è davvero ex?) Sindaco e con il Ferrandino, figlio dell’ex (è davvero ex?) Sindaco, ora sotto processo per doversi difendere dall’imputazione d’essere stato, in qualche modo, responsabile dell’incidente stradale che causò la morte di un giovane.
La Tizia sul bus urlava (tradotto in italiano):
«Sono stati i Ferrandini ad inchiodare Gesù Cristo!»
Il Tizio sul bus rispondeva (tradotto in italiano):
«Ed ora vedrai cosa succederà ai coltivatori di patate!» Io non ci capisco niente, e voi?

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I funghi velenosi spariscono, le siringhe infette restano

Il ciclamino attonito

Perversione

Zooerastia all’italiana

Marciapiede alticcio

Tombini bi-partisan

Tubi non intubati

Remigia Gianturco: Promenade squallore

Tre promesse tre!

Miracoli in negativo

I Ferrandini inchiodarono Gesù?

Quando Berta filava

Nulla è perduto tranne l’onore!

Una salus victis, nullam sperare salutem

Fanatico sì, ma per amore!

Esopo news

A caccia di cittadini polli

Insulsi cervelletti di fb bloccano poesie di pace

Gli insulsi cervelletti di fb bloccano la programmazione post

Recensioni & Interviste

Recensione scritta da Liga Sarah Lapinska

Recensione scritta da Roberta Panizza

Recensione scritta da Marina De Caro

Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini

Michela Zanarella intervista Bruno Mancini

Alla ricerca dei percome

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Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-6196-7
Versione 3 | ID wdm6w9
Libro, 159 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm), Standard Bianco e nero, 60# Bianco, Libro a copertina morbida, Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 16.00

Titolo
Alla ricerca dei percome
Sottotitolo
Esopo news
Collaboratori
Bruno Mancini
ISBN
978-1-4710-6196-7
Marchio editoriale
Lulu.com
Edizione
Edizione ampliata
Seconda edizione
Licenza
Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright
Bruno Mancini
Anno del copyright
2022

Dettagli del prodotto

ALLA RICERCA DEL “PERCOME”
Sono vissuto, da giovane, in una società nella quale gli “imprenditori” avevano pochi capitali e molta dignità (ad esempio, in piccolo, mio padre), ed ora mi trovo ad affrontare la vecchiaia nell’Italia in cui gli “imprenditori” hanno molti capitali e nessuna dignità (ad esempio, in grande, il cavaliere papi), e mi spingo alla ricerca dei “percome” il ciclo si sia invertito.

Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”

Categoria della libreria di Lulu
Narrativa
Categoria principale BISAC
FICTION / Fantasy / Urban
Categoria BISAC 2
YOUNG ADULT FICTION / Social Themes / New Experience

Parole chiave
notizie, scempi, società
Pubblico
Generale/Commerciale – Narrativa e saggistica per adulti
Contenuti espliciti
No

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
[email protected]

 

Alla ricerca dei percome – Miracoli in negativo

Alla ricerca dei percome – Miracoli in negativo

Miracoli in negativo

MIRACOLI IN NEGATIVO

Dopo oltre due anni di contatti telefonici e personali tra Assessori e Vicesindaci; di lettere d’intenti con firme di Sindaci, Presidenti di Consigli e di Assessori; di relazioni storico, culturali e sociali redatte da esimi professori; di delibere approvate all’unanimità dai due Consigli Comunali; ecco che con la lettera datata 30 Giugno 2015 inviata dal “facente funzione” Sindaco di Ischia Carmine Barile al Sindaco di Torrenova Salvatore Castrovinci, pare si avvicini il momento della firma dell’agognato atto di Gemellaggio tra la Città di Ischia e il Comune di Torrenova (ME).
Si avvicinerebbe se… se la missiva fosse stata consegnata in tempi “normali” al legittimo destinatario. Ma così non è accaduto e fino ad ieri 17 Luglio 2015 il Sindaco di Torrenova, Salvatore Castrovinci, non aveva ancora ricevuta la lettera che gli è stata inviata dal “facente funzione” Sindaco di Ischia Carmine Barile il giorno 30 Giugno.
Misteri della politica o inefficienza delle poste italiane?
Diciamo che si tratta di un Miracolo in negativo?
P.S. Fino ad oggi, 05 settembre 2022, non è stata ancora nemmeno concordata la data della cerimonia ufficiale per la stipula dell’atto pubblico,

Alla ricerca dei percome

Alla ricerca dei percome – TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Dedica

Introduzione

La Banca dell’allegria

Un corteo con gli occhiali

Per una corretta gestione dell’Azienda Poste Italiane

Il bus lo guido io…

Il gazzo ipocrita

Topicida nelle aiuole

Il giudice e la bambina

La gita del cigno

La sirena impazzita

Somari in vanto

L’ora dei fantasmi

Chi è la signora del video?

Tre meglio di due e di gran lunga migliore di una?

Il freno e l’acceleratore

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In auto vado dove voglio

La danza delle benne

Senza tarallucci e vino

Il marciapiede incompreso

Bracconieri marini primo articolo

Bracconieri marini secondo articolo

Bracconieri marini

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Bracconieri marini quinto articolo

A Ischia: Natale alla Pagoda

I CESSI della città d‘Ischia

FAI, Ischia che fai

Ischia non partecipa al fai – 2016

Coniglio morto pineta Mirtina

La siringa abbandonata

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Sono vissuto, da giovane, in una società nella quale gli “imprenditori” avevano pochi capitali e molta dignità (ad esempio, in piccolo, mio padre), ed ora mi trovo ad affrontare la vecchiaia nell’Italia in cui gli “imprenditori” hanno molti capitali e nessuna dignità (ad esempio, in grande, il cavaliere papi), e mi spingo alla ricerca dei “percome” il ciclo si sia invertito.

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Alla ricerca dei percome – Tre promesse tre!

Alla ricerca dei percome – Tre promesse tre!

Tre promesse tre!

TRE PROMESSE TRE!

Da quasi un anno “l’auspicio che possa definirsi in tempi celeri”, sottoscritto congiuntamente dal Sindaco della Città d’Ischia Ing. Giuseppe Ferrandino, dal Presidente del Consiglio comunale della Città d’Ischia Dott. Gianluca Trani e dall’Assessore delegato della Città d’Ischia Dott. Giosuè Mazzella (tre promesse tre!), è rimasto giacente nelle loro intenzioni.
Carta canta… e noi “villani” siamo molto pazienti, ma siamo anche curiosi di sapere dopo quanto tempo vorranno dare lustro alla loro triplice promessa:
«Ischia 13.11.2013
AL SINDACO DEL COMUNE DI TORRENOVA Dott. Salvatore Castrovinci Via B. Caputo – 98070 – Torrenova (ME)

[email protected]

OGGETTO: Gemellaggio Comune di Torrenova–Comune di Ischia.
Gentile Sindaco,
la sua proposta è bellissima e ci entusiasma. Certi che lo sviluppo ed il progresso civile, ed economico della nostra Comunità possa realizzarsi solo attraverso il rafforzamento del dialogo con altre comunità, favoriamo l’instaurazione di rapporti di Gemellaggio quale strumento di conoscenza, ma soprattutto di cooperazione ed integrazione tra culture e civiltà affini quanto diverse.
Dai contatti tre le nostre Comunità, dei quali ringraziamo il nostro concittadino Bruno Mancini, abbiamo constatato l’interesse reciproco a perseguire e sviluppare rapporti di amicizia e cooperazione utili al proseguimento di un progetto di gemellaggio tra le nostre due comunità con l’intento di approfondire la conoscenza dei nostri contesti storico culturali, economici e sociali, nonché scambi e collaborazioni secondo modalità che definiremo in un apposito patto di amicizia e gemellaggio.
Con l’auspicio che tutto possa definirsi in tempi celeri, rendendoci disponibilissimi ad un incontro da concordarsi nei modi e nei tempi a tutti noi più congeniali, ci attiveremo tuttavia prontamente affinché il Gemellaggio abbia compimento.
Cogliamo l’occasione per inviarti cordiali saluti.
L’ASSESSORE DELEGATO Dott: Giosuè Mazzella
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE Dott. Gianluca Trani
IL SINDACO Ing. Giuseppe Ferrandino»

https://premioottomilioni.altervista.org/wp-content/uploads/2013/11/Gemellaggio-accettazione-Ischia-.jpg

P.S. Aggiorno questo articolo per precisare che ad oggi 05 settembre 2022 NON è stato ancora nemmeno fissata la data della stipula dell’atto amministrativo che sancisce il patto di gemellaggio!

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Sono vissuto, da giovane, in una società nella quale gli “imprenditori” avevano pochi capitali e molta dignità (ad esempio, in piccolo, mio padre), ed ora mi trovo ad affrontare la vecchiaia nell’Italia in cui gli “imprenditori” hanno molti capitali e nessuna dignità (ad esempio, in grande, il cavaliere papi), e mi spingo alla ricerca dei “percome” il ciclo si sia invertito.

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“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
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Remigia Gianturco: Promenade squallore

REMIGIA GIANTURCO:
PROMENADE SQUALLORE

Alla voce “squallore” il vocabolario della lingua italiana “Devoto Oli” scrive: “Quanto induce un senso di desolante abbandono e tristezza”.
Delle gesta che hanno qualificata la Signora Remigia Gianturco degna dell’onore di vedere attribuito il proprio nome alla stradina ischitana che dal Corso Vittoria Colonna giunge fino al mare, si conosce poco o niente.
Il poco è tutto nell’aver dato i natali al Direttore generale di Pubblica Sicurezza, ovvero capo della polizia, Carmine Senise, nominato, nel 1922 per volontà di Mussolini.
Che la figura sociale della Signora Gianturco non sia stata di livello storico è un dato certo, così come è inequivocabilmente sicuro che i proponenti l’intestazione di quella che, allora, era una viuzza, siano stati quanto meno faziosi, per non volerli considerare culturalmente sprovveduti.
Ma ciò non è bastato a far sì che la stradina restasse una via di comunicazione di poco conto, poiché l’enorme viluppo turistico ed economico che ha inondato Ischia negli ultimi sessanta anni ha creato le condizioni acciocché la “stradina” diventasse una delle più eleganti della Città di Ischia.
Tanto che da essa prendono accesso diverse strutture alberghiere con molte stelle.
Quando l’Amministrazione comunale ha dato notizia dell’inizio dei lavori di “riqualificazione urbana” della strada, insieme a me ingenuo ottimista, probabilmente anche altri cittadini hanno applaudito alla comunicazione immaginando la realizzazione di una magnifica “promenade” seppure lunga solo un paio di centinaia di metri.
Che la piccola stradina alberata da entrambi i lati, ombrosa, colorata e profumata di tamerici, di oleandri e di numerose altre qualità di alberi mediterranei, potesse essere trasformata nell’attuale “PROMENADE SQUALLORE” non credo che l’immaginasse nessuno.
Alcuni secoli fa i regnanti parigini fecero realizzare “La Promenade plantée “… un lungo spazio verde adibito a passeggiata pedonale e parco pubblico situato nel XII arrondissement di Parigi, (chiamata talvolta anche Coulée verte).
Potrebbe mai competere la Città di Ischia con lo sfarzo della corte francese?
Certamente no, anche se, in favore della Città di Ischia, giovano due circostanze favorevoli da non sottovalutare: la prima consiste nel fatto che le innovazioni realizzate durante i secoli trascorsi hanno contribuito a mettere a punto attrezzature utili ad una più rapida e più economica riqualificazione delle aree urbane, e la seconda è evidenziata dall’attuale ritorno economico derivante dai turisti gratificati dalle bellezze locali, mentre allora loro, i regnanti poi decapitati, realizzavano opere splendide solo per il gusto di servirsene come proiezioni del loro potere.
In questa, come in altre situazioni, la Città d’Ischia pare avere completamente abdicato al suo ruolo di paladina del bene comune, affidando ad altri (chi sa in cambio di cosa) la
realizzazione della “Promenade squallore”.
Nemmeno la Signora Remigia Gianturco, sconosciuta al popolo ed ai turisti, meritava un simile affronto.
Forse, con un briciolo d’immaginazione, potremmo indicare varie ipotesi e varie soluzioni atte a ridare dignità alla “stradina”; forse, con un tocco di libertà intellettuale, dovremmo chiedere giustizia verso i responsabili dello scempio; però è certo che, per l’indignazione massima di cittadini NON sudditi, ci tocca il diritto dovere di giudicare l’Azione amministrativa di coloro che abbiamo eletti alla gestione della cosa pubblica.
A qualcuno daranno fastidio gli accostamenti ed i commenti che seguono?
Non sono affari miei.
Wikipedia scrive che:
«La Promenade plantée è situata sul tracciato di una vecchia linea ferroviaria sopraelevata dismessa – la ligne de Vincennes (la linea per Vincennes) – e si estende per 4,7 chilometri da Place de la Bastille fino al Boulevard Périphérique, sulla Rive droite della Senna.
La sua particolarità è quella di scorrere in mezzo alle abitazioni offrendo suggestivi scorci su alcune vie e piazze del centro città.»
Nel testo pubblicato sotto la stessa voce, Wikipedia certifica che alcuni secoli fa i regnanti parigini fecero realizzare
«… un lungo spazio verde adibito a passeggiata pedonale e parco pubblico situato nel XII arrondissement di Parigi, in Francia (chiamata talvolta anche Coulée verte)».

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Tre meglio di due e di gran lunga migliore di una?

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La danza delle benne

Senza tarallucci e vino

Il marciapiede incompreso

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Sono vissuto, da giovane, in una società nella quale gli “imprenditori” avevano pochi capitali e molta dignità (ad esempio, in piccolo, mio padre), ed ora mi trovo ad affrontare la vecchiaia nell’Italia in cui gli “imprenditori” hanno molti capitali e nessuna dignità (ad esempio, in grande, il cavaliere papi), e mi spingo alla ricerca dei “percome” il ciclo si sia invertito.

Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”

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REMIGIA GIANTURCO:
PROMENADE SQUALLORE

Alla voce “squallore” il vocabolario della lingua italiana “Devoto Oli” scrive: “Quanto induce un senso di desolante abbandono e tristezza”.
Delle gesta che hanno qualificata la Signora Remigia Gianturco degna dell’onore di vedere attribuito il proprio nome alla stradina ischitana che dal Corso Vittoria Colonna giunge fino al mare, si conosce poco o niente.
Il poco è tutto nell’aver dato i natali al Direttore generale di Pubblica Sicurezza, ovvero capo della polizia, Carmine Senise, nominato, nel 1922 per volontà di Mussolini.
Che la figura sociale della Signora Gianturco non sia stata di livello storico è un dato certo, così come è inequivocabilmente sicuro che i proponenti l’intestazione di quella che, allora, era una viuzza, siano stati quanto meno faziosi, per non volerli considerare culturalmente sprovveduti.
Ma ciò non è bastato a far sì che la stradina restasse una via di comunicazione di poco conto, poiché l’enorme viluppo turistico ed economico che ha inondato Ischia negli ultimi sessanta anni ha creato le condizioni acciocché la “stradina” diventasse una delle più eleganti della Città di Ischia.
Tanto che da essa prendono accesso diverse strutture alberghiere con molte stelle.
Quando l’Amministrazione comunale ha dato notizia dell’inizio dei lavori di “riqualificazione urbana” della strada, insieme a me ingenuo ottimista, probabilmente anche altri cittadini hanno applaudito alla comunicazione immaginando la realizzazione di una magnifica “promenade” seppure lunga solo un paio di centinaia di metri.
Che la piccola stradina alberata da entrambi i lati, ombrosa, colorata e profumata di tamerici, di oleandri e di numerose altre qualità di alberi mediterranei, potesse essere trasformata nell’attuale “PROMENADE SQUALLORE” non credo che l’immaginasse nessuno.
Alcuni secoli fa i regnanti parigini fecero realizzare “La Promenade plantée “… un lungo spazio verde adibito a passeggiata pedonale e parco pubblico situato nel XII arrondissement di Parigi, (chiamata talvolta anche Coulée verte).
Potrebbe mai competere la Città di Ischia con lo sfarzo della corte francese?
Certamente no, anche se, in favore della Città di Ischia, giovano due circostanze favorevoli da non sottovalutare: la prima consiste nel fatto che le innovazioni realizzate durante i secoli trascorsi hanno contribuito a mettere a punto attrezzature utili ad una più rapida e più economica riqualificazione delle aree urbane, e la seconda è evidenziata dall’attuale ritorno economico derivante dai turisti gratificati dalle bellezze locali, mentre allora loro, i regnanti poi decapitati, realizzavano opere splendide solo per il gusto di servirsene come proiezioni del loro potere.
In questa, come in altre situazioni, la Città d’Ischia pare avere completamente abdicato al suo ruolo di paladina del bene comune, affidando ad altri (chi sa in cambio di cosa) la
realizzazione della “Promenade squallore”.
Nemmeno la Signora Remigia Gianturco, sconosciuta al popolo ed ai turisti, meritava un simile affronto.
Forse, con un briciolo d’immaginazione, potremmo indicare varie ipotesi e varie soluzioni atte a ridare dignità alla “stradina”; forse, con un tocco di libertà intellettuale, dovremmo chiedere giustizia verso i responsabili dello scempio; però è certo che, per l’indignazione massima di cittadini NON sudditi, ci tocca il diritto dovere di giudicare l’Azione amministrativa di coloro che abbiamo eletti alla gestione della cosa pubblica.
A qualcuno daranno fastidio gli accostamenti ed i commenti che seguono?
Non sono affari miei.
Wikipedia scrive che:
«La Promenade plantée è situata sul tracciato di una vecchia linea ferroviaria sopraelevata dismessa – la ligne de Vincennes (la linea per Vincennes) – e si estende per 4,7 chilometri da Place de la Bastille fino al Boulevard Périphérique, sulla Rive droite della Senna.
La sua particolarità è quella di scorrere in mezzo alle abitazioni offrendo suggestivi scorci su alcune vie e piazze del centro città.»
Nel testo pubblicato sotto la stessa voce, Wikipedia certifica che alcuni secoli fa i regnanti parigini fecero realizzare
«… un lungo spazio verde adibito a passeggiata pedonale e parco pubblico situato nel XII arrondissement di Parigi, in Francia (chiamata talvolta anche Coulée verte)».


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L’ora dei fantasmi

Chi è la signora del video?

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In auto vado dove voglio

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Bracconieri marini primo articolo

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A Ischia: Natale alla Pagoda

I CESSI della città d‘Ischia

FAI, Ischia che fai

Ischia non partecipa al fai – 2016

Coniglio morto pineta Mirtina

La siringa abbandonata

Ancora siringhe infette–Carabinieri nella pineta Mirtina?

Siringhe infette – Un cercatore di funghi velenosi

I funghi velenosi spariscono, le siringhe infette restano

Il ciclamino attonito

Perversione

Zooerastia all’italiana

Marciapiede alticcio

Tombini bi-partisan

Tubi non intubati

Remigia Gianturco: Promenade squallore

Tre promesse tre!

Miracoli in negativo

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Esopo news

A caccia di cittadini polli

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Recensione scritta da Liga Sarah Lapinska

Recensione scritta da Roberta Panizza

Recensione scritta da Marina De Caro

Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini

Michela Zanarella intervista Bruno Mancini

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Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-6196-7
Versione 3 | ID wdm6w9
Libro, 159 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm), Standard Bianco e nero, 60# Bianco, Libro a copertina morbida, Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 16.00

Titolo
Alla ricerca dei percome
Sottotitolo
Esopo news
Collaboratori
Bruno Mancini
ISBN
978-1-4710-6196-7
Marchio editoriale
Lulu.com
Edizione
Edizione ampliata
Seconda edizione
Licenza
Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright
Bruno Mancini
Anno del copyright
2022

Dettagli del prodotto

ALLA RICERCA DEL “PERCOME”
Sono vissuto, da giovane, in una società nella quale gli “imprenditori” avevano pochi capitali e molta dignità (ad esempio, in piccolo, mio padre), ed ora mi trovo ad affrontare la vecchiaia nell’Italia in cui gli “imprenditori” hanno molti capitali e nessuna dignità (ad esempio, in grande, il cavaliere papi), e mi spingo alla ricerca dei “percome” il ciclo si sia invertito.

Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”

Categoria della libreria di Lulu
Narrativa
Categoria principale BISAC
FICTION / Fantasy / Urban
Categoria BISAC 2
YOUNG ADULT FICTION / Social Themes / New Experience

Parole chiave
notizie, scempi, società
Pubblico
Generale/Commerciale – Narrativa e saggistica per adulti
Contenuti espliciti
No

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Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
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Alla ricerca dei percome – Tombini bi-partisan

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Tombini bi-partisan

TOMBINI BI-PARTISAN
Questa si chiama “riqualificazione urbana”!
Ischia 11 Giugno 2015.

Intitolando questo articolo “TOMBINI BI-PARTISAN” mi riferisco alla sede stradale di Via Remigia Gianturco ad Ischia.
Avete mai visto un tombino collocato in parte sul marciapiede e con la rimanente altra parte sulla sede stradale?
Ad Ischia, la “riqualificazione urbana” realizzata nel mese di Giugno 2015 consente di vedere anche simili bizzarrie (per non definirle con un termine napoletano di uso volgare che inizia con ca…)!
Nel titolo ho inteso far ricorso ad almeno tre figure retoriche
La prima è una delle figure retoriche maggiormente utilizzate e maggiormente conosciute dal popolo dei lettori: la nota “allegoria” la cui descrizione potrebbe essere enunciata in questo modo: «Procedimento retorico per cui un “contenuto concettuale (A)” viene espresso attraverso “un’immagine (B)” che rappresenta una realtà diversa e autonoma rispetto al contenuto stesso».
Riportando la descrizione alle foto ed al titolo dell’articolo se ne può dedurre che il “contenuto concettuale (A)” (cioè la responsabilità di ciò che si vede nelle foto) è per lo meno “bi-partisan”, poiché “l’immagine” (cioè i tombini che rappresentano una realtà diversa e autonoma rispetto al contenuto concettuale) sono collocati tra sede stradale e marciapiede, cioè in modo improprio rispetto alla norma.
La seconda figura retorica, utilizzata intitolando le foto “tombini bi-partisan”, è quella denominata sarcasmo, meglio conosciuta come una locuzione atta ad esprimere in modo aspro o brutale un giudizio sociale, spirituale, morale, etico, contro qualcuno.
Definire “bi-partisan” la simile inqualificabile collocazione dei tombini lungo un tratto stradale (sprecando malamente i soldi dei cittadini) è certamente un modo aspro e brutale con il quale si consegna ai lettori un giudizio sociale, morale ed etico del tutto negativo.
La terza figura retorica è la metonimia che si configura esprimendo una qualità attraverso un rapporto di causa per effetto ”tombinibi-partisan” vale a dire che la qualità del marciapiede (effetto) è data dalla situazione di collusioni tra due diversi schieramenti “bi-partisan” (causa) da parte di chi ne è stato il responsabile della realizzazione.
Nelle foto vedete i tombini bi-partisan (bi-partisan come la vergogna delle tangenti che assedia la nostra società) collocati in parte sui marciapiedi e in parte sulla sede stradale.

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